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Per qualche euro in più…ai più bisognosi. Si riapre il dibattito sugli scrutatori.

Luigi Chimento
Foto © Acri In Rete
Con la nuova legislazione, che permette ai partiti di indicare gli scrutatori delle consultazioni elettorali, era inevitabile, che venisse prese la palla al balzo per non lasciarsi sfuggire l’occasione ghiotta di perpetuare clientelismo tout court. Alle precedenti elezioni per il rinnovo del Parlamento, i seggi acresi, pullulavano di militanti e dirigenti di partito con sorrisi in bella mostra per essere riusciti ad accaparrarsi poche centinaia di euro; per esserci riusciti loro e non i colleghi-rivali del proprio e degli altri partiti.
Quello che destò scalpore e indignazione nell’opinione pubblica, è stato – come coraggiosamente fatto notare da Roberto Saporito – che molti di questi scrutatori o presidenti, erano liberi professionisti o lavoratori statali, con tutto ciò che comporta per il loro portafoglio. E quando non erano loro stessi titolari di partita iva o percettori di reddito fisso, lo erano le famiglie di appartenenza.
Ora, si ritorna a parlare di scrutatori, per mano del Consigliere Regionale Maurizio Feraudo, in vista del prossimo referendum del 25 e 26 Giugno.
Feraudo, contesta i criteri che alcuni partiti del coordinamento di centrosinistra acrese vorrebbero adottare in vista delle “nomine” per il referendum. L’onorevole sostiene – probabilmente a ragione - che, nel momento in cui si decide di assegnare gli scrutatori ai partiti in base alla forza elettorale di questi ultimi, lo si debba fare tenendo conto dei risultati delle ultime elezioni politiche.
Se, da una parte è palese che la richiesta del delfino calabrese di Di Pietro tende ad ottenere legittima “visibilità” per un partito come Italia dei valori, passato ad Acri dall’ 1.75% delle comunali al 9.5% delle Politiche, dall’altra, va dato anche merito a Feraudo quando dice, che, se non vi è accordo sui criteri per la ripartizione degli scrutatori, meglio sarebbe, per “trasparenza e pari opportunità”, passare al metodo del sorteggio. Per trasparenza e per pari opportunità, meglio sarebbe, certo, evitare la spartizione a tavolino degli scrutatori; ma vi è, probabilmente, una soluzione ancora migliore a quella del sorteggio.
Una soluzione confacente con i principi ortodossi della sinistra, di quella sinistra che è, almeno nelle dichiarazioni programmatiche, intransigente sulla scuola pubblica, sul welfare, sulla necessità di rivedere la Legge Biagi.
Una soluzione di una sinistra attenta ai bisogni delle classi sociali meno abbienti, che non perda la sua identità, il suo interesse verso il mondo così come continua ad immaginarlo Mario Capanna. Ecco allora che dopo aver visto stimati e bravi avvocati fare i presidenti di seggio, docenti e geometri dilettarsi con matitone rosse nelle 35 sezioni paesane, forse è venuto il momento di far percepire qualche euro in più a chi ha veramente bisogno e non ad astuti professionisti che, in taluni casi, nelle ultime elezioni – parafrasando Guccini – “col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe”, erano persino orgogliosi dell’effimero status di scrutatori rampanti. Una soluzione, potrebbe essere quella di favorire i disoccupati e gli studenti; di dare priorità a persone che non solo non lavorano, ma che non hanno nemmeno alle spalle una famiglia economicamente robusta. Una soluzione, che non sarebbe gradita da chi, per cultura, guarda solo e soltanto il proprio orticello, ma che, riceverebbe il plauso dei tanti sognatori che hanno ancora a cuore la giustizia sociale. Perché, per dirla alla Don Lorenzo Milani, “non c’è niente di più sbagliato che fare cose eguali fra diseguali”.
Leggere il rapporto Istat sull’economia italiana, e calabrese in particolare, per rendersi conto che la forbice della disuguaglianza si dilata sempre di più. E non è detto che un governo di Sinistracentro inverta la tendenza. Ad Acri, si potrebbe cominciare con gli scrutatori… con qualche euro in più a chi ne ha più bisogno.

PUBBLICATO 26/5/2006

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