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Psc, assordante silenzio.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
A poco più di una settimana dalla presentazione delle linee guida del nuovo Piano Strutturale Comunale, a opera del tecnico incaricato, regna un assordante silenzio. Eppure il professore Pierluigi Cervellati ha detto chiaramente le stesse cose che disse sedici anni fa, all'atto del conferimento dell'incarico a redigere quello che allora si chiamava Piano Regolatore Generale, cioè che ad Acri si è costruito ben oltre le esigenze abitative della comunità. Fu chiamato, nel 1995, dal sindaco Pasquale Zanfino, che guidava un'amministrazione di sinistra. Da allora si sono avvicendate amministrazioni di diverso colore politico, Cervellati è rimasto al suo posto, ma nessuno è riuscito ad approvare il documento di pianificazione urbanistica. L'insigne progettista ha dimostrato una coraggiosa coerenza, la politica un'imbarazzante incapacità. Il sindaco Gino Trematerra ha posto l'approvazione del nuovo Psc in testa alla sua agenda di governo e ha voluto sentire i suoi predecessori fin da subito. L'obiettivo è quello di arrivare a un documento intorno al quale vi sia il massimo della condivisione. Nella scorsa settimana era prevista la presentazione del documento preliminare, ma Cervellati ha detto a chiare lettere di non avere mappe di nuove zone edificabili da esibire. Per il tecnico incaricato, il nuovo Psc dovrà fare in modo che gli acresi posseggano la città, non solo case, quindi energie dirette verso la realizzazione di tutte quelle infrastrutture che possano far crescere il benessere della comunità, assecondandone le peculiarità.
Il punto è che Cervellati ha presentato un Piano che al momento è politicamente orfano. Non si sa se la maggioranza di centro – destra lo condivida, considerato che si è benguardata dall'esprimersi con chiarezza. Quasi nessun partito dopo l'intervento di Cervellati si è assunto la responsabilità di dire “io la penso così”. Lo ha fatto solo la consigliera Minisci, di Italia dei Valori, che ha tra l'altro chiesto a Cervellati di riaprire il fiume Calamo, “tombato” ormai da tanto tempo. E' legittimo chiedere all'amministrazione comunale e alla maggioranza che la sostiene se quanto detto da Cervellati sia stato concordato e se sia condiviso. Così come è giusto chiedere alle opposizioni, consiliari e non, cosa pensino del fatto che Acri non abbia bisogno di nuove case, ma di strade, parchi e infrastrutture in grado di far crescere l'economia. Insomma, si chiede ai partiti di fare i partiti e di esprimersi su una decisione che, nel bene e nel male, peserà sul futuro della comunità.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 24-02-2011.

PUBBLICATO 24/02/2011

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