OPINIONE Letto 2471  |    Stampa articolo

Voci di donne indignate che esigono rispetto.

Rosanna Fiamma
Foto © Acri In Rete
Il 13 febbraio tantissime donne sono scese in piazza per far sentire ancora una volta la propria voce, una voce che grida dignità, che grida rispetto e che, con coraggio, rivendica un ruolo che troppe volte è stato calpestato, facendone venir fuori un'immagine di donna e di società che non rispecchia affatto le donne italiane ed il nostro paese. Siamo stanche ed arrabbiate, perché in tanti anni di lotte e di rivendicazioni al femminile, ancora oggi, dopo l'esplosione del "caso Ruby", emerge una realtà squallida e certamente per niente dignitosa. La mobilitazione in difesa del ruolo delle donne è stata davvero numerosa, ed in molte piazze d'Italia, da più parti, si sono organizzate milioni di donne, e non solo, che non accettano affatto quello che sta accadendo nel nostro Paese e che vogliono dire basta al teatrino del "gran burattinaio", ormai senza limiti.
E' vergognosa l' immagine di donna che ne viene fuori, non ci appartiene e soprattutto ci umilia.
La rivendicazione dell'uguaglianza tra i sessi si inserisce nella tradizione del liberalismo (dei diritti dell'uomo e del cittadino) ed ha consentito alle donne di uscire da un universo limitato, "privato" e di aspirare, come gli uomini, allo status di "essere umano".
Abbiamo contestato il predominio maschile in ogni sfera del sociale, e siamo riuscite a conquistarci degli spazi che fanno onore alle donne, in un contesto di parità e nel rispetto dei ruoli, ma ci ritroviamo ancora una volta a fare i conti con una femminilità usata come merce di scambio nel binomio sesso-potere. Come non indignarsi di fronte ad uno spettacolo così deplorevole, perché se la dignità vuol dire libertà, allora abbiamo il dovere di farla rispettare questa libertà conquistata. Non è libertà quella che vede ragazze, anche minorenni, usare il proprio corpo per ambire alle sfere del successo, dello spettacolo e anche della politica. Giovani donne che sgomitano, che fanno a gara per ottenere di passare una notte "brava" col "vecchio" (come emerge dalle intercettazioni telefoniche), per poi andar via il mattino dopo con una busta piena di soldi.
Molte donne credono ancora che essere libere vuol dire usare il proprio corpo come vogliono e con chi vogliono. Sono libere di pensarlo e di continuare a sbagliare. E' davvero molto triste tutto quello che sta accadendo. La libertà dei costumi, oggi imperante, fa credere a tante adolescenti, e non solo, che si è al passo coi tempi ed emancipate se si fanno vedere più centimetri di pelle nuda, se si veste con determinate firme addosso, se si fanno più comparse in programmi che niente hanno a che fare con la decenza, insomma l'importante per questo tipo di realtà è esserci a tutti i costi sulla scena, l'importante è entrare nel giro del potere e dei soldi facili. Per fare qualche esempio l'immagine di donna che ci offre la pubblicità non è delle migliori, basti pensare che per sponsorizzare uno yogurt c'è bisogno di una donna quasi dl tutto nuda che lascia immaginare la bontà del sapore, dell'odore e chissà di quant'altro ancora, oppure i giganteschi manifesti affissi in varie città, che ritraggono una modella con il fondoschiena completamente nudo, solo per lanciare la campagna della collezione di abbigliamento donna Silvian Heach, e che hanno scatenato la protesta di alcune insegnanti e mamme Milanesi, anche per la scelta dei luoghi dove affiggere tale pubblicità. Poco importa se a farne le spese è sempre l'immagine della donna.
Anche il panorama politico, ci sta offrendo spettacoli davvero indecorosi, ed oltretutto siamo rappresentati da un presidente del consiglio che potrebbe star meglio in un reality show che non nella storia del nostro paese. L'uomo i cui discorsi finiscono sempre in una gran risata, l'uomo dei festini di Arcore, l'uomo dei voti comprati, l'uomo che non ha il coraggio di farsi giudicare. Penso che quella che chiamano libertà oggi è solo la "libertà dei servi" e consiste solo nel partecipare al potere di pochi. In che modo? Scendendo a compromessi, mettendo la dignità sotto i piedi, stando a guardare il trionfo della menzogna. Ma la verità dove sta? da che parte sta? Cosa è la verità? E' sicuramente un'assunzione di responsabilità, ed è arrivato il momento di dire basta per fare emergere quella verità di cui tutti sentiamo il bisogno. Il Presidente della Repubblica Napolitano sul caso Ruby ha detto "Berlusconi ha i mezzi per difendersi, quindi lo faccia in tribunale, senza tirare nient'altro in ballo." Ora chiediamoci se questa società possa rappresentare per i nostri figli un esempio, questa società di donne "usate", che per la carriera o per settemila euro, hanno perso il senso del rispetto per se stesse, per il proprio corpo e per la propria dignità. Abbiamo molte armi per dimostrare il contrario. Non si può e non si deve cadere così in basso, come quella madre che rimproverava alla figlia di aver avuto solo duemila euro e non settemila, nel giro di quella vita facile ed allettante. Abbiamo tutto il diritto di indignarci con chi ambisce alla corte del "gran sultano" e vorrebbe anche uscirne con le mani pulite. Mi torna in mente una frase del grande Roberto Benigni che in un'intervista rilasciata all'Espresso, riguardo alla sua "performance" sulla Divina Commedia, alla domanda in quale girone dell'inferno avrebbe collocato il premier Berlusconi, risponde: "Un girone ad personam. Fatto con una legge solo per lui … A pensarci bene, a Berlusconi potrei fargli fare il giro di tutti quanti i gironi: dei lussuriosi, dei barattieri, dei simoniaci, dei bugiardoni, dei bischeroni. Sta bene dappertutto. È un protagonista". Poi gli si chiede chi siano gli ignavi oggi e lui risponde: "Ignavi sono anche coloro che salgono sul carro del vincitore, quelli che aspettano di agire, per vedere come vanno le cose. Essere ignavi vuole dire vivere senza Dio, perché una volta scelta la strada dell'ignavia, il Dio che è dentro ciascuno di noi non ci guarderà mai più negli occhi. La pena del contrappasso per gli ignavi non a caso è seguire nudi un vessillo stracciato ed essere pungolati dalla mosche. Perché nella vita, loro non sono stati pungolati da niente. Non hanno vissuto".
Concludo con un augurio a tutte le donne per ogni giorno speso bene alla guida della propria vita, per ogni giorno di lavoro, di sacrifici per la famiglia e di soddisfazioni raggiunte. Ad ogni donna che non si arrende di fronte ai soprusi e crede con tutte le proprie forze nell'importanza del suo ruolo, sia essa casalinga, medico, operaia, intellettuale, insegnante, avvocato, ministro o modella. Ad ogni persona che crede ancora al rispetto di certi valori, che vanno insegnati e coltivati soprattutto all'interno della famiglia, a chi sa vedere oltre le apparenze e guarda alla sostanza delle cose, e vede la bellezza non solo come fisicità, attrattiva o come oggetto da possedere e mostrare, ma come valore aggiunto a tutto ciò che ogni essere umano, in quanto tale, ha diritto di poter coltivare ed ottenere.

PUBBLICATO 05/04/2011

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