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Il parcheggio del senatore...

Giulia Zanfini
Foto © Acri In Rete
"Se fossi un criminale forse l'amministrazione comunale mi tratterebbe meglio!". Lo sfogo di Angelo Turano, ristoratore acrese fortemente danneggiato da un provvedimento comunale, non lascia ombra di dubbio. Nella sua voce risuonano rabbia e delusione.
Perché davanti alla sua attività commerciale, che si affaccia su palazzo Gencarelli, principale sede comunale, nei giorni feriali non si parcheggia più. Perché i parcheggi sono riservati ai veicoli a servizio delle figure istituzionali, e devono essere esclusivamente autorizzati. "Non capisco a quale titolo l'amministrazione comunale si riservi l'intero spiazzale per parcheggiare! Non si tratta di invalidi, ma di persone sane! Avrebbero potuto riservarsi la metà dei parcheggi e tutelare noi commercianti del luogo!".
Il contenuto dell'ordinanza numero 10, prot. 928/2011, però è chiaro e netto, e impone un divieto di sosta ai veicoli che non siano a servizio delle figure istituzionali, nonostante la presenza di due attività commerciali all'interno dell'area in questione. Dalle mura di palazzo Gencarelli il vicesindaco, Gino Maiorano, esprime la sua indignazione per le lamentele dei commercianti. "La situazione davanti al Comune era diventata insostenibile, non c'era mai modo di trovare parcheggio. C'era il caos, veicoli parcheggiati in tripla fila. La situazione era insostenibile!".
Via Roma è un vicolo stretto che si inerpica nel cuore del centro storico di Acri, aprendosi su una terrazza che si affaccia sulla città. Qui sorge il palazzo comunale, che rappresenta la linea di confine tra la città nuova e il centro storico di Acri. All'ingresso del vicolo c'è un'altra attività commerciale, il negozio più antico di Acri, gestito da sempre dalla famiglia Mustica. Anche la famiglia Mustica si manifesta scandalizzata dall'ordinanza comunale. "Siamo andati a protestare al Comune, ma nulla! E' un'ingiustizia, abbiamo un'attività commerciale, non possono toglierci i parcheggi!", ci dicono.
E a sentire i proprietari delle due attività si è già registrato un calo delle vendite. "I ritmi frenetici che scandiscono i nuovi standard di vita fanno sì che se non c'è il parcheggio le persone non vengono a piedi sin qui!", continua la famiglia Mustica.
Intanto il vicesindaco, Gino Maiorano, ci tiene a sottolineare che i vigili non avrebbero certo multato il cliente delle attività commerciali e che comunque, l'area adiacente è ricca di parcheggi. Ma l'idea della multa resta un deterrente. E' chiaro che, nel rischio, i non autorizzati evitano di parcheggiare nella zona coperta da divieto. "Nel centro storico siamo già abbandonati" afferma la famiglia Mustica. "Avremmo bisogno di misure che incentivino la collettività a vivere il quartiere, avremmo bisogno di tutto, ma non di misure restrittive!".
E' vero che, nel corso degli anni, come è successo un po' ovunque in Calabria, il centro storico di Acri si è spopolato e le attività commerciali, di conseguenza, si sono spostate al centro. Quelle che resistono dovrebbero forse essere tutelate dalle amministrazioni, soprattutto a fronte di questa terribile crisi economica. Infatti sono molte le amministrazioni che si sono inventate di tutto, per rivitalizzare la parte storica dei loro paesi. A Riace, il sindaco Domenico Lucano ha creato persino la città dell'accoglienza, ospitando nel suo centro storico decine di famiglie in fuga dai teatri di guerra, africani e mediorientali. Ci si chiede, quindi, quale sia stata l'origine dell'ordinanza acrese. Da dove sia sbucato un provvedimento che, a sentire gli acresi, non sembra aver riscosso molto successo. Come in ogni buona tradizione paesana la mitologia vuole che girino voci sulla reale motivazione dell'ordinanza.
Voci di paese raccontano che, di ritorno da un viaggio a Catanzaro, alcuni amministratori non abbiano trovato parcheggio sotto il Comune e che abbiano poi deciso di emanare l'ordinanza. Difficile credere a questo racconto, soprattutto perché il senatore Trematerra, sindaco e neoeuroparlamentare, ha un autista di fiducia, approdato presso il Comune di Acri proprio per seguire il senatore. Il resto dell'amministrazione è piuttosto giovane, che senso avrebbe emanare un'ordinanza del genere? Un dato che però resta avvolto nella cortina del dubbio è quello che riguarda proprio l'ordinanza. Vietare la sosta "su ambo i lati di Via Roma, a partire dall'incrocio con Via Baffi e Via Calamo, sino all'incrocio con Via Regina Elena", praticamente tutta la via che si affaccia sul Municipio, è lecito, se ci sono attività commerciali che sorgono proprio sull'area in questione?
"Per ottenere la licenza di apertura del locale" continua Angelo Turano "mi è stato chiesto di dimostrare che lo spiazzale antistante il locale era munito di parcheggi! E ora me li tolgono? E' pazzesco". Il quadro che emerge dalla curiosa trovata dell'amministrazione Trematerra è piuttosto stridente. Se un'attività commerciale, per ottenere la licenza, deve essere fornita di parcheggi, come si fa poi a sottrarli? Il problema non sussisterebbe in casi di necessità e urgenza, in cui, se vogliamo, tutto è lecito. Ma non è certo questo il caso del Comune di Acri. Girando tra le stanze di palazzo Gencarelli, a parte il vicesindaco, nessun altro membro dell'amministrazione Trematerra ci rilascia dichiarazioni. Ma qualche indiscrezione è trapelata. Pare che siano in tanti, in seno alla stessa amministrazione a pensare che, forse, "si poteva fare diversamente". Intanto i commercianti soffrono e chiedono che l'ordinanza sia revocata. O almeno modificata. "Ti costringono a chiudere e ad andare via" afferma Angelo, che ci saluta e si appresta a tornare tra le nura del suo locale. Un palazzo antico che si affaccia sulla città, tirato a lucido e ristrutturato da pochi anni. Una fiorente attività che rischia di chiudere i battenti. Agli amministratori ora tocca valutare attentamente se il gioco vale la candela.









PUBBLICATO 13/06/2011

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