Politica locale. I "Casini" dell'UDC


Roberto Saporito

Udc, quindi centro destra, per una quindicina di anni, poi Centristi per l’Europa di Casini, collocato nel centro sinistra, per poco meno di un anno, quindi nuovamente Udc.
Un cambio di casacca repentino, come un triplo salto mortale. Iscritti e simpatizzanti ex Udc, tra cui il consigliere comunale, già candidato alla carica di sindaco nel giugno scorso, Anna Vigliaturo, Michele Trematerra, ex assessore regionale, imputato nel processo Acheruntia con la grave accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, starebbero cambiando nuovamente collocazione politica ritornando nel partito di origine, l’Udc di Lorenzo Cesa. Poco meno di un anno fa, a febbraio, insieme a molti altri avevano aderito al Movimento Centristi per l’Europa, che a livello nazionale fa capo a Pier Ferdinando Casini che, come risaputo, è funzionale al Governo Gentiloni ed è presidente della commissione d’inchiesta sulle banche. L’adesione al Movimento di Casini avvenne presso un noto locale del centro con tanto di applausi e strette di mano cui seguì anche la nomina di un comitato. In quella occasione si disse che il “Movimento non era un punto di arrivo ma di partenza”, ma, evidentemente, il percorso è risultato più difficile del previsto. Il Movimento non è mai decollato anche se alle comunali di giugno scorso il candidato a sindaco, Vigliaturo, sostenuta da tre liste ottenne un buon 20%, 2500 voti. Sabato scorso, l’occasione per lo scambio di auguri, è servita anche a decretare il ritorno allo Scudo Crociato. All’incontro, per renderlo più politico e veritiero, era presente anche il coordinatore provinciale Udc, Flavio Cedolia. Un cambio di casacca che, a breve, i protagonisti spiegheranno. Hanno forse intuito che il centro destra è favorito per le prossime regionali? O che il centro sinistra ed il Pd di Renzi sono in netta difficoltà? E’ risaputo che l’Udc ha attuato da sempre la politica dei due forni; in Calabria con il centro destra, in Campania con il centro sinistra e così via. Lo Scudo Crociato è presente in città da una quindicina di anni, dal 2002, attualmente è commissariato ed alla guida c’è Pasquale Capalbo. Da alcuni mesi è al lavoro per riorganizzarsi con volti ed idee nuove, ma, ora, il ritorno di Trematerra junior e dei suoi adepti (e’ risaputo che l’ex assessore regionale può contare su numerosi fedelissimi che lo seguono dappertutto), scombina i piani dei nuovi uddiccini, alcuni dei quali, appena appresa la notizia, hanno storto il naso. L’Udc, qui, ha avuto sempre ampi consensi per poi subire un declino a partire dal 2014, quindi nel 2017 il divorzio, non senza polemiche, dai Trematerra. Prima il deferimento del collegio dei probiviri verso Michele per l’atteggiamento tenuto a favore del Si (l’Udc era per il No) nella campagna referendaria per la modifica della Costituzione, poi l’esclusione da tutti i direttivi. Ora Talarico, segretario regionale, e Cedolia, dovranno giustificare il via libera al ritorno che, ovviamente, ha creato non pochi malumori. Ma a quanto pare l’Udc è in piena campagna acquisti visto che dovrebbero aderirci anche Giuseppe Ennio Morrone ed il figlio Luca, ex Fi. Si prospetta, quindi, un Udc con il trio Trematerra-Morrone-Cedolia, guarda caso tutti e tre processati per gravi questioni penali. Riusciranno a convivere? Al momento, a loro interessa aderire ad una forza politica che farà parte di una coalizione i cui i sondaggi danno in netto vantaggio e, magari, trovare un posto in lista alle prossime Politiche. Nei giorni scorsi, però, i direttivi regionali e provinciali hanno redatto un documento in cui si esprime assoluta contrarietà a nuove adesioni ed ingressi nell’Udc in cambio di candidature o finalizzati solo alla competizione elettorale. Siamo appena all’inizio, la vicenda Udc è tutt’altro che chiusa ed offrirà ancora spunti di dibattito. |
PUBBLICATO 27/12/2017 | © Riproduzione Riservata

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