Raccontare e raccontarsi


Filippo Gallipoli

“L'orologio di Mastro Hanus” è l'ultima publicazione di Angelo Gaccione, scrittore e giornalista arguto e coraggioso. Una raccolta di fiabe dal taglio ben diverso dalla tradizione.
Non a caso il sottotitolo puntualizza: “Fiabe per ragazzi ma che faranno bene anche agli adulti”. Il tono è quello del “diario confidenziale”, della “prosa d'arte”. Nella scelta di un particolare schema narrativo, questi racconti si distinguono non solo per caratteristiche di contenuto, ma soprattutto di stile. Uno stile che, del resto, connota gran parte degli scritti dell'autore. Egli più che “narrare”, “si racconta” per farsi strumento di memoria e analisi della società contemporanea. Ritroviamo personaggi e situazioni che - a tratti- rimandano al curioso mondo dei pittori fiamminghi: Pieter Brueghel il vecchio (1525/1569) e Pieter Brueghel il giovane (1564/1638) la cui opera confluisce verso una meditazione sulle debolezze umane, non disprezzate o derise, ma trattate con garbata ironia. Nondimeno dal “fervore fantastisco” di Angelo Gaccione traspare una “dolente ironia” e dalla “grazia descrittiva” una “restituzione nostalgica” di ambienti e atmosfere. Tuttavia sarebbe riduttiva una lettura “moralistica” o un'arbitraria interpretazione “psicologica”. Racconti antiretorici, essenziali, che aprono un varco alla riflessione, non al “sentimentalismo enfatico” di cui hanno nutrito i nostri giovani con storie melense e film-giocattolo ricchi di mostri e di effetti speciali. I “ragazzi” voranno leggere queste “fiabe”? A ben vedere risulta improprio definire fiabe questi racconti. Anch'essi, a loro modo, popolati di mostri, streghe, folletti, creature misteriose.... Lasciamo “alli benigni lettori” la curiosità di scoprirli senza anticipazioni, la libertà di stupirsi, emozionarsi. Proprio come nel racconto - conclusivo ed emblematico - “Emily”- in cui il protagonista, “novello principe prigioniero”, guarda con meraviglia il fiorire fuori stagione del pesco e del ciliegio. “Che proveresti tu se fiorisse la terra sotto i piedi, all'improvviso?” (D'Annunzio). Un messaggio di un “giovane” ragazzo quarantenne, ricevuto giorni fa, ribadisce: “Di sicuro ci hanno privato della capacità di stupirci...è un vero peccato visto che proprio dallo stupore trae la sua origine ogni forma di manifestazione artistica o spirituale” (E.S.). Una ragione in più, dunque, per mostrare maggiore attenzione verso questo “nostro” autore che risiede a Milano, ma che ha sempre mantenuto un profondo legame con la sua terra, le sue radici. Da leggere. Angelo Gaccione “L'orologio di Mastro Hanus”. Innuendo Editore 2017 |
PUBBLICATO 09/02/2018 | © Riproduzione Riservata

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