Ricordi da ricordare. Antologia di poesie e racconti


fra Giovanni Spagnolo

Il titolo di questa Antologia sembra uno scioglilingua: ricordi da ricordare nel richiamo a un meccanismo cui, come umani non possiamo sfuggire.
Molto opportunamente, quindi, Fulvio Castellani ha evocato il ciceroniano De finibus proprio sulla funzione del ricordo con esiti discordanti: ricordare ciò che non si vuole ricordare e non ricordare ciò che si vorrebbe! In ogni modo, in questa Antologia trovano spazio quei “ricordi da ricordare”, attraverso la poesia e il racconto, veicoli privilegiati da sempre per rivivere il nostro vissuto: passato, presente e futuro e a farlo sono gli Autori che seguono l’associazione culturale Carta e Penna, strumenti pur sempre privilegiati dagli artigiani della parola. Per il numero degli Autori (ben 43, di cui 26 voci femminili!) si può veramente dire che l’Antologia si presenta al lettore come una vera e propria sinfonia, in prosa e in versi, una variazione sul tema del ricordo e sull’azione del ricordare eventi, uomini, luoghi e cose. Basta, infatti, scorrere i titoli dei contributi, confluiti nell’Antologia, per arrivare alla conclusione che, ad accedere alla corsia di favore dei ricordi, sono essenzialmente quelli legati all’infanzia e a coloro con i quali ci siamo relazionati per primi: madre e padre! Ad aprire la sinfonia dei ricordi, legati alla figura primaria del padre è proprio Anna Maria Algieri, con la poesia “Mio padre” (p. 11). Della poetessa di Acri ci siamo già occupati a varie riprese, in occasione delle sue ormai numerose pubblicazioni. Di lei abbiamo sempre evidenziato ed apprezzato la scarna semplicità ed essenzialità di scrittura che in questa poesia è racchiusa nell’ultima strofe in cui descrive la solitudine paterna che continua a sperare nei figli, “mentre il tempo / raccoglieva i suoi giorni”. Il cappello di mio padre è evocato da Maria Salvatrice Chiarello mentre Adalpina Fabra Bignardelli stila il Ricordo di mia madre (p. 44) facendole eco, con Madre, (p. 93) Anna Maria Rimondotto. L’infanzia e i ritorni (p. 34) sono descritti da Calogero Cangelosi mentre Infanzia felice è quella di Pietro Rainero (p. 84), con Tamara 2 Cucchiara che individua L’ora legale dei ricordi (p. 38) e Pietro Lapiana descrive L’avita casa (p.57). Ovviamente, fratelli e amici non sfuggono ai ricordi, come leggiamo appunto nella prosa Ricordo di un Amico (pp. 32-33) di Maurizio Canauz, in Fratello mio (p. 49) di Maria Teresa Falletti o in Amica (p. 63) di Gabriella Maggio. Anche un bacio e uno sguardo furtivo può costituire Ricordo d’amore (p. 82) come scrive Antonella Proietti, mentre non esitiamo a individuare in una poesia di Bruno Volpi, collocata quasi a sigillo di questa Antologia, La trincea del cuore (p. 98), il più struggente dei ricordi, legato ai luoghi e agli eventi della Prima Guerra Mondiale. Non abbiamo mancato di apprezzare la manciata di citazioni di illustri Autori (tra i quali Proust, Allende, Rigoni Stern, Neruda, Dostoevskij e Leopardi) sia all’inizio della pubblicazione, come pure in quarta di copertina. Infine, sia detto sine ira et studio, avremmo preferito trovare un sia pur minimo cenno biografico dei vari Autori presenti nell’Antologia, almeno la data di nascita e la provenienza geografica. Può essere tuttavia, quest’osservazione, un suggerimento per eventuali altre edizioni o nuove raccolte! |
PUBBLICATO 19/08/2018 | © Riproduzione Riservata

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