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Attenti, non c'è vita senza solidarietà!

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
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Gli oltre duemila neri di san Ferdinando sono una vergogna che ti fanno sentire ladro in casa tua, che procurano incubi notturni perché riportano alla luce della coscienza demoni, quei demoni che sono sempre in agguato in ognuno di noi quando si lascia governare esclusivamente dall’intelligenza volpina, dall’egoismo del proprio tornaconto che ci soffoca rendendoci animaleschi.
E non c’è nessun bisogno di essere cristiani o buddisti, maomettani o atei e materialisti per sentirsi o non sentirsi dolorosamente coinvolti nella barbarie che governa oggi il mondo da un continente all’altro, in questo ritorno ai tempi più feroci e spietati del passato recente e remoto; in ogni luogo si ergono nuove muraglie cinesi, nuovi ‘valli di Adriano’, che vanno dalla chiusura di ogni valico alpino alle palizzate di cemento in ‘terra santa’, dalle barriere di Trump ai porti sbarrati ai naufraghi di tutti i mari, dove nemmeno l’Ulisse di Omero sarebbe potuto approdare, e la stessa civiltà della mescolanza dei popoli, di cui pure siamo figli, sarebbe stata interrotta, impedita.
‘Transeat’ per gli steccati di Trump! Ma come si fa ad essere così ciechi e spietati, e a non rendersi conto che i neri di tutte le ‘san Ferdinando’ sono lasciati vivere peggio dei porci in uno stato di totale degrado per essere ‘usati’ nei cantieri, nei campi dove ogni giorno muoiono di stenti come veri e propri schiavi d’altri tempi! Perché ci si sente appagati solo per il fatto che i vari Ministri di turno, da Minniti a Salvini, fanno le solite passerelle e promesse palingenetiche in quei luoghi della miseria e della vergogna senza nemmeno indignarci?
Come si può consumare a tavola ogni giorno l’insalata di lattuga, di cipolla, di carote e di patate, o gustare l’arancia e il mandarino della piana di Gioia Tauro o degli odorosi agrumeti della bizantina Rossano senza pensare che il tutto arriva alle nostre mense dalle mani piagate di quegli stessi neri tanto aborriti e lasciati morire in mezzo ai flutti del mare in tempesta o in mezzo alle fogne di Rosarno per ordine di sceriffi spietati?
Come si fa nella grassa ed ‘evoluta’ città di Lodi e altrove a sbarrare il passo e negare il pasto nelle mense scolastiche a bambini di colore diverso dal nostro; bisogna essere proprio aguzzini spietati, che vivono solo di pancia, per permettere e tollerare tali abusi e disumanità.
E a questo punto ecco porsi impetuosa una domanda: ma allora lo spirito animalesco e la barbarie, che ha concepito e allestito i forni crematori del nazismo, aleggiano ancora in Europa e nel mondo?
Tutto ciò mi fa rabbia e paura nello stesso tempo, e agita le mie notti insonni. Ed ecco che mi viene la voglia di maledire la sinistra, quella in cui ho creduto insieme a tanti altri fin da giovane, nella speranza di apparecchiare con essa un mondo migliore. Quella sinistra ha tradito, è stata incapace di evitare queste derive involutive e pericolosamente autoritarie che, dimenticando ogni alito di solidarietà e di apertura verso la socializzazione della ricchezza, ha finito per criminalizzare ogni forma di lotta democratica per l’emancipazione dei più deboli.
E così questa sinistra truffaldina ha finito per appoggiare le guerre ‘giuste’, come quella del Cosovo e quelle americane; ha tollerato senza muovere ciglia che Francia e Inghilterra massacrassero con bombardamenti la Libia; ha portato avanti un restringimento dello Stato sociale favorendo privilegi feudali delle classi più abbienti, relegando così larghissimi strati delle masse popolari ai margini della società e al sottosviluppo, fino a consegnare in un piatto d’argento la fiumara del malcontento al qualunquismo della Lega di Salvini e della destra più becera. Senza parlare dell’assurdo rifiuto, della medesima sinistra, di qualsiasi dialogo con il movimento pentastellato, nelle cui file sono confluiti larghi strati delusi della medesima sinistra.
Ma l’aspetto più negativo oggi nella medesima sinistra è certamente anche la sua incapacità ad essere opposizione propositiva di fronte ai gravi problemi che sta attraversando la nostra società non solo nazionale ma anche europea, e così essa sinistra spende ogni energia residua a sostenere ancora politiche di arroccamento entro schemi ampiamente obsoleti: difesa di privilegi tardo-feudali ormai odiati dalla stragrande opinione pubblica, assenza di scelte di nuove prospettive di rilancio economico attraverso le grandi opere pubbliche di salvaguardia del territorio, dell’agricoltura, dell’inquinamento ambientale; abbandono di ogni rilancio della formazione culturale dei giovani sempre più abbandonati a se stessi e allontanati dalla scuola, dall’università e dal lavoro; indifferenza verso nuovi meccanismi di redistribuzione della ricchezza, sempre più destinata in poche mani; assenza di ogni legame diretto e non virtuale tra apparati politici e società civile.
Per non parlare dello scollamento totale tra cultura e politica, nesso in cui un tempo la sinistra poggiava la sua ragion d’essere e il suo primato. E, come si suol dire, quando la ragione dorme nascono i mostri e si diffonde il panico che ci toglie ogni umanità e dignità.

I neri di Rosarno
Non la natura matrigna
ma uomini belva,
nella piana che fu già di Ulisse,
da spietati aguzzini
hanno infierito per anni
contro poveri corpi indifesi.

E per essere neri di pelle,
per essi nessuno ha versato una lacrima,
di cui almeno il Cristo ha goduto
sulla strada del Golgota infamante.

Vergogna, feroci caini!
La pancia che avete riempito
di fetido pane usurpato
non vi scoppia col cuore nel petto?

Vergogna, maledetti bastardi!
Anche i padri,
che vi hanno donato la vita
e che per il mondo da neri
sono andati raminghi per voi,
- non sentite… -
dalla tomba vi rinnegano
e vi gridano contro! (1)



(1) Dalla raccolta “Fiori di pietra

PUBBLICATO 07/01/2019 | © Riproduzione Riservata





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