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Dal grottesco al tragicomico: il re nudo offre l'ennesimo vergognoso spettacolo

Foto © Acri In Rete
Luigi Caiaro - Giuseppe Intrieri
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Negli ultimi due anni Acri sembra precipitata in una spirale dalla quale non riesce ad uscire.
Il sindaco, in preda al panico per l’evidente e palese incapacità dimostrata, tenta reiteratamente una mossa freudiana: scompone e ricompone la giunta con continue sostituzioni di componenti, come se fossero elementi di un puzzle.
Il primo cittadino è convinto che, ritornando, come nel gioco dell’oca, costantemente al via, la gente cancelli gli ultimi inutili anni e si illuda che tutto sia a un nuovo inizio.
Vittime sacrificali di questo stato delirante sono i vari assessori, che vengono rimossi e sostituiti(o peggio ancora invitati e/o costretti a dimettersi) con una frequenza che non trova precedente nel nostro comune e, riteniamo, trovi pochi esempi in senso assoluto.
Per trovare una situazione di pari assurdità, bisognerebbe risalire alla Roma di Nerone: l’imperatore faceva fuori (in quel caso fisicamente, ma ci si passi la metafora) con una facilità estrema chiunque non fosse organico alla sua immagine e alla sua idea di grandezza.
L’amministrazione Capalbo verrà ricordata principalmente per essere stata un becero “assessorificio”!!!
Intanto, la città aspetta che i vari e numerosi problemi vengano perlomeno affrontati.
L’ultimo cambio di giunta merita di essere particolarmente stigmatizzato.
Con la recente mossa si sono ricomposti i “familiares” (seconda la ormai storica definizione del libro di Fortunata Piselli, che negli anni ‘80 del secolo scorso si dedicò con cura e perizia al nostro comune). L’ingresso in giunta del consigliere Mario Bonacci(sindaco facente funzioni) è innaturale sotto qualsiasi profilo.
Rappresenta un tradimento degli elettori, che lo hanno votato in nome di un programma e di una posizione di ferma opposizione all’attuale maggioranza.
L’aver accettato, Bonacci, un posto da assessore è ancora più grave: dimostra che la sua mossa aveva finalità e mire ben precise, una poltrona da assessore appunto, per poter gestire un minimo di potere.
Tutto questo è semplicemente vergognoso.
In otto mesi di balletto, il consigliere Bonacci non ha trovato il tempo e la volontà di dedicare due righe ai propri elettori, con le quali tentare di spiegare il senso di una scelta scellerata: il passaggio dall’opposizione alla maggioranza che si era candidato per contrastare.
Tutto è avvenuto e sta avvenendo nel chiuso delle stanze e nell’assordante silenzio degli interpreti di questa sceneggiata squallida e vergognosa.
Fra le tante critiche che ci vengono rivolte - come calabresi -dall’esterno, c’è quella di non riuscire ad affrontare le questioni politiche secondo un codice e delle norme standardizzate.
In realtà, nella decisione del consigliere Bonacci, di politico c’è ben poco.
Dietro il gesto scellerato del rappresentante di Articolo 1, c’è un tipo di concezione della politica che ritenevamo appartenesse a un passato lontano, fatta di accorducci, compromessi in barba a regole codificate e impegni assunti.
Una concezione che è l’antitesi della politica intesa nella sua accezione più nobile.
Tutto sommato, però, riteniamo che, in questa particolare fase storica del nostro comune, l’atteggiamento del consigliere Bonacci non stoni, ma sia in perfetta sintonia con questa maggioranza sgangherata, paranoide e schizofrenica.
Presto o tardi, comunque, la parola tornerà agli elettori, che, saranno implacabili.
Gli acresi, storicamente, hanno dimostrato di avere un rapporto ambivalente con la loro terra, essendo capaci di sfoderare, con eguale vigore, l’amore più struggente e l’odio più profondo, sapientemente dosati e amministrati a seconda delle situazioni.
Noi, pazientemente, aspetteremo, vigileremo e denunceremo, mentre ci prepariamo ad assistere alla fine rovinosa di questo melodramma.

PUBBLICATO 13/09/2019 | © Riproduzione Riservata





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