La serietà dell’azienda non è in discussione


Gruppo lavoratori Lav Service

Nei giorni scorsi ritenemmo opportuno dare risalto ad una vicenda, accaduta a Cosenza che coinvolge, non solo una donna del cosentino ma anche nostri concittadini. Come risaputo l’azienda Lav Services è diretta da giovani imprenditori acresi. Dopo aver riportato la testimonianza di Grazia e la replica dell’azienda oggi pubblichiamo un comunicato di un gruppo di lavoratori della stessa azienda. «Un lavoratore è una persona che svolge un’attività manuale o intellettuale in un contesto di produzione di beni o erogazione di servizi”, questo è quello che spiega un semplice vocabolario alla parola lavoratore. Un lavoratore, però, è prima di tutto una persona, fa solo parte di un rodato meccanismo a volte un po’ perverso ma che permette al mondo di andare avanti, ebbene un semplice operaio lavora solo con le sue mani, ma quando una persona ci mette testa e cuore in quello che fa allora è riduttivo parlare semplicemente di lavoro. Oggi a scrivere queste parole però non è un semplice lavoratore bensì un gruppo di lavoratori – scrivono – che hanno ognuno dei compiti e ad ognuno è affidato uno specifico servizio da svolgere. Ci conosciamo tutti e tutti ci conoscono come colleghi, ma è inevitabile dire che il tempo che possiamo trascorrere insieme è poco e forse si limita a qualche riunione lavorativa o incontro anche in occasioni di feste aziendali, però abbiamo un unico obiettivo andare avanti per un bene comune, il nostro. Viviamo un periodo difficile, un periodo in cui trovare lavoro è difficile, si fanno tanti, troppi sacrifici, difficilmente si trovano datori di lavoro seri e collaborativi con i quali anche solo scambiare due parole in merito al lavoro che fai e che svolgi diligentemente anche per lui, per il suo bene e per il bene della sua Azienda. Quando ami fare quello che fai, forse non lo chiami nemmeno lavoro ma sarebbe ipocrita dire che si ama follemente quello che si fa perché semplicemente sono sacrifici, tanti sacrifici, ma possiamo garantire che lo facciamo con il massimo impegno e la massima dedizione anche in quei giorni in cui tutto vorresti fare tranne che lavorare perché sei sommerso dai mille problemi personali e dalle mille preoccupazioni. Detto questo, vogliamo porre l’attenzione su quello che è diventato uno dei casi mediatici più discussi dell’ultimo periodo in ambito lavorativo, e che ci sta facendo riflettere, forse in modo particolare, entrando nel merito, perché si tratta di una collega. Molti di noi, non la conoscono bene, altri invece la conoscono meglio e con lei hanno svolto anche servizi. Si tratta della nostra collega Grazia Tripargoletti. Abbiamo come giusto che sia, seguito la vicenda ed essendo coinvolti in prima persona, ci siamo messi a riflettere e pensare fin anche a discutere tra di noi su tutti gli aspetti ma certamente su uno ci siamo trovati tutti d’accordo, la serietà della nostra Ditta a nostro avviso non si tocca. Pur riconoscendo il particolare caso umano, non ci sentiamo di puntare il dito sull’operato dei nostri amministratori, che dopo aver visto tutto e dopo aver valutato le loro considerazioni in merito, credo abbiano fatto tutto il possibile per farsi carico delle problematiche specifiche, non trovando oggettivamente nessuna soluzione aldilà di ogni ragionevole dubbio. Non ci sembra di puntare il dito e affermare che gli amministratori e la Lav Services tutta non sia dalla nostra parte, non ci sembra corretto per tutte quelle volte che ci hanno ascoltato, che ci hanno sostenuto, che ci hanno trattato come pezzi di un puzzle tutti ugualmente importanti, che ci hanno semplicemente garantito di poter portare a casa un dignitoso guadagno che ci permette di mandare avanti umilmente le nostre famiglie. Ci dissociamo da tali atteggiamenti, dove dopo aver costatato l’impossibilità dell’Azienda nel poter acconsentire ad una richiesta, si attuino atteggiamenti del genere, fino addirittura farne un caso mediatico, dove un azienda seria e professionale viene fatta passare per un azienda schiavista, cinica che non ha a cuore le sorti dei propri dipendenti. Non siamo bravi forse tanto con le parole ma con questa lettera vogliamo semplicemente dimostrare la nostra assoluta vicinanza e il nostro assoluto sostegno alla nostra Ditta, perché leggere dei commenti stupidi ci tocca, ci tocca dover sentire inesattezze sulla diligenza, correttezza e buon operato della ditta della quale orgogliosamente facciamo parte».
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PUBBLICATO 07/11/2019 | © Riproduzione Riservata

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