Uccise la badante, l'Appello conferma 24 anni


Roberto Saporito

La vicenda risale al luglio 2016. Siamo in località Scuva, al di là del fiume Mucone.
Una donna, N.T, 50enne, badante, di nazionalità bulgara, venne trovata uccisa poco fuori l’abitazione (nella foto) di Angelo Brogno, all’epoca 78enne, vedovo e pensionato, finito subito nel mirino degli inquirenti con l’accusa di omicidio. La donna, in servizio presso la casa di Brogno da una decona di giorni. secondo gli investigatori, fu uccisa da diverse coltellate. Tra le ipotesi avanzate dagli inquirenti, un rifiuto ad un rapporto sessuale o la volontà della donna di lasciare l’abitazione. Motivi che avrebbero spinto il Brogno ad aggredire e poi ad uccidere. L’uomo, accusato di omicidio, sin da subito si è professato innocente, sostenendo che quella sera due persone si sono intrufolate nella sua abitazione, forse a scopo di rapina, aggredendo lui e la donna. Quindi ha chiamato il 118 che quando è arrivato sul posto ha trovato il Brogno su una panchina in stato confusionale e la donna priva di vita. Una versione che non ha mai convinto gli investigatori. Nel giugno 2018 la condanna in primo grado a 24 anni di carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato. Ieri, a Catanzaro, la conferma in Appello. |
PUBBLICATO 07/02/2020 | © Riproduzione Riservata

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