Una guerra mai dichiarata
Franco Bifano
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A sentire in questi giorni qualche telegiornale, o le tantissime ore di trasmissione dedicate al coronavirus si direbbe che stiamo combattendo una vera e propria guerra.
Ecco, ad esempio, una “normale” apertura di TG: “ sono 12 le vittime e 325 contagiati. Anche l’esercito adesso presidia la zona rossa”. Non bastasse eventualmente questo titolo ad incutere timore, il resto lo mette nero su bianc, un giornale (notoriamente sobrio) come Libero che titola in prima pagina, a caratteri cubitali: “Prove tecniche di una strage”. Una strage? Roba che uno appena legge corre d’istinto a dare una strizzatina ai “gabbasisi” (per dirla alla Montalbano). Giusto per allontanare, con un gesto apotropaico e ben augurante, la nefasta idiozia. Mi preme chiarire è che un giornalone di questo tipo io non lo toccherei neanche con i guanti. Questo, non solo per paura di infettarmi del ben più pericoloso “cogliona virus”, ma anche per una manifesta allergia al suo Direttore. Se teniamo conto di questo tipo di comunicazione cosi “equilibrata”, possiamo poi meravigliarci se la gente compie l’insano gesto di correre a “svaligiare” i supermercati, facendo inutile incetta di generi di prima necessità, manco fossimo sotto assedio? C’è da dire che anche i social contribuiscono in maniera importante a dare una lettura a tinte fosche di quanto accade, grazie soprattutto ai tanti che con cura maniacale diffondono fake news in abbondanza. Oggi siamo al punto che il Presidente del Consiglio è dovuto intervenire per annullare il provvedimento di chiusura scuole, anche in una Regione come la nostra che al momento, insieme ad altre undici, non presenta nessun caso accertato del bellicoso virus. Assurdo! Niente panico dunque, meglio restare calmi. Gli esperti sono concordi nell’affermare che certamente il coronavirus non va sottovalutato, non perché abbia un’alta mortalità, anzi i dati dicono l’opposto, infatti siamo più o meno in linea con la stessa incidenza di eventi infausti dovuti ad una normale influenza. Occorre prendere le necessarie precauzioni perché la caratteristica principale del coronavirus è quella di diffondersi in maniera molto rapida, più di quanto non facciano altri virus. Ecco se c’è una cosa che fa paura è questa! La possibilità concreta di ammalarsi in tanti rischierebbe di metterebbe in ginocchio la Nazione, non perché il nostro sistema sanitario non sia all’avanguardia, ma perché, ci troveremmo senza un numero adeguato di strutture necessarie a garantire a tutti adeguata assistenza. Senza contare i rilevanti danni economici che ne deriverebbero. Le misure prese per la zona rossa di quarantena (due settimane) per evitare la diffusione del virus sono quindi del tutto normali. Non lasciamoci dunque influenzare dai predatori di consensi senza scrupoli o dagli sciacalli che lucrano su tutto, persino sulla salute. Soprattutto cerchiamo di vivere normalmente sia nella nostra città che nel resto della Regione, alzando il livello di guardia su chi arriva da zone a rischio, confidando nell’indispensabile senso civico che ognuno dovrebbe avere, nel rispetto comunque del protocollo di prevenzione previsto. Perdonatemi se mi scappa da ridere quando sento dire che mentre gli italiani sono rinchiusi, i porti restano aperti. A parte che i porti non sono mai stati realmente chiusi neanche in passato! Ciò nonostante in Sicilia, posto in prima linea degli sbarchi, l’unico caso di coronavirus è quello di una turista bergamasca in gita. Soprattutto, è bene ricordare che la Regione cha fatto registrare il primo contagiato è la Lombardia. Considerando che 250 dei 325 ammalati vivono nella stessa Regione è difficile credere che il contagio sia dovuto agli sbarchi. A meno che non si pensi che a Codogno ci sia un porto. Già, e magari lo stesso porto che Salvini, il mitico cazzaro verde, sostiene essere a Madrid. Olè toro!! |
PUBBLICATO 27/02/2020 | © Riproduzione Riservata
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