Covid 19, lo sfogo dell’infermiera acrese risultata essere positiva
Roberto Saporito
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In una delle nostre tante e seguitissime dirette facebook, precisamente in quella trasmessa dal piazzale dell’ospedale (visibile sulla nostra pagina) esprimemmo solidarietà e vicinanza a tutte le persone affette dal Virus ed in particolare ai quattro nostri concittadini a cui rivolgemmo gli auguri di una pronta guarigione.
Nello stesso tempo, sempre in quella occasione, tenemmo a precisare che essere “positivi” al Virus non significava essere definiti untori o essere messi sulla graticola o peggio ancora essere emarginati. Il nostro pensiero venne sottolineato anche dal sindaco Capalbo, dall’assessore alla sanità, Le Pera e dal direttore sanitario del presidio, Cozzolino. Tuttavia, la caccia alle streghe iniziò lo stesso ed anche la nostra redazione fu invasa da numerose richieste (rimaste inevase.) Come giusto che fosse, solo silenzio e rispetto, nei loro confronti e nei confronti dei familiari. Pur conoscendo alcuni soggetti coinvolti, non abbiamo mai ritenuto opportuno contattarli, oggi, però, siamo lieti di ospitare lo sfogo di uno dei quattro “positivi” apparso sulla propria pagina facebook. Riportiamo fedelmente quanto pubblicato. Numerose le condivisioni, altrettanti i messaggi di auguri per una pronta guarigione a cui si aggiungono, nuovamente, anche i nostri. “Come tutti sapete, sono io l’infermiera irresponsabile (nomea che alcuni miei concittadini mi hanno attribuito) risultata positiva al COVID-19. Rimasta in silenzio perché tutto quello che leggevo l’ho definito un vero massacro psicologico. Ho lasciato che la gente parlasse e costruisse delle vere storie da premio oscar, ma poi per il piacere di cosa? Avete dato il via ad una caccia spietata di nomi e cognomi, non pensando che siamo tutti essere umani e che ognuno ha una sensibilità diversa che va rispettata. Chi era a Pasquetta a fare “ciambotta”? Io che sono entrata in struttura alle 13.15 per lavorare, o voi che avete puntato il dito? Chi avete visto fare la spesa “in compagnia” sabato 11 aprile se io personalmente non vado a farla dal 16 marzo? Sicuramente avete avuto un abbaglio. Come fate a pensare che sapevo di essere positiva già da tempo e nascondere tutto? È da pazzi. Avete mai pensato all’angoscia e alla paura che abbiamo provato io e la mia famiglia? Ci vuole più rispetto per le persone che sono direttamente coinvolte, non giudicate-non serve- e non aiutate. La risposta alle vostre dicerie sta nell’esito NEGATIVO del tampone dei miei genitori e del mio fidanzato. Voglio pensare che a parlare sia stato solo il panico e che la paura sia stata maggiore dell’essere solidali e uniti, perché Acri si contraddistingue anche per questo. Ringrazio chi, pur non conoscendomi direttamente, mi ha dimostrato vicinanza e chi costantemente è stato presente dall’inizio della guerra e ogni giorno mi dimostra il significato di “ESSERCI NELLA GIOIA E SOPRATTUTTO NEL DOLORE”. Sono vicina a chi, come me, è “positiva” ed affronta con grinta e paura il percorso verso la sconfitta; e ai miei colleghi, VERI GRANDI EROI, che in struttura e senza sosta, continuano con coraggio a regalare sorrisi “solo” attraverso gli occhi. Ritorneremo ad abbracciarci, a presto.” |
PUBBLICATO 22/04/2020 | © Riproduzione Riservata
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