La storia di un negozio centenario a Serricella
Gaia Bafaro
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Acri, è suddivisa in varie frazioni e ognuna di queste ha una storia da raccontare.
Infatti, Acri può vantare un passato fatto di santi , nobili illustri, poeti e ancora oggi, si ritiene fiera dei suoi artisti e delle sue ingenti menti sparse per il mondo. Tuttavia, la storia di una città è anche quella che i suoi cittadini hanno contribuito a scrivere nella quotidianità ed è proprio di un uomo lungimirante , portatore di novità e crescita del territorio che oggi parleremo. Questo uomo si chiamava Antonio Fusaro. Nella frazione acrese di Serricella era il 1920 quando un ragazzo, Antonio, poco più che ventenne, aprì una cantina dove vendeva vino e ospitava gli uomini del territorio in una sorta di circolo ricreativo. Egli era proprietario di un pezzo di terra su cui coltivava viti ma, con una mossa coraggiosa e perspicace, decise di rinunciarvi per far sì che accanto al suo locale potesse sorgere la Chiesa di S. Giorgio Martire. Un gesto che favorì sia la zona che la sua attività. Infatti, il giovane, aveva aggiunto al commercio di vino, il tabacco e lo spaccio di sale che all’epoca era un bene primario e necessario soprattutto per la conservazione dei cibi. Non essendovi molto lavoro e di conseguenza denaro, Antonio cominciò a barattare i suoi prodotti con quelli offertogli dai contadini locali spesso castagne e fagioli, donando comunque il suo vino ai clienti che non sempre potevano permetterselo. La viabilità delle strade era fortemente scarsa quindi, il commerciante ricaricava la merce viaggiando sul mulo a Cosenza e, dopo la seconda guerra mondiale, in comitiva con altri giovani proprietari di attività in provincia, si recava a Napoli per acquistare stoffe. Durante il viaggio, era munito di fucile per paura di essere assalito dai briganti. L’attività Fusaro fu la prima di Serricella di Acri e divenne nota anche per l’ introduzione di bibite gassate. Aranciate, effervescenti e limonate erano molto apprezzate e gradite ai braccianti e alle persone che, all’epoca, camminavano esclusivamente a piedi. Il negozio ebbe un ruolo fondamentale anche durante la guerra, grazie alla sua posizione al centro di quarantasette frazioni, le persone potevano tramite la tessera annonaria acquistarvi farina e pane. Un’ulteriore e importante svolta per il territorio si ebbe con la costruzione nel 1951 della centrale idroelettrica dell’ENEL, furono creati posti di lavoro e di conseguenza iniziarono a circolare le prime monete, in questo momento storico nasceva l’emporio Fusaro. Vennero dunque introdotte stoffe, liquori e per la lavorazione del pane furono assunte delle donne con la mansione di reperire legna per il forno, anche la viabilità migliorò e Antonio poté munirsi di motocarro. L’unica funzione immutata nel tempo era quella di punto d’incontro e gli appuntamenti serali a lume di candela, divennero in un primo momento irradiati dalla lampada a gas e in seguito dalla luce elettrica. Con il boom economico degli anni 60, iniziarono a costruirsi i primi bagni all’interno delle abitazioni con acqua potabile e, fu in questo momento che Antonio lasciò spazio a sua figlia Giovanna Fusaro e al marito Franco Cairo e quest’ultimo ampliò ulteriormente l’esercizio commerciale inserendovi prodotti idraulici, di tubatura, ferramenta ed edili. Inoltre, Franco aveva vissuto negli Stati Uniti e conosceva bene l’inglese, per questo motivo iniziò a fare da tramite per i parenti degli emigrati d’America e per chi doveva comunicare con l’Ambasciata, scrivendo lettere anche per gli analfabeti della zona. Negli anni 70 un nuovo servizio per il cliente fu quello del telefono pubblico, i commercianti fungono da centralinisti e fissano appuntamenti per far parlare gli innamorati e i familiari lontani. Insomma si cerca di rimanere a passo con i tempi, introducendo originalità anche in un piccolo luogo dove le persone sembrano essere molto restie ,almeno in un primo momento, alle cose sconosciute. Qualche esempio? La mortadella non era acquistata per la credenza diffusa che fosse carne d’asino e anche il gorgonzola per il suo caratteristico odore non ebbe molta fortuna. Oggi esattamente a 100 anni di servizio, il negozio è in mano alla figlia di Franco, noto come l’Alimentari di Raffaella Cairo e noi l’abbiamo intervistata. “Contrariamente alle attività moderne dove vige la fretta e la freddezza, il nostro negozio è rimasto un posto accogliente, dove le emozioni e le esigenze del cliente sono al primo posto.” Dice Raffaella "un centro culturale e sociale che vuole sempre proporre il nuovo, infatti, ho preferito abbandonare la parte dedicata all’edile e alla ferramenta, pur mantenendo lo stile dell’emporio, per introdurre servizi di Lottomatica, ricarica Postepay e casalinghi. Sono, inoltre, stata la prima in zona a fare apprezzare l’etnico e tanti altri articoli direttamente dalla fiera di Milano”. Noi non possiamo che ringraziare Raffaella per il lavoro svolto da lei e la sua famiglia e per averci ospitati all’interno della sua attività, dimostrandoci che anche la gente comune, come il giovane Antonio circa 100 anni fa, sia stata attiva nella crescita culturale ed economica di un territorio. Come la sua tante altre piccole storie meriterebbero di essere raccontate, per dimostrare al mondo che ogni singolo individuo ha il potere di creare il cambiamento.
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PUBBLICATO 12/05/2020 | © Riproduzione Riservata
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