Mare e Montagne
Erika Gallo
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Rivedere il mare, le mie montagne, la mia scuola.
Tornare a metter piede sul primo asfalto, quello che mi fa sentire a casa perché dirige il mio sguardo direttamente alla collina di un bellissimo centro storico, quello che mi saluta per ultimo ad ogni partenza e che mi dà il benvenuto per primo ad ogni ritorno, quello che ora mi sembra imbattibile per bellezza e magia. Tornare a ripercorrere i pochissimi istanti di passaggio attraverso le vie principali di un paese di cui tanto ci lamentiamo ma a cui tanto sogniamo di tornare: il primo viale alberato, la curva che sovrasta la piazza e che mi conduce ad un passo dalla mia vecchia casa, quella dove ho lasciato i tre quarti danima del mio bagaglio. È così che continuo ad immaginarla: chiudo gli occhi e riesco a dettagliare in ogni particolare tutti i suoi angoli. Chiudo gli occhi e mi sembra di tornare nei miei posti con anima e corpo. - Com'è tornare a casa? - È come tornare a respirare un po' d'aria buona. In questa risposta, quella con cui il mio amico condivide il suo rientro con me che ne partecipo emotivamente, a distanza, riscopro concentrati tutti i sentimenti che si sono accavallati ed ingarbugliati - credo in ognuno di noi - fino a questo momento e che ora esplodono come fuochi dartificio e possono farsi aria, poi pioggia, poi neve, poi sole, vento, terra, cielo quello che ci si porta dentro sin da bambini, il porto che ci proietta nel mondo e lunico che, riaccogliendoci, ci regala ogni volta, non importa da quanto tempo non lo si raggiunga, lemozione unica del sapersi nel posto giusto. Siamo accorti, ora più di prima e continuiamo a proteggerci, a proteggerla. |
PUBBLICATO 13/05/2020 | © Riproduzione Riservata
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