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Monumento alla superficialità

Foto © Acri In Rete
Giuseppe Coschignano
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Vorrei esprimere un opinione dal punto di vista di un “Millennial” che ha avuto il coraggio e la follia di piantare le tende nel paese in cui è nato.
La nostra generazione sta avendo qualche sfortuna, ma ha avuto diverse fortune: una delle quali è l’aver maturato una consapevolezza dal punto di vista ambientale molto più spiccata rispetto alla concezione “usa&getta” tanto cara ai nostri genitori “Boomers”.
Su questa base, la mortificazione di fronte alla palese manifestazione di uno spreco si fa in noi un po’più forte di quanto non fosse d’uso in precedenza.
E meno male, perché è l’arma per risollevarci dalle succitate “sfortune”.
Non può, dunque, essere che di mortificazione lo sguardo rivolto ad un maestoso esemplare di abete reciso ed esposto per rinsecchire in pubblica piazza (Annunziata).
Lo capisco.. lo capisco che l’Amministrazione Comunale sarebbe stata criticata se in un Natale già così mesto non si fosse dotata di qualche orpello a beneficio delle masse, ma vogliamo, una volta tanto, pensare al messaggio nascosto dietro ad un singolo gesto??
Osservo quel’albero, tagliato e depositato laggiù morto in piedi in mezzo al cemento, guardo gli alberi che crescono gia’ li’ davanti , e penso: spreco!
Ecco cosa trasmette questo albero (stoccatore di CO2, difensore di suolo, ossigenatore per natura), diventato albero-di-natale: un’ulteriore rimando alla superficialità umana, che si mescola alle tante che, chi vuole, può notare sparse qua e là.
Mortifica ancora di più in un 2020 che sempre più drammaticamente ci ha richiama al rispetto degli elementi e dei confini naturali.
Sia ben chiaro: il taglio di un singolo e bellissimo albero non intaccherà la biosfera, non causerà frane o alluvioni, non-è-la-fine-del-mondo!
E’ il messaggio che non và.
Non gioia, non palline, non luci, bensì, ancora una volta, superficialità. .

PUBBLICATO 15/12/2020 | © Riproduzione Riservata





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