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I fatti della settimana. Augias, Arminio e le malelingue

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Redazione
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Lo spazio non poteva che essere dedicato a loro; a Corrado Augias ed a Franco Arminio.
Due frasi, nel giro di pochi giorni, hanno fatto indignare calabresi ed acresi.
Quest’ultimi stanno reagendo con una serie di considerazioni sui social e sui siti.
Alcune opportune, altre fuori luogo.
Oramai, spesso, reagiamo d’impeto ed anche una breve frase, in un contesto più ampio, può essere considerata offensiva e provocare forti reazioni. E che se ne frega se il resto ci piace, la piccola frase ci ha indignato.
Augias, intellettuale, giornalista, scrittore, ha detto a Giorgio Zanchini che la Calabria è irrecuperabile.
Crediamo si riferisse alla classe dirigente e politica e non agli aspetti naturalistici, ambientali e paesaggistici o alla generosità ed all’accoglienza dei calabri, dal Pollino allo Stretto.
Se è così, è difficile dargli torto. Se la nostra regione accusa ancora ritardi, emergenze e criticità, significa che gli amministratori non hanno amministrato bene e che c’è ancora una questione morale da risolvere.
Tanti i comuni sciolti per mafia, moltissimi i politici condannati per corruzione.
Augias, però, ci ha ricordato l’amico, giornalista Paride Leporace, in passato, qui, si è candidato per le Europee e non sembra aver speso una parola per la Calabria.
Speriamo lo faccia in futuro, nei suoi libri, nei suoi articoli o nei suoi programmi Tv e radiofonici.
Anche Franco Arminio, cittadino onorario acrese dal dicembre 2019, non parla o scrive della nostra città.
Lo seguiamo attentamente, mai una citazione nei suoi scritti, neanche in quelli apprezzabili del Corsera e nei programmi televisivi con Domenico Iannacone (Che ci faccio qui).
Noi di Acri in rete accogliemmo con soddisfazione la decisione dell’amministrazione comunale, perché ritenemmo, e riteniamo, Arminio una grande risorsa culturale. E non solo per aver inventato la Paesologia. Per Acri, però, può e deve fare di più.
Ad iniziare da un incontro pubblico, appena sarà possibile, per spiegare il senso della frase incriminata (qui se ne sono andati tutti, anche chi è rimasto).
Tuttavia, crediamo ingiusti ed inopportuni gli inviti (pochi per la verità) alla revoca della cittadinanza.
Peggio di Augias ed Arminio, ci sono le malelingue ed i codardi, quelli che vogliano farci passare per filogovernativi o contro l’amministrazione, quelli che vogliono farci passare per forcaioli e giustizialisti.
Sono gli stessi che non ci mettono la faccia e fanno esporre sempre gli altri.
Lo fanno in modo subdolo e dannoso.
Racconteremo sempre la verità attenendoci ai fatti e siamo consapevoli che a qualcuno questo modo di operare da fastidio.
Spesso ci siamo occupati di inchieste giudiziarie in cui sono stati coinvolti concittadini e conoscenti, e per chi si occupa di informazione non è facile.
Le regole, però, ce lo impongono, è un nostro dovere ma siamo garantisti e fino a quando non si espletano i tre gradi di giudizio, una perdona è innocente.
Essere indagati o imputati non significa essere colpevoli.

PUBBLICATO 31/01/2021 | © Riproduzione Riservata



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