TRADIZIONI Letto 3088  |    Stampa articolo

L’affascinu dall’antica Roma ai giorni nostri

Foto © Acri In Rete
Gaia Bafaro
condividi su Facebook


Le origini dell’ “affascinu” sono molto antiche, una testimonianza la si può trovare nell’antica Roma dove contro il malocchio dovuto all’invidia e alla cattiveria si utilizzavano i fascinus.
I fascinus erano degli amuleti a forma fallica da indossare o da appendere sulle porte, sotto i carri o che potevano essere parte dell’arredamento di casa (un esempio lo troviamo nelle lucerne rinvenute dagli scavi di Pompei e custodite nel museo nazionale di Napoli all’interno del Gabinetto segreto).
Il dio Priapo, dall’enorme fallo, era chiamato non a caso Fascinus e Plinio il Vecchio ci racconta che in origine un amuleto noto come Fascinus era custodito segretamente nel tempio di Vesta dalle Vergini Vestali.
L’organo sessuale maschile proteggeva dall’ oculus malignus e persino nei riti in onore a Bacco, i Liber, veniva portato in processione un fallo che proteggeva i campi dalla fascinatio, un incantesimo maligno. Le effigie falliche erano infatti presenti nei giardini e sui terreni e nell’odierna Libia è stato ritrovata un bassorilievo del secondo secolo dopo Cristo con un pene che eiacula in un occhio. Non è tutto, i militari dell’antica Roma indossavano un amuleto con un fallo in un pugno o dei peni eretti con delle vagine, quest’ultima rappresentazione era particolarmente potente perché rappresentava l’unione delle due forze generatrici. Vi erano inoltre dei gesti scaramantici da compiere: corna o fare le fiche. Essere soggetti a malocchio era anche un modo per trovare una causa a malattie incurabili, catastrofe o incidenti. Le vittime, allora come anche adesso nell’immaginario popolare, erano soprattutto donne e bambini.
Il malocchio in Calabria è noto come “affascinu” e in base alla zona cambiano le formule e le usanze per scacciarlo. Magia popolare, religione e superstizione si uniscono e danno origine ad un credo paganeggiante, attento ai cicli lunari, alla gestualità fino a divenite dei veri e propri riti. Per coloro che sono stati colpiti dall’occhio maligno e invidioso vi sono dei sintomi ben precisi: mal di testa, continui sbadigli, stanchezza e nei casi più gravi svenimenti e malattia.
Coloro che “sfascinano” sono per lo più donne, antiche sacerdotesse connesse con quel lato “folle” di cui ci parla Platone e da ricondursi alla capacità di profetizzare e comunicare con Dei.
Le donne sono magiche grazie alla propria sensibilità di vedere oltre e percepire ciò che non è razionale.
Le “sfascinatrici” sono anziane e hanno appreso il potere di togliere il malocchio da madri, nonne o zie, seguendo formule e riti che si ripetono da generazioni.
Le formule sono tramandate esclusivamente durante il giorno di Natale o a Pasqua (al di fuori di questo periodo equivarrebbe a perdere il potere) ad un massimo di tre persone poiché la donna che insegna a “sfascinare” cede inevitabilmente un po’ della sua energia.
Si inizia pensando intensamente alla “vittima” e in base alla quantità degli sbadigli e alle sensazioni sgradevoli percepite dalla “sfascinatrice” (che possono essere nausea, giramenti di testa e così via), si può determinare se a lanciare il maleficio sia stata una sola persona o di più, se maschio o femmina fino a capire anche l’intensità e la gravità della questione. Si procede eseguendo il segno della croce tre volte sulla persona “affascinata” rispettivamente sulla testa, sulle labbra e sul cuore e da questo momento seguono una serie di litanie, preghiere (principalmente Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre) per terminare il rito in due modi differenti: con acqua e sale o acqua e olio. Alcune guaritrici mettono in una ciotola d’acqua nove pizzichi di sale pronunciando le parole: “Vattinni affascinu malidittu, vati anniga mienzu u mari, ca chissù è sangue beneditto e tu nun c’hai a chi fare” ( Vattene affascino maledetto, vai ad annegare in mezzo al mare perché questo è sangue benedetto e tu non puoi Farci nulla).
Importante è la frase “questo è sangue benedetto” sottolineando che la persona è stata battezzata quindi appartiene a Dio e nessun incantesimo del maligno può sottometterla.
L’ acqua in questione è smaltita anche in questo caso a seconda delle linee di pensiero: gettata in un corso d’acqua o all’incrocio della strada dove qualcuno passerà e porterà con sé il maleficio. I crocevia sono punti importanti e pericolosi da sempre, luoghi negativi e ritrovo di fantasmi, basta pensare che ancora oggi vi vengono riposte immagine sacre e che nell’antica Grecia erano luogo dedicato alla dea della notte e della stregoneria: Ecate.
Un diverso metodo di sfascianare è quello con l’olio, si pongono tre granelli di sale grosso in una bacinella d’acqua e un cucchiaio d’olio.
Se l’olio resterà sul fondo l’affascinato sarà liberato dal malocchio, se le gocce saliranno a galla allora la questione sarà più grave. A questo punto, alcune donne ripetono il rito dello sfascino più volte fino a che l’olio non rimane sul fondo. Alcune varianti poco note usano anche i fiammiferi o le forbici di ferro per terminare il rito. Il ferro è un metallo capace di allontanare gli spiriti, tanto che se consiglia di nascondere una forbice sotto il proprio materasso per proteggersi.
Come si può scongiurare il malocchio? Ad oggi non ci sono gli stessi ciondoli fallici dell’antica Roma ma comunque si possono utilizzare alcune accortezze (a parte gli stessi gesti apotropaici delle corna e delle fiche): Indossare un abitiello ( pezzo di stoffa con erbe sacre, immagini e sale) ; portare con sé in una parte nascosta cornetti rossi, gobbetti, pietre di sale o ciondoli con degli specchi che rimandano al mittente le negatività.
A proposito degli specchi, possono essere collocati in punti strategici delle case o fuori dalle abitazioni per proteggersi dagli attacchi degli invidiosi.
A tale scopo si utilizzano anche delle particolari maschere spaventose e cornute appese sulle porte o nascoste vicino all’abitazione.
Visto che i neonati e i bambini sono molto esposti all’occhio maligno è usanza dalle nostre parti dire dopo avergli fatto un complimento: “fora affascino” per scongiurare qualsiasi forma di cattiveria.
Che si creda o meno al potere dell’affascinu sicuramente si tratta di un fenomeno radicato nell’animo della gente difficile da estirpare e reso più reale di ogni altro tipo di religione dato la sua particolare diffusione.

PUBBLICATO 26/04/2021 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

CULTURA  |  LETTO 254  
A proposito del Collegio di Sant’Adriano: ecco cosa scrive Anselmo Lorecchio
Usa la locuzione latina “ab imis” il giornalista Anselmo Lorecchio (1843.... ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 1276  
Sogno '95
Acri è come un sogno, che ci si arrivi dalla strada della frana o dalla galleria, benvenuti nella città di Sant’Angelo, il centro si stende sonnolento fra il verde e l’azzurro del cielo che copre le s ...
Leggi tutto

FOCUS  |  LETTO 1932  
Focus. Fiori e piante. Passione, formazione e innovazione
Non solo ha deciso di restare ad Acri ma Francesca Orfello ha rinnovato la sua attività che le sta dando molte soddisfazioni. Ama definirsi fiorista, un lavoro che porta avanti con passione, cura, for ...
Leggi tutto

CURIOSITA'  |  LETTO 253  
Charles Didier in tour nei primi anni dell’ottocento a San Demetrio e in altri paesi
“Io partii da Corigliano un bel mattino d’autunno; lasciando a malincuore le sue torri feudali, il suo triplice acquedotto, le sue boscaglie d’arancio, m’avviai verso le colonie albanesi di San Demetr ...
Leggi tutto

EDITORIALE  |  LETTO 1098  
I nostri venti anni con le borse di studio
Nel 2004, era il mese di marzo, precisamente il 24, al giovane Gianluca Garotto, dottore in scienze politiche, viene in mente un’idea risultata essere poi vincente. Quella di creare un sito internet c ...
Leggi tutto