Giornata delle Driadi e sacralità degli alberi nel tempo


Gaia Bafaro

Oggi, secondo alcune fonti, si celebra il giorno dedicato alle Driadi, delle bellissime ninfe che vivevano all’interno di boschi. Le ninfe, rappresentano il principio femminile sia nell’aspetto della seduzione (si pensi al termine ninfomane) che nutritivo. Secondo la mitologia si prendono cura dei bambini divini o li partoriscono. Infatti, Zeus stesso, Apollo e Dioniso furono allevati da ninfe, il loro lato oscuro, invece, le descrive come spietate tentatrici che portano l’uomo alla rovina divenendo incarnazione del desiderio sessuale. Inizialmente le Driadi erano le ninfe delle querce e solo inseguito furono considerate divinità degli alberi e delle selve. Si tratta di fanciulle di una straordinaria bellezza che vivono nei boschi coperte solo da veli, nude o con la parte inferiore simile a quella di un tronco. La loro natura poteva essere immortale e si distinguono dalle amadriadi cui vita era totalmente legata a quella dell’albero in cui vivevano, infatti era considerato di cattivo auspicio abbattere un albero poiché si uccideva nello stesso tempo una ninfa ad esso associata. L’albero è importantissimo in tutte le culture in quanto si tratta di un simbolo ascensionale, Mircea Eliade ne sottolinea la forza nel rinascere e nel morire continuamente, rigenerando le sue foglie e tornando al vigore dopo l’apparente morte invernale. In esso si riuniscono la terra, l’acqua e l’aria, con riferimentii a molte triadi sacre: passato, presente e futuro; altezza, larghezza e lunghezza; e così via. L’albero è persino simbolo di morte, molte pratiche ne richiedono l’utilizzo, ad esempio, nei cimiteri è presente poiché si tratta di richiamo all’immortalità dell’anima. A tal proposito, presso i Celti esisteva un albero della morte il Todtenbaum, ogni uomo al termine della vita era riposto all’interno del proprio albero poiché necessario come tramite per condurre l’anima nell’aldilà sia essa destinata al Paradiso o all’Inferno (si ricordino i roghi delle streghe). Nello stesso tempo, gli arbusti sono simbolo di vita (albero genealogico; albero filogenetico; organigramma) e secondo la psicologia, l’osservazione di come un individuo disegna un albero può essere una lettura dello stato psicologico ed emotivo della persona ( albero con radici, spoglio, con foglie ecc… ) Anche nelle storie delle divinità l’albero è importantissimo. Buddha ebbe l’illuminazione dopo cinque anni ai piedi di un albero; il frassino Yggdrasil, invece, nella tradizione nordica sorregge il mondo nelle sue manifestazioni protetto dalle Norne. Al suo interno si trova la fonte della conoscenza sorvegliata da Mimir mentre le sue foglie sfamano la capra Heidrun, sacra ad Odino che a sua volta nutre i guerrieri del Dio. C’è da ricordare anche che Wotan, concepì le rune dopo essere stato appeso ai rami di Yggdrasil a testa in giù per nove notti. Persino nella Genesi vi è l’albero della vita che possiede i frutti della conoscenza del bene e del male mentre nel Corano si sottolinea come le anime malvagie non avranno altro nutrimento che le spine dell’albero maledetto “Zaqqum”. In ambito esoterico è molto utilizzata l’immagine dell’albero rovesciato e anche Dante descriverà nel Paradiso un albero con la cima affondata nella terra, immagine della penetrazione dello spirito/cielo nel corpo/terra. Nell’arbusto sono racchiusi il principio femminile (fogliame accogliente, che cova i frutti) e maschile (tronco fallico) e numerosissime sono le pratiche che lo vedono protagonista. In India, prima di sposarsi i genitori del futuro marito consultano gli oroscopi per sapere se la fanciulla scelta apporterà benefici alla famiglia dello sposo. Se la ragazza dovesse essere una “maglik”, ciò una persona con un destino sfavorevole, questa dovrà sposarsi una prima volta per lasciare al primo marito la sua sorte sfavorevole. A questo punto entrano in gioco gli alberi, si celebrerà un matrimonio con questi e se ne adorneranno i rami per mezzo di ghirlande di fiori (chi è stato in India ha potuto scorgerne qualcuna) in modo da far assorbire al fusto tutto il male. In India si pensa che gli alberi siano ciò che resta del Soma, sacra pianta nutrimento degli Dei e che possa assorbire tutti gli errori dell’umanità. Furono sempre gli alberi, secondo i Purana a nascondere agli Dei Blasfemi la parola sacra per donarla agli uomini sotto forma di strumenti di legno che potevano in tal modo creare la musica: liuti, tamburi, zampogne. Infine, vorremo ricordare alcune credenze e pratiche magiche che vedono protagonisti gli alberi. Di pessimo augurio in passato era ritenuto sradicare o tagliare un albero, tale crimine veniva punito con la morte, per questioni di necessità e per l’utilizzo del legno per costruire abitazioni, si doveva prima di ogni cosa pregare ed effettuare sacrifici. Gli aborigeni australiani, ponevano i propri prepuzi in un albero, qui arrivava l’anima alla nascita e vi tornava da morta. La placenta e il cordone ombelicale (che ne ricordano le fattezze) venivano riposte ai piedi di un albero. Gli arbusti, secondo alcune tradizioni hanno sesso e coscienza, se un albero non offre frutti, si tratta sicuramente di un maschio e così, i Galelaresi vi pongono una gonnella sul tronco per fargli cambiare sesso e mostrarsi in tal modo prolifero. Da ricordarsi è la botanomanzia praticata soprattutto attraverso le querce, albero profetico per eccellenza. Si ascoltava in silenzio lo stormire delle foglie al vento per effettuare profezie. In questi giorni abbiamo assistito all’incendio di numerose foreste Calabresi, uno scempio che non può che nuocere alla nostra salute e, attenendosi alla tradizione, alle sorti di chi ha contribuito a questo crimine.
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PUBBLICATO 03/08/2021 | © Riproduzione Riservata

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