Fiamme, distruzione e indignazione. Ecco quanto costa spegnere un incendio
Roberto Saporito
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Dissesto idrogeologico, terremoti, alluvioni, erosione costiera, incendi. La Calabria, purtroppo, soffre di tutte le criticità naturali. Non è la prima volta, e crediamo non sia l’ultima, che alcune zone del territorio vengono distrutte dal fuoco che sta tenendo impegnati Prociv, Anas, Calabria Verde, Comune, Vigili del fuoco. In cenere pini, abeti, faggi, castagni, piante, terreni coltivati. Danni anche alla fauna. Chi ha buona memoria ricorderà i roghi che in un passato recente hanno colpito l’ingresso della città e la valle del Mucone. Cogliere in flagranza di reato i piromani non è facile, allora occorre puntare sul rafforzamento di uomini e mezzi, considerato che, spesso, gli incendi colpiscono contemporaneamente più siti della regione. Più volte organi di stampa autorevoli (Repubblica, Espresso, Report), si sono occupati del business sugli incendi e della mano della criminalità. Ad iniziare dall’utilizzo dei Canadair, realizzati da un’azienda canadese. Essi vengono utilizzati nelle aree boschive. Ci siamo informati presso un dirigente dei Carabinieri Forestali. I Canadair sono capaci di caricare circa 5 mila litri di acqua in pochi secondi e possono raggiungere anche le sei ore di autonomia. Il mezzo può arrivare a costare anche molti milioni di euro e un’ora di volo poco meno di 10 mila euro (tra ieri ed oggi su Acri siamo già a 18 ore circa). In Italia i Canadair sono in dotazione alla Prociv e ai Vigili del Fuoco (in Calabria la base è Lamezia Terme). Ad oggi, agosto 2021, sono una quindicina in tutto. A loro sono affiancati altrettanti elicotteri. Gli incendi di queste ultime ore hanno provocato molta indignazione. Abbiamo ritenuto opportuno riportare due riflessioni; una di Nicola Morra, senatore e presidente della commissione antimafia, e l’altra di Pino Scaglione, docente e architetto. Scrive Morra; “relativamente agli incendi, grazie ad un report dei Carabinieri, abbiamo appreso che solo il 2% dei roghi ha una causa naturale. Dal 15 giugno i Vigili del Fuoco hanno effettuato 37.407 interventi, 16 mila in più rispetto all’anno scorso. Secondo il rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente nel 2020 sono andati in fumo 62.623 ettari (+ 18% rispetto all’anno precedente). Il reato di incendio boschivo è molto grave, con pene fino a 10 anni, anche 15 in caso di danno permanente. I veri piromani, chi ha un reale disturbo psichico, sono una minoranza, ma provocano danni enormi perché agiscono in modo seriale. Gli altri incendiari lo fanno per ritorsione, per un presunto torto subito, per rinnovare aree destinate al pascolo, oppure per interessi illegali.” Scrive Scaglione; “la battaglia che vorremmo intraprendere, un comitato di cittadini, con il supporto di esperti, è denunciare alla procura della Repubblica lo scempio, il disastro ambientale, l'omicidio efferato commesso su oltre 200 ettari di boschi. Il polmone verde di Acri è morto, e ci vorranno almeno venti anni per ricostruirlo. Una battaglia per la quale abbiamo bisogno di tutti, una battaglia civile, ambientale, culturale. Non mi piace ancora una volta che tutto resti sotto la cenere. Grazie a chi vorrà aderire e contribuire costituendosi contro gli assassini.”
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PUBBLICATO 05/08/2021 | © Riproduzione Riservata

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