Cronaca di un grave problema sociale
            
				  Angelo Garotti
					
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                         Non se ne può più. Sono avvilito da una situazione veramente drammatica, mi sembra di vivere in uno di quei paesi in via di sviluppo che vuole emergere, vuole spiccare il volo, ma purtroppo si scontra ancora con tanti piccoli problemi, che riducono drasticamente la percezione di benessere sociale, per avere la possibilità di guardare “verso l’infinito universo et mondi” (Giordano Bruno mi perdonerà per questa citazione).  
                      Benessere sociale ormai ad Acri è solo un’Utopia. In quelle poche ore di sonno che riesco a fare nelle torride notti di un Agosto infuocato, mi metto a sognare pensando di essere Raffaele Itlodeo affascinato dalla bellezza e dall’ordine dell isola di Utopia. Poi però salto in piedi e mi accorgo che il genere ideale per descrivere oggi Acri è la distopia e penso subito ad Aldous Huxley e al suo “Il nuovo mondo”, oppure a “1984” di Orwel, questo perché ci troviamo in piena emergenza idrica. Dal mio punto di vista, a causa di anni passati a perdere tempo sui manuali universitari e non solo, l’acqua è un bene di primaria importanza senza la quale, gli scienziati ci insegnano, non sarebbe possibile la vita. A questo punto mi si accende una lampadina e mi sovviene il ricordo di un corso universitario che frequentai molti anno fa, il nome era “diritto dei beni comuni”. In una delle parti di questo corso, se la memoria non mi inganna, si discuteva dell’importanza di questo essenziale bene che in Italia è garantito a tutti in quanto assurge al livello di “diritto fondamentale”. Purtroppo se l’acqua non c’è qualcuno potrebbe obiettare che la protesta, il dissenso e l’indignazione sarebbero inutili, io per coprirmi le spalle mi faccio un paio di domande che esporrò brevemente. La prima è questa: Acri è stato un paese che in passato non ha mai avuto, o avuto solo in una piccola parte, di questi problemi, perché ci sono adesso? La seconda: chi dovrebbe informare e aiutare i cittadini ad uscire da questa situazione? La risposta secondo me è questa: cari cittadini, ci troviamo di fronte ad un apparato amministrativo palesemente inadatto a gestire la cosa pubblica. Quando purtroppo la mediocrità diventa classe dirigente, soprattutto a causa della mancanza della funzione di formazione che in passato avveniva nei partiti, si assiste all’erosione lenta ma progressiva dei nostri diritti, del nostro futuro e per finire della dignità di Acri stesso. Nemmeno uno dei nostri amministratori si è fatto avanti (che fastidio che provo quando dico “nostri amministratori”) provando a cum-patire, come diceva Schopenhauer, il nostro disagio e a spiegarci una situazione ai limiti del “teatro dell’assurdo”. Mi dispiace tanto trovarmi ancora ad Acri, mi dispiace per quello che questa comunità è stata in passato, per quello che ha rappresentato nel contesto calabrese, per le professionalità che ha prodotto e purtroppo ha lasciato andare. Mi dispiace per quello che mi hanno insegnato mio padre e i miei nonni che qui hanno deciso di investire e lavorare duramente. Acri non è più quella comunità che viene descritta dal Padula sottolineandone la forza. È diventata una morente cittadina con un’amministrazione incapace di ascoltare le istanze sociali e territoriali. In parte mi sento responsabile di questa incapacità, in passato ho sostenuto chi ha trasformato un partito di aggregazione e discussione (ad Acri era una istituzione importante e forte), in un "cartel party" (per chi fosse interessato può leggere Katz e Mair 1995), cioè un partito senza iscritti non più in grado di fare da collante fra istituzioni e società civile. Per poi proseguire il capolavoro a Palazzo Gencarelli, con le varie beghe di potere da gestire, senza ascoltare i problemi delle persone. Mi appello alla profonda dignità dei cittadini acresi, spronandoli a non assistere, sfiancati, alla totale e definitiva distruzione della nostra comunità. Mi auguro emerga “l’eroico furore” di chi con la mente riesca ancora ad andare oltre i confini di un provincialismo mediocre incapace di vedere la bellezza. Bisogna porre fine a questo problema e dare al più presto una risposta risolutiva nell'interesse di una comunità che soffre da tempo questo e tanti altri disagi.  | 
                    
PUBBLICATO 13/08/2021 | © Riproduzione Riservata
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