La depressione
Gencarelli Giuseppe
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Il sig. D vuole fare il cantante, ma un problema alle corde vocali gli impedisce di raggiungere questo obiettivo.
Così inizia a fare uso eccessivo di alcolici, gli viene data la possibilità di sostenere un colloquio di lavoro per un’importante azienda, ma all’appuntamento tiene un comportamento inadeguato perché ubriaco. Inizia a pensare che sia un fallito ed un perdente. Rimane giorni e giorni chiuso in casa a guardare la tv, smette di uscire e di chiamare gli amici, dorme e beve troppo. Se qualcuno va a trovarlo, i sig. D è distaccato, risponde a malapena e tratta male il suo miglior amico. Così le persone iniziano ad allontanarsi da lui. Gli sembra tutto senza senso, tutto vuoto, l’unica cosa che gli suscita una piccola emozione è pensare al modo migliore di suicidarsi. Questo è un caso emblematico di Depressione, patologia che colpisce, in Italia, più del 5% della popolazione e la percentuale sale drasticamente se si valutano le persone che ne hanno sofferto almeno una volta nella vita. Nonostante ci siano alcune differenze percentuali, la depressione può presentarsi a qualsiasi età e riguarda sia maschi, che femmine. Riferendomi al DSM-V, lo strumento di cui si servono i professionisti del settore, i sintomi della depressione sono i seguenti. Chi è depresso, probabilmente avrà moti di questi sintomi, ma non tutti necessariamente. - Umore depresso. Per la maggior parte del giorno la persona si sente giù, triste, vuota. Si sente il bisogno di piangere o provare a piangere ma senza riuscirci. Anche l’irritabilità è presente in molti casi. - Perdita di interesse nelle cose che prima risultavano piacere, e nella vita in generale. - Significativa perdita o aumento di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni. - Insonnia o ipersonnia, dormire molto meno o molto più di prima, avere difficoltà ad addormentarsi, o svegliarsi di continuo. - Agitazione o rallentamento psicomotorio. Il corpo, la mente, o il modo in cui si parla e si comunica vanno troppo veloci o troppo lenti. - Mancanza di energia. Sensazione di stanchezza, anche piccole mansioni sembrano montagne da scalare e in casi più gravi, le normali attività quotidiane risultano troppo difficili. - Sentimenti di colpa e autosvalutazione eccessivi ed inappropriati. Autostima bassa, sentimenti di inutilità e di essere cattivi, sensazioni di odio o rabbia verso sé stessi. - Indecisione o ridotta capacità di pensare, difficoltà a concentrarsi. - Pensieri ricorrenti di morte. Sentimenti di disperazione, pensare che non vale la pena vivere, che gli altri starebbero meglio senza di voi, possibili fantasie di suicidio e reale programmazione di quando, dove e come compiere questo gesto. La depressione può manifestarsi come uno o più episodi della durata di qualche settima (mesi se non curata) e quindi si parla di “Disturbo depressivo maggiore” o può accompagnare la persona in maniera più leggera ma con durata di molti anni (Disturbo depressivo persistente o distimia). Dopo un episodio depressivo molte persone tornano alla normalità non presentando più il problema, altri invece possono continuare ad essere depressi e presentare episodi ricorrenti o diventare distimici. Secondo il modello cognitivo-comportamentale della depressione, un episodio depressivo può essere scatenato nel momento in cui la persona si trova ad affrontare una situazione negativa di perdita. La perdita può essere intesa in senso lato, come morte di una persona cara, la fine di una relazione amorosa, un fallimento in ambito lavorativo ma anche la perdita della stima da parte di qualcuno. Sentirsi tristi in queste situazione è più che normale, le persone sperimentano un senso di accettazione della perdita e poi un disinvestimento emotivo. Nella depressione invece la perdita è vissuta in maniera abnorme, la persona si sente impotente e disperata. Quando si viene a creare tutto questo, inizia una un processo negativo nel quale pensieri, emozioni, sensazioni e azioni innescano una reazione a catena che portano ad un peggioramento della depressione stessa, un circolo vizioso in cui la persona riceve sempre meno rinforzi dall’ambiente, e sentendosi impossibilitata nel migliorare le cose, si impegna di meno e di conseguenza ottiene di meno, proprio come il caso sopracitato del sig. D. Anche se la depressione è una patologia diffusa e che nei casi più gravi può portare alla morte (autoindotta), se adeguatamente e prontamente trattata si può avere una remissione nell’80% dei casi. Le possibili cure per il trattamento possono essere molte ma quella ritenuta più efficace risulta essere la combinazione tra psicofarmaci, e la psicoterapia. Ci sono anche prove a supporto dell’efficacia (uguale o addirittura maggiore) di alternative ai medicinali come alcuni orientamenti di psicoterapia. Comunque è necessaria un’attenta valutazione da parte di un professionista. Naturalmente questa è un’abbreviazione e semplificazione della complessa realtà che affligge chi soffre di Depressione. |
PUBBLICATO 05/09/2021 | © Riproduzione Riservata

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