La propaganda del potere annienta il dissenso e il silenzio è complice


Alberto De Luca

Con la scusa di proteggere il pollaio dalla temibile volpe, il padrone dell’aia chiude i polli nella gabbia per preservarli dalla morte violenta e allungargli la vita. Una volta messi in gabbia, non li difenderà solamente dagli attacchi dell’astuto predatore, ma li controllerà sotto tutti i punti di vista e fino alla loro soppressione. Il fatto che non si può dire più nulla, se non si va nella direzione di un certo potere ormai dilagante, indica che c’è bisogno di prepararsi alla resistenza per chi dovrà sopravvivere nel prossimo futuro. Lo scrivo perché è già tardi e chi comanda in Italia e nel mondo proseguirà nel suo cammino senza farsi tanti scrupoli, soprattutto quando si tratterà di lasciare indietro chi non si adeguerà al sistema. È utile pubblicare questo articolo anche se verrà poco considerato, visto che la libertà d’espressione è ormai confinata solamente all’élite che garantiscono il corretto funzionamento dell’informazione. È già accaduto nella storia, ma si tende a dimenticare facilmente ciò che secondo alcuni non ha più valore. “In un tempo non troppo lontano, le persone non potevano neppure proferire il proprio nome per paura di essere deportate”. L’onda anomala del potere colpirà tutti e i più sfortunati si accorgeranno per primi dell’impatto doloroso che essa avrà sugli individui fragili per natura o diventati tali per mano dei potenti. Sarà ancora più complicato accettare la realtà nel momento in cui tutto diventerà buio. È già successo, il problema esiste, e tutto si sta svolgendo alle spalle di chi vive nell’indifferenza quotidiana. Non mollare mai è la parola d’ordine per chi dovrà combattere più degli altri con la sola incognita di sopravvivere a chi sta chiudendo il mondo in una “gabbia per polli”. La paura c’è, ma non deve paralizzare più nessuno. Contro ogni sistema prepotente bisogna reagire per non soccombere e garantirsi sempre una via di fuga. Non è tutto oro quello che luccica, e di fronte a ciò che non fa più ragionare, abbiamo già perso, senza neppure combattere e questo non fa onore a nessuno. Non possiamo subire l’oltraggio di chi ci ha tolto gli strumenti della libertà e li ha riposti al servizio del potere come mezzi per raggiungere i propri fini. La realtà è spesso raccontata attraverso le cronache di coloro che convivono col sistema del comando, per ovvi motivi, attraverso i capitali messi a loro disposizione e da chi il potere lo gestisce insieme ai soldi. Allora, pubblicare contenuti fuori dal coro è utile poiché genera opposizione contro l’indifferenza di uno Stato che non garantisce più il pensiero libero senza il controllo delle stanze del potere in cui si può affermare di tutto a proprio vantaggio. Tale scritto richiama tutti a una riflessione, senza troppi condizionamenti, soprattutto in un momento difficoltoso come quello attuale, senza cercare la scusa di non poter far nulla. Ciò che vogliono i ricchi e i potenti del mondo è controllare la vita degli altri e abbandonare i poveri al loro già incerto destino. Dunque, riaccendere la luce sulla libertà individuale è d’obbligo, sotto tutti i punti di vista e attraverso una serie d’iniziative che non possono essere confuse con delle regole non conformi alla difesa della libertà umana. Gli ultimi diventano la forza di tutti gli altri che non parlano più, al contrario di un mondo passato in cui si parlava tanto e non si taceva mai, anche quando la sordità dilagava nelle stanze del potere, senza mai risolvere i problemi, ma col timore che il popolo c’era e non scherzava.
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PUBBLICATO 13/11/2021 | © Riproduzione Riservata

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