A proposito di cultura del cambiamento


Comitato Beni Comuni – Acri

Il progresso civile si regge sul libero confronto e sul rispetto reciproco, sull’impegno per il bene della collettività intera considerato senza pregiudizi né discriminazioni.
E la discussione aperta è pratica partecipativa da stimolare e da garantire sempre come momento di crescita comunitaria. Il nostro scritto, pertanto, non mira ad esercitare “l’arte di ottenere ragione”, né individua questa amministrazione come un avversario, semmai vuole, con lungimiranza, offrirsi attivamente costruttivo. Qualche anno fa, il Comitato Beni Comuni di Acri, inoltrò un’istanza con la quale si proponeva: lo spostamento del monumento Giovanbattista Falcone, attualmente ubicato in via Regina Elena, nella piazza antistante il palazzo Sanseverino-Falcone; la costruzione di un monumento dedicato a Vincenzo Padula da collocare in piazza Matteotti al posto dell’attuale fontana da spostare, a sua volta, per un ulteriore abbellimento, ipoteticamente nella rotonda del nuovo ingresso alla città. L’intenzione della proposta era semplice ma significativa. E apprezzammo il pronto interessamento dell’amministrazione, che testò gli umori della cittadinanza pubblicando un articolo contenente una sorta di sondaggio. L’idea della nostra proposta scaturiva da alcune riflessioni circa l’attuale trasformazione urbanistica. L’ampliamento del territorio ha determinato una modifica dei suoi spazi di socializzazione che impone una riconsiderazione urbanistica. Inoltre, ci si appellava all’appartenenza identitaria di Vincenzo Padula per dimostrare la necessità di conferire al nostro illustre concittadino un monumento che visibilmente ne rappresentasse il legame con Acri e ne ricordasse il valore per tutto il Meridione. Alla base della nostra proposta era la convinzione che le due piazze, fulcro della vita cittadina, dovessero riferire una gloriosa identità culturale del rinnovamento estetico. Accolti in un primo momento, i nostri suggerimenti sono stati, subito dopo, respinti, originando peraltro una serie di operazioni meritevoli di indagini. Nell’attuale scenario, la realizzazione del percorso dei murales legati al museo del Risorgimento non contempla quegli ulteriori interventi che sarebbero utili a migliorare la sua funzione di itinerario turistico; simile discorso vale per il progetto di restyling di corso Sandro Pertini, di cui le testate giornalistiche hanno pubblicato stralci in varie occasioni: nessuna attenzione al contesto urbanistico, alla prospettiva, all’illuminazione pubblica, alla fruibilità dell’area pedonale e alla sicurezza è manifestata. Pare allora doveroso interrogarci su quali siano stati i criteri che ne hanno permesso l’attuazione. Goethe ci rammenta che il dubbio cresce sempre con la conoscenza. E il nostro dubbio qui vuole suscitare un confronto costruttivo, aperto e mirato a migliorare il futuro. Nel quadro degli interventi considerati includiamo anche quelli previsti in via Vincenzo Padula, i quali andrebbero circostanziati per non disattendere la rivalutazione della nostra antica via commerciale. Pur riconoscendo a questa amministrazione l’impegno per il recupero degli immobili, altrimenti in stato di degrado, altresì sottolineiamo la mancata riconsiderazione dell’assetto della strada stessa dove il percorso pedonale non risulta essere inserito in una visione complessiva. Auspichiamo allora che l’attuazione dei progetti non trascuri mai l’organicità dell’impatto e degli effetti degli stessi sulla comunità affinché i cambiamenti siano incisivamente migliorativi. Invitiamo, inoltre, la cittadinanza tutta a esprimersi sull’argomento, consapevoli che il tempo della campagna elettorale non sia certamente il più favorevole al libero confronto. |
PUBBLICATO 07/02/2022 | © Riproduzione Riservata

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