Possessione demoniaca e malattia mentale
Giovanni Cicchitelli
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In questo periodo di emergenza Covid, la pandemia è stata causa di un forte stress e preoccupazione per il futuro, sollecitando le strutture psichiche più vulnerabili. È verosimile che la domanda di interventi psicosociali aumenterà notevolmente nei prossimi mesi e anni, vista la pressione cui sono stati sottoposti non solo i malati, ma anche gli operatori sanitari, gli studenti, i familiari dei pazienti affetti da COVID-19, le persone affette da disturbi mentali e, più in generale, le persone che versano in condizioni socio-economiche svantaggiate ed i lavoratori, i cui mezzi di sussistenza sono stati minacciati. Non a caso i farmaci ansiolitici, fin dai primi mesi del 2020, hanno fatto rilevare una crescita del 12%, in particolare nelle Regioni del Centro, come ad esempio Marche (+68%) e Umbria (+73%), come emerge dall’aggiornamento al primo bimestre 2021 dei dati di monitoraggio sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19, pubblicati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a marzo 2021, insieme al dettaglio regionale delle informazioni. C’è anche chi come padre Michel de Certeau, sacerdote, antropologo, linguista e storico francese, afferma che – invece di presumere che il Covid sia opera del diavolo –, le persone che hanno perso i propri cari, i mezzi di sussistenza e sono state isolate si siano aperte alla possessione diabolica, rendendo essenzialmente facile la possessione. Dell’alterazione dello stato mentale e della diagnosi differenziale tra i disturbi psicopatologici e l’azione straordinaria del diavolo si discute da molto prima della pandemia. Il termine psichiatria è stato coniato dal medico tedesco Johann Christian Reil nel 1808, dal greco psyché (ψυχή) = spirito, anima e iatreia (ιατρεια,ας) che significa cura (medica): letteralmente la disciplina si dovrebbe occupare della "cura dell'anima". D’altro canto, la cura d'anime (traduzione del latino cura animarum, equivale all'azione pastorale) di fronte al peccato e alla grazia, nella prospettiva delle realtà ultime (morte, giudizio, inferno e paradiso) vede nel sacerdote l’incaricato, come guida o custode delle anime. Lo ha ben presente il Prof. Massimo Giannantonio, ordinario di psichiatria all'università di Chieti e Pescara e ordinario incaricato alla «International school of medicine» del San Camillo di Roma: “La psichiatria è nata proprio come terapia delle malattie dell'anima e di fatto ha tolto ai preti la giurisdizione sulla gestione dell'anima dell'uomo. Prima si pensava che l'anima fosse avvelenata dal peccato, creasse disagio alla mente e al corpo e che quindi andasse liberata. Poi è subentrata la visione positivistica, per cui tutto riguarda il corpo, in questo caso l'organo del cervello. Ma il dibattito è sempre stato molto acceso per capire se la follia fosse di matrice psicodinamica o biologica”. Secondo l'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici circa 500 mila italiani ogni anno si rivolgono a un esorcista, pur non essendo nella maggior parte necessario. Il 65% è composto da donne di livello culturale medio-basso, provenienti dalle Regioni del Centro-Sud; 20 su 100 sono minorenni. Tutte fasce della popolazione più deboli. Inoltre, oggi sono 300 circa gli esorcisti ufficiali che operano in Italia e dipendono dai rispettivi vescovi diocesani. Cinquemila sono i casi che un esorcista può arrivare a seguire in un anno. E ben 50 mila sono gli interventi effettuati in 15 anni da Gabriele Amorth, esorcista della diocesi di Roma, oggi scomparso. "La possessione diabolica o demoniaca – spiega Laura Cantarella, psicoterapeuta – è il fenomeno per cui, in determinate culture e religioni, si ritiene che un organismo o uno spirito estraneo, definito come diavolo o demone nella maggior parte dei casi, possano prendere possesso del corpo di una persona vivente, legarsi alla sua anima e torturarla mentre è ancora in vita. La persona in questione viene definita indiavolata o indemoniata. Il fenomeno della possessione affonda le sue radici nei testi sacri: nel Nuovo Testamento, ad esempio, vengono riportati degli episodi in cui Gesù Cristo affronta e libera alcuni indemoniati". "La Chiesa – prosegue Cantarella – stabilisce che, prima di arrivare all'esorcismo, la persona che teme di essere posseduta dal demonio debba effettuare visite mediche. Vanno anche valutati gli indizi che rivelano la presenza del demonio in una persona: forza sovrumana, potere di parlare lingue sconosciute, rivelazione di notizie segrete o di episodi e circostanze lontani nel tempo e nello spazio, reazioni violente contro tutti i simboli sacri. Va inoltre accertata preventivamente la non reattività del soggetto alle terapie psichiatriche. Solo a quel punto si può procedere con il rito. E sbagliano di grosso quelle persone che avvicinano l'esorcista come se avesse dei poteri straordinari, un po' come se fossero dei 'maghi buoni'". "In tempi recenti, la fede nella possessione si è indebolita - aggiunge Cantarella - anche da parte degli stessi ambienti ecclesiastici, poiché è stato scoperto come molti presunti casi di 'indemoniati' debbano in realtà essere messi in relazione con malattie mentali, come la schizofrenia e alcune forme di psicosi, o con patologie quali la sindrome di Tourette. D'altra parte, molte persone che richiedono aiuto agli esorcisti vengono da essi stessi riconosciute come bisognose non di cure spirituali, ma psichiche". Aveva forse ragione Baudelaire: "la più grande astuzia del diavolo è quella di farci credere di non esistere"? Giovanni Cicchitelli, avvocato e criminologo clinico
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PUBBLICATO 25/04/2022 | © Riproduzione Riservata

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