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E' impressionante la forza della stupidita'

Foto © Acri In Rete
Padre Leonardo Petrone
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La forza della stupidità è facile leggerla nella vita politica, più facile inciamparvi nella vita sociale. Ancora più facile rimanere vittima della forza travolgente della stupidità. Tutta colpa della ”crisi”, si grida a pieno volume. Ma ogni crisi dovrebbe insegnare prudenza ed offrire intelligenza supplementare onde evitare incertezze. Invece siamo caduti supinamente nel pantano delle incertezze: mantenere o togliere il crocifisso? La pillola RU486 porta tranquillità nelle ragazze minorenni? L’embrione umano è uomo o semplice grumo di cellule? Questi i principali problemi sul corroso tappeto politico. In questi ultimi mesi si dimenano sul tappeto altri due problemi: intercettazione e manovra. Veramente il tappeto politico del “Populus Italicus” è diventato pesante, esoso, forse obeso, certo costa più di ogni altra nazione. L’intelligenza è il Dono per eccellenza che Dio ha dato all’uomo, è barlume della sua divina sapienza. La maggior parte dell’eccellente Dono è sprecata, è sprecata dall’ottusa stupidità. E’ sprecata in cose futili – in cose pericolose. A rendere evidente lo spreco sono le carenze delle cose indispensabili. Mamma delle cose futili è la televisione: sempre filmetti da sbaciucchio, e quando gli sbaciucchi avvengono tra gay, il commento ad altra penna, l’indagine esplorativa afferma che l’insoddisfazione sessuale è in aumento e ciò genera depressione. La superficialità, con i soliti condimenti, è ormai minestrina di ogni giorno. Un lavoratore che suda e produce non trova posto in tv nè tra il “popolo della notte” che in discoteca ama pieno volume. Le cose pericolose proliferano e sono usate; l’uso quotidiano fa la cronaca. “Le fucine del Demonio” sfornano armi a pieno regime. C’è da vergognarsi vedendo certe parate militari, invece ci si gloria dei terribili armamenti. Quando poi compaiono uomini armati in una pacifica piazza, ci si rende conto che lo spreco è vistosamente maggiorato: con le armi non si lavorano i campi. Un quarto di ciò che si spende per gli armamenti basterebbe a non far piangere i bambini che hanno fame, tanta fame Viviamo tempi difficili non solo per la crisi economica, entrata nella quotidianità delle famiglie, ma per le profonde trasformazioni che sconvolgono gli equilibri geopolitici ed economici: intreccio di culture, religioni, visioni. Un sapiente dei nostri giorni definisce quest’intreccio “nuovo meticciato”. Un nuovo mondo si affaccia all’orizzonte, spazzerà via le barriere, non come facevano gli Unni, i musulmani affermano che lo faranno con il ventre delle loro donne. Pertanto, dalla crisi trasformativa non si esce con provvedimenti di natura economica, si esce solo con il lavoro. Il lavoro trasforma il metallo, trasforma e rende migliore anche l’irrequieta società. Impariamo a vivere senza sprecare il Dono. Siamo in estate e la splendida storia, avvenuta in un piccolo orto dell’Estremo Oriente, è certamente di grande aiuto. “Nell’orto erano nate alcune zucche. Una era grande e ben colorita, tutti vedendola, ne erano ammirati. A fianco di questa meravigliosa zucca cresceva una zucca piccola, malfatta, pallida. La grande zucca, piena di sé e strizzando l’occhio diceva: “sei brutta! Sei la vergogna delle zucche”. La piccola rispondeva per le rime e si accapigliavano rumorosamente. Un monaco, disturbato da quel chiasso, ordinò loro di mettersi sedute in meditazione. Man mano che le zucche sedevano in silenzio, con mente raccolta e calma, ebbero una nuova visione dell’universo dove tutto è in ordine. Un giorno, toccandosi la testa scoprirono di essere unite ad unico tralcio. La grande zucca, vergognandosi, pensò: “la tristezza della zucca pallida è anche mia, la sua sofferenza è mia!”. Disse allora alla piccola zucca: “perdonami, mia piccola compagna! Sono stata molto sciocca. Un’unica vita ci congiunge, perché litigare?”. Tutti sogniamo una “Happy Valley”. La vallata esiste, per entrarvi basta spingere i due battenti fatti di onestà e responsabilità, anche il “nuovo meticciato” vi trova posto. Il nobile Toro Seduto amava dire ai falsi amici bianchi: “l’uomo libero è come un fiume che non corre mai all’indietro”. In breve perse tribù e vallata della libertà dove i bisonti erano numerosi, non conosceva la politica dello spreco, della doppiezza e la forza della stupidità prepotente. Stupidità e superficialità non sono moneta della sapienza, sono immondizia cervellotica, sono un dire e fare estraneo all’equilibrio mentale.

PUBBLICATO 06/06/2022 | © Riproduzione Riservata





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