Allerta meteo, sindaci indulgenti, sindaci rigorosi
Roberto Saporito
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Ci sono arrivate molte mail e altrettanti messaggi riguardo l’ordinanza del sindaco Capalbo che ieri ha deciso di chiudere le scuole per la giornata di oggi a causa di un’allerta meteo di colore arancione per il comune di Acri che, come risaputo, ricade nell’area Cala5. Noi non vogliamo entrare nel merito delle scelte del primo cittadino che, lo ricordiamo, è il massimo responsabile della sicurezza del comune.
Proviamo in questa sede, per l’ennesima volta, a fornire spiegazioni riguardo il significato di allerta: chi la dirama e quali precauzioni occorre prendere? L’allertamento meteo è un sistema di previsioni meteo a fini di protezione civile per segnalare situazioni potenzialmente dannose. Quindi non si tratta di una semplice previsione metereologica puntuale e per un lasso di tempo ma serve a prevenire i rischi connessi ad eventi meteo, ad esempio, un’alluvione o una frana. L’allerta meteo è divulgata dai Centri Funzionali Arpa ( quello calabrese è l’Arpacal) che gestiscono le attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale degli eventi e dei loro effetti sul territorio. Il tutto viene poi trasmesso alla Prociv che avvisa i comuni. In base alle condizioni meteo previste si valutano le possibili conseguenze sul territorio che è diviso in aree omogenee. In Calabria esistono 8 zone omogenee denominate Cala1, 2,3,4,5,6,7,8. I livelli di criticità previsti hanno una gradazione del rischio individuata da un codice colore (verde, giallo, arancione e rosso). Il colore verde indica assenza l’assenza sul territorio di fenomeni significativi previsti e prevedibili, il giallo individua ordinaria criticità e il rischio potenziale previsto può essere affrontato con strumenti ordinari e locali, l’arancione rappresenta un livello di rischio moderato, mentre il rosso rappresenta rischi potenziali elevati con danni diffusi e significativi. Ogni giorno, intorno alle 13, in base alle indicazioni provenienti dal Centro Funzionale Multirischi dell'Arpacal, la Protezione Civile regionale dirama il Messaggio d'Allertamento Unificato (MAU) che individua il livello di criticità previsto in ogni zona. In base all’allerta, la Regione e il Comune valutano quale fase operativa attivare quindi se attivare il pre-allarme o l’allarme. A questo punto compiono le azioni previste nei propri Piani di protezione civile coordinandosi tra loro. Il Comune informa la popolazione e comunica ai cittadini i comportamenti corretti da seguire. Ad esempio, sulla base del livello di rischio previsto è il Comune che deve decidere se chiudere o meno le scuole. Ieri, come si vede nell’immagine allegata, anche per il comune di Acri, che rientra nella zona Cala5 (al confine con Cala2) era prevista un’allerta meteo arancione, ovvero fenomeni diffusi e insistenti. Lo stesso dicasi per l’intera fascia ionica. Ci risulta che solo due sindaci hanno deciso di emettere l’ordinanza di chiusura delle scuole, quello di Acri e quello di Mirto, eppure i rischi maggiori erano stati previsti per tutti i comuni della zona ionica e di alcuni interni. Perché solo i sindaci di Acri e Mirto hanno deciso di chiudere le scuole? Esistono sindaci indulgenti e sindaci rigorosi? Come mai i primi cittadini dei comuni di Cariati, Corigliano Rossano, Trebisacce, Amedolara, Villapiana, Cassano, Bocchigliero, Longobucco (in quest’ultimo comune si sono verificati smottamenti e straripamenti di fiumi e torrenti) interessati anche essi da un territorio fragile, non hanno ritenuto emettere alcuna ordinanza? Ed inoltre, che senso ha chiudere le scuole e lasciare aperte attività commerciali, uffici, parchi, ville, strutture ricettive, cinema, piazze, sottopassi, strade? C’è da dire, infine, che giornate come queste, con allerta gialla e arancione, ce ne saranno molte altre ed allora piuttosto che emanare ordinanze occorre puntare alla prevenzione, ovvero alla messa in sicurezza del territorio e delle strutture ed alla eventuale delocalizzazione di fabbricati che insistono su aree a rischio.
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PUBBLICATO 30/11/2022 | © Riproduzione Riservata

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