OPINIONE Letto 2005  |    Stampa articolo

L'Arte che si vive: il MACA di Acri con Massimo Garofalo

Foto © Acri In Rete
Carla Pappalardo - Mancuso Marco
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Il Museo d'Arte Contemporanea di Acri, meglio noto come MACA, non è solo un contenitore di opere. È un luogo dove l'arte prende vita, specialmente quando a far da narratore è una figura come quella di Massimo Garofalo.
Straordinario storico dell'arte, Massimo ha trasformato una semplice visita in un'esperienza sublime, facendoci toccare con mano le sfaccettature e i segreti di ogni singola opera.
Non una lezione accademica, ma un dialogo intimo. L'approccio di Garofalo è stato quello di una guida che non si limita a snocciolare date e nomi, ma che crea connessioni emotive e intellettuali. Ha svelato il simbolismo celato in un'installazione, ha raccontato l'anelito dietro un'opera scultorea e ha dato voce al silenzio di una tela. Con una preparazione impeccabile, ha saputo cogliere le domande silenziose dei visitatori, rispondendo con aneddoti e chiavi di lettura che hanno reso l'arte accessibile a tutti, dal neofita all'appassionato.
Il valore inestimabile di una guida d'eccellenza
In un'epoca in cui la fruizione dei musei è spesso frettolosa e superficiale, la figura di una guida come Massimo Garofalo si rivela di fondamentale importanza. Un museo, per quanto magnifico, rischia di rimanere un labirinto di oggetti muti senza qualcuno che sappia dargli un senso profondo. Un cicerone come lui non è un semplice accompagnatore, ma un mediatore culturale.
La sua profonda competenza, unita a una passione tangibile, ha saputo illuminare l'essenza di ogni opera. Ci ha ricordato che l'arte non è solo ciò che si vede, ma ciò che si sente e si comprende. È la storia di chi l'ha creata, il contesto in cui è nata e l'eredità che lascia. L'eccellenza di una guida sta proprio qui: nel saper tessere un filo invisibile tra l'artista, l'opera e il visitatore, creando un legame indissolubile.
Un mestiere, una vocazione
La visita al MACA con Garofalo ha sottolineato un'altra verità: la guida museale non è un lavoro per tutti. Richiede studio, dedizione e una capacità innata di comunicare e coinvolgere. È un mestiere che va oltre la semplice conoscenza: è una vera e propria vocazione.
Garofalo ne è un esempio lampante, dimostrando che la preparazione e l'amore per il proprio lavoro possono elevare un'esperienza comune a qualcosa di straordinario.
La visita al MACA di Acri con Massimo "cicerone" è stata un promemoria potente: l'arte vive e respira, ma ha bisogno di un interprete capace per svelare la sua anima. Una guida competente e appassionata non è un lusso, (o forse si).. ma una necessità per vivere davvero l'esperienza museale in tutta la sua ricchezza, in tutta la sua bellezza!
La Voce Narrante del dottor Garofalo ci ha emozionati anche nella narrazione del borgo.
In una realtà dove il turismo si muove spesso alla ricerca di mete blasonate, esistono luoghi che conservano un'autenticità rara, un'anima profonda che aspetta solo di essere raccontata. Acri, un gioiello incastonato ai piedi della Presila cosentina, è uno di questi. Ma per far emergere la sua vera essenza non basta una guida turistica, serve un romanziere, una voce che sappia cogliere le sfumature, i dettagli e le storie che si annidano tra le mura dei suoi palazzi storici e nelle pieghe della vita quotidiana dei suoi abitanti.
Non si tratta di una semplice esposizione di fatti storici o di descrizioni architettoniche. L'abilità di Garofalo risiede nella sua capacità di tessere un filo invisibile che lega il visitatore al luogo. Le sue parole non si limitano a descrivere il fascino di Palazzo Sanseverino-Falcone o la maestosità di Palazzo Spezzano. Massimo li fa vivere. Racconta gli aneddoti, i segreti sussurrati dai secoli, le vite che si sono incrociate in quei saloni. Trasforma i mattoni in storie, le finestre in occhi che guardano il passato e il presente.
La sua narrazione è un viaggio che stimola tutti i sensi. Si riesce quasi a sentire l'eco dei passi nei corridoi di un tempo, a immaginare i profumi delle cucine di una volta, a percepire la vivacità di una società che, pur evolvendosi, ha mantenuto un legame indissolubile con le sue radici. Questo accade perché Massimo Garofalo non è solo uno studioso o una guida, ma un profondo conoscitore e un innamorato della sua terra. La sua passione è contagiosa e si avverte in ogni parola.
Ma il vero tocco di magia si manifesta quando il racconto dei palazzi si mescola con l'anima di Acri, fatta della genuinità delle persone. L'abilità di Massimo sta nel mostrare come l'eleganza di un cortile nobiliare si sposi perfettamente con la semplicità e l'accoglienza di un artigiano o di un anziano seduto sulla soglia di casa. È un'esperienza che unisce l'alto e il basso, il passato e il presente, l'arte e la vita.
Massimo, con la sua grande competenza e la sua innata capacità di emozionare, non si limita a mostrarci Acri. Ce la fa sentire. Ci permette di entrare in contatto con un luogo ancora intatto, dove la bellezza dei luoghi si fonde con la ricchezza dell'animo delle persone. Un connubio raro, che sotto la sua guida diventa un'esperienza indimenticabile, un invito a riscoprire l'importanza della narrazione nel dare valore ai luoghi e, di conseguenza, a noi stessi.

PUBBLICATO 19/08/2025 | © Riproduzione Riservata





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