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Il cipresso di piazza Purgatorio deve vivere

Foto © Acri In Rete
Francesco Foggia
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Non possiamo abbattere un albero solo perché un poco di buono, viziato, incosciente, spaccone e stupido ha dato fuoco al suo interno.
Quel cipresso era lì, nel meandro del Torrente Calamo, molto tempo prima che nascesse mia madre e che la mia generazione ha visto trasformare in una piazza cittadina, che ospita un mercato settimanale e che serve come parcheggio-auto per coloro che si recano al Municipio o al Centro Storico più arcaico.
Non bisogna abbatterlo. Bisogna fare di tutto per farlo continuare a vivere, come, d’altronde, vivono tanti altri alberi in Sila, vandalizzati da qualche piromane della domenica.
Ne abbiamo testimonianza al bivio per la Fossiata sulla SS 177 che, addirittura, ospita un altarino religioso.
Che si riduca la sua chioma, al momento, per sopportare meglio l’azione del vento, ma quell’albero a Piazza Purgatorio di Acri deve continuare a vivere.

PUBBLICATO 13/12/2022 | © Riproduzione Riservata



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