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Un’importante studio geoarcheologico sull’individuazione dell’arcaica Sybaris

Foto © Acri In Rete
Redazione
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È stato pubblicato nel mese di dicembre appena trascorso sulla rivista “Geologia Tecnica & Ambientale”, la n.02 del 2022 del Consiglio Nazionale dei Geologi, un interessantissimo e approfondito articolo volto a individuare i resti del centro urbano della polis arcaica di Sybaris. Si tratta di uno studio geologico applicato all’archeologia, basato sulle fonti storiche (pp. 23÷39 della rivista). Coerentemente alle antiche narrazioni (Strabone e Diodoro Siculo) l’area indiziata è posta in una località distante da Thurii posizionata a ridosso dell’antico corso del fiume Sybaris (oggi Coscile) localizzato, a quei tempi, diversi chilometri più a nord rispetto alla sua attuale localizzazione come, peraltro, ampiamente tramandato dalle fonti storiche. Nell’articolo l’autore riferisce di avere corposi indizi della presenza dei resti dell’antico anfiteatro greco e, molto probabilmente, di una porzioni delle mura fortificate ubicate a diversi km di distanza da Parco del Cavallo dove sono notoriamente localizzati i resti della polis panellenica di Thurii e della Civitas romana di Copiae. Lo schema geomorfologico riportato evidenzia le tracce attuali e antiche degli alvei dei fiumi Crati e Sybaris (Coscile) e le ubicazioni dei resti di Thurii, di Copiae e quelli dell’antica Sybaris per come ipotizzato nello studio geoarcheologico. L’ ipotesi sostenuta dal geologo Josef Rota dovrebbe essere ulteriormente verificata da indagini geofisiche specifiche condotte nell’area indicata nello studio come, peraltro suggerito e auspicato dall’autore stesso dell’articolo. Ci auguriamo che la verifica di quanto ipotizzato possa essere presto attivata poiché, un esito positivo delle indagini, potrebbe rappresentare per la Calabria una scoperta archeologica importante in quanto, la Sybaris arcaica, fu la più bella, importante e ricca polis della Magna Grecia tra l’VIII e il VI sec. a. C. Fu definita dai romani, che di bellezza e d’arte se ne intendevano, la Perla della Magna Grecia più bella di Atene e di Sparta. Ci risulta che le autorità competenti siano state informate dello studio dunque attendiamo fiduciosi ulteriori sviluppi della ricerca nell’interesse della Calabria e dei calabresi (ricalcando, si spera, quello che è stato lo sviluppo che l’area archeologica di Pompei ha avuto nell’ultimo decennio e cosa questo ha rappresentato per la Campania e per i campani) oltre a rappresentare, l’eventuale scoperta, un ulteriore contributo di conoscenza di tipo storico-archeologico avendo successivamente la possibilità di ammirare e studiare realmente i resti della leggendaria polis. Tutto questo a 50 anni dalla scoperta dei bronzi di Riace che richiamano in Calabria turisti di tutto il mondo attratti e ammaliati dalla bellezza che emanano, prepotentemente, le bellissime statue bronzee greche esposte al Museo Nazionale di Reggio Calabria. Attendiamo fiduciosi ulteriori e solleciti sviluppi della ricerca.

PUBBLICATO 12/01/2023 | © Riproduzione Riservata





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