JUGUEADU Letto 2338  |    Stampa articolo

Ogni scarrafunu è biallu alla mamma sua

Foto © Acri In Rete
Jugueadu
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Cari amici,
oggi jugueadu ritorna e volge i suoi occhi indiscreti sui genitori odierni e l’educazione dei figli.
La saggezza popolare, come sempre, ci indica il cammino e voglio iniziare con: “ogni scarrafunu è biallu alla mamma sua”. Per chi non conosce il dialetto significa letteralmente che anche un figlio non bello a sua madre sembra bellissimo. Jugueadu non intende citare questo proverbio con il significato letterale, ma come una leva per aprire la porta dell’irragionevolezza di molti genitori (per fortuna non di tutti). Ogni essere umano da subito dopo la nascita inizia il suo percorso di apprendimento che continua tutta la vita. Impara a riconoscere chi gli sta vicino, le cose che lo circondano, poi inizia a parlare e raggiunta l’età giusta inizia ad andare a scuola. Con il primo giorno di scuola si fa il primo passo per entrare a far parte della “società”.
E’ proprio in questo momento che diventa fondamentale avere avuto la fortuna o la sfortuna di nascere in una famiglia piuttosto che in un’ altra.
La storia dell’umanità ci insegna che non è solo il livello economico che determina il successo o l’insuccesso futuro di un piccolo essere umano. Certo, in una famiglia agiata economicamente la vita di tutti i giorni può essere più facile, ma questo centra fino ad un certo punto con l’educazione. Non è che chi ha più soldi obbligatoriamente sarà fantastico e chi ha ristrettezze economiche sarà per destino condannato: figli di ricchi che si drogano e figli di poveri diventati scienziati. Naturalmente non bisogna generalizzare.
Ma cosa vuol dire dare e ricevere una corretta educazione? Le definizioni abbondano nei vari vocabolari ed enciclopedie cartacee ed on-line a significare che al riguardo le idee sono tantissime, ma nessuna sviluppa appieno l’argomento.
Jugueadu non ha la pretesa di dare una personale definizione, ma cercherà di analizzare ed argomentare il concetto, così ciascuno con la propria intelligenza, avrà la possibilità di ragionarci sopra (far riflettere è il motivo principale del perché Jugueadu è tornato).
Il fine principale dell’educazione è di fornire al piccolo essere umano, fin dalla nascita, gli “strumenti” con i quali costruirà la propria personalità. E’ un percorso fatto di salite, discese, inciampi, delusioni, cadute, gioie e dolori. Da solo non potrebbe farcela e la famiglia prima e la scuola insieme alla famiglia dopo, hanno il ruolo fondamentare di guidarlo.
Ma in quale famiglia è nato?
In una famiglia dove la cosa più importante è l’amore tra i vari componenti; dove si pratica l’onestà, il rispetto dei ruoli genitori-figli; dove il lavoro è la fonte del sostentamento; dove si insegna a rispettare la dignità degli altri; dove la “buona educazione” (intesa come comportamento con gli altri) è al primo posto; dove l’esempio è il principio guida; dove niente si da per scontato ma deve essere meritato e guadagnato; dove il sacrificio fa parte del vivere; dove si stimola la curiosità, il desiderio, l’aspettativa; dove si insegna ad essere responsabili fin da piccoli, nel bene e nel male delle proprie azioni; ad abituarsi che nella vita non si può ottenere tutto quello che si desidera…e subito.
Oppure in una famiglia dove il piccolo essere umano è considerato un dio e deve essere servito e riverito in tutto, “non gli deve mancare niente”, qualsiasi desiderio deve essere subito esaudito; dove il comportamento, l’onestà, il rispetto verso gli altri, sono optional di cui se ne può fare a meno; dove l’avere ha più valore dell’essere; dove la “protezione” verso il piccolo essere diventa patologica.
Questi genitori sono ansiosi, magari “attempati”, insicuri, apprensivi, irrazionali, che vanno in panico ad ogni vagito ma che senza rendersene conto, d’altro canto, lo sottopongono ad infinite torture e limitazioni (ma sempre “a fin di bene”).
Non può correre che suda e se cade e si sbuccia le ginocchia; non può giocare per terra che si becca un’infinità di malattie, non può uscire se soffia un piccolo venticello e la temperatura scende al di sotto dei 25 gradi, a meno che non sia vestito con abbigliamento da polo nord e quando piove il pericolo è che qualche goccia possa bucargli il cranio. Se ha un po’ di tosse o qualche linea di febbre è una tragedia e quindi visite mediche, cortisone ed antibiotici a volontà e se non passa in poche ore ???
La loro inadeguatezza ad essere genitori suscita un’infinità di paure alle quali si risponde in modo irrazionale e paradossalmente più è alto il grado di istruzione più questi comportamenti sono accentuati (si vede che essere istruiti senza buon senso non basta).
A questi piccoli esseri umani iperprotetti, viziati, senza limiti, regole, gli viene inculcato che tutto gli è dovuto, ma nello stesso tempo gli viene negata la curiosità, il piacere del desiderio, della conquista. Vengono trattati come piccoli adulti e quindi è normale portarli con loro al bar, anche tardi la sera, per prendere l’aperitivo: si sa, l’esempio vale più di mille parole.
Con questo bagaglio, il piccolo essere umano si trova davanti alla porta della scuola, lascia la mano del genitore ed entra. Ma i genitori e soprattutto le mamme non tornano a casa, ma stazionano vicino l’ingresso fino alla fine delle lezioni, caso mai il principino o la principessa dovesse aprire la bocca e vagire, pronte ad entrare per salvarli.
Si organizzano, fondano gruppi di genitori su Watts-up, si scambiano notizie su quello che succede in classe; sindacano il comportamento dell’insegnante; consultano avvocati ed esperti del settore per un mezzo voto in più od in meno; aiutano e correggono i compiti (si fa per dire). Il loro motto è: “mio figlio ha sempre ragione”. A loro non interessa se si comporta civilmente in classe, se sta attento alle lezioni, a loro interessa solo una cosa: il voto.
Ne consegue che l’insegnante è bravo se è sempre benevolo, se non corregge i comportamenti incivili, se lascia liberi gli alunni di fare quello che vogliono, se non chiama mai a casa per comunicare una mancanza del figlio, se si fa maltrattare senza mai reagire e soprattutto se mette un voto alto, che naturalmente è sempre meritato, a prescindere.
Quale sarà Il prodotto di questo tipo di “educazione”? Nel prossimo futuro sarà più chiaro, ma già da adesso si intravedono gli effetti: ragazzi e ragazze prepotenti, arroganti, che non conoscono le regole del vivere civile; ignoranti, con un linguaggio ed un vocabolario povero; che non sanno fare niente oltre a smanettare sul telefonino o sul computer seduti comodamente sul divano o bere alcoolici, per non dire altro. Sono pochi quelli che sono capaci di pensare a se stessi, ad autogestirsi, ad organizzare la propria giornata in modo da non sprecarla. Sono pochissimi quelli che sanno fare qualcosa di manuale come pulire casa, cucinare, accendere un fuoco, riparare un oggetto, avvitare una vite o rammendare un calzino…
Juguadu si chiede: possibile che questi tipi di genitori non si rendono conto dei danni che stanno causando ai loro figli e per estensione alla società?
Bene, Jugueadu si ferma qui. Ci saranno altre occasioni per approfondire ulteriormente l’argomento. L’importante che se ne inizi a discutere.
Non possiamo essere indifferenti se no saremo anche noi colpevoli e complici di questi genitori.

PUBBLICATO 17/01/2023 | © Riproduzione Riservata



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