OPINIONE Letto 3819  |    Stampa articolo

Anna e le altre. Le donne vittime della violenza mafiosa

Foto © Acri In Rete
Simona Cozzetto
condividi su Facebook


Anna Nocera aveva 17 anni quando scomparve nel nulla. Fu il mafioso Leonardo Amoroso a sedurla e poi a disfarsi di lei. Era il 10 marzo 1878 e Anna è vittima del primo femminicidio di mafia.
Il suo è il primo nome femminile del lungo elenco di vittime innocenti di mafia che Libera cura da oltre 27 anni. Dal 1878 ad oggi, sono 132 le donne vittime della violenza mafiosa, di cui 36 minorenni.
La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio.
Sono 3 le donne rimaste vittime di quell'attentato, mentre 23 sono in totale le donne vittime di stragi mafiose.
Tra queste, 9 sono le donne uccise dalla strage del Rapido 904, avvenuta a San Benedetto Val di Sambro (BO), il 23 dicembre 1984.
Oltre alla Toscana e all'Emilia Romagna, ci sono altre storie di donne vittime della violenza mafiosa avvenute in regione del nord, come Lombardia, Piemonte e Veneto.
Mentre 7 sono le donne uccise dalle mafie in diversi Paesi del mondo (Libano, Afghanistan, Russia, Malta, Brasile, Slovacchia, Somalia). Tra queste, 6 erano giornaliste. La regione con il maggior numero di donne vittime è la Sicilia (34), a seguire la Calabria (29), e poi la Puglia (24), dove 8 sono le braccianti vittime del caporalato nelle campagne del foggiano e del brindisino.
Alcune sono donne colpite da proiettili vaganti diretti verso altri obiettivi, come Silvia Ruotolo, Maria Colangiuli e Francesca Moccia.
Altre, sono vittime di vendette trasversali, uccise per legami parentali con uomini di mafia, ma del tutto estranee a contesti criminali, come Liliana Caruso e Agata Zucchero.
Altre, invece, sono donne uccise per aver scelto di dedicare la vita alla lotta alla mafia: amministratici pubbliche come Renata Fonte, magistrate come Francesca Morvillo, agenti di polizia come Emanuela Loi.
Donne che con coraggio e determinazione hanno lottato contro il potere economico, politico e sociale delle mafie. Tante sono anche le donne che si sono ribellate alla “cultura mafiosa”, finalizzata a costruire dei legami basati esclusivamente su rapporti di forza, violenza e sopraffazione.
Sono donne provenienti da contesti mafiosi - come Rita Atria, Lia Pipitone, Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola, Angela Costantino, Tita Buccafusca e tante altre - che hanno avuto il coraggio di ribellarsi a contesti familiari caratterizzati da una violenza di genere praticata in diverse forme: violenza fisica, vessazioni psicologiche, ricatti, minacce, persecuzioni, oppressioni economiche, abusi sessuali.
Donne che sono esempi di lotta, di emancipazione e di affrancamento dagli ambienti criminali, capaci di scelte di radicale cambiamento, pur di rivendicare il proprio diritto alla libertà.

PUBBLICATO 21/01/2023 | © Riproduzione Riservata



L'offerta informativa di Acri In Rete restera' gratuita, senza barriere digitali che limitino l'accesso a notizie, inchieste e approfondimenti.
Se credi in un giornalismo libero, indipendente e impegnato a dire la verita', la tua donazione puo' diventare un sostegno concreto alle nostre battaglie.
La tua donazione sara' davvero una (bella) notizia.











Ultime Notizie

SPORT  |  LETTO 1137  
Orgoglio e appartenenza
Una partita di calcio si può perdere, uscire sconfitti però è un’altra cosa. Sabato nel Palazzetto dello Sport il Città di Acri calcio a 5, pur cedendo l’intera posta in palio ad una squadra super att ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1788  
Pld. L’acrese Angelo Montalto eletto segretario regionale
Si è svolto l’8 novembre scorso a Rende, il Congresso Regionale del Partito Liberaldemocratico della Calabria, che ha eletto per acclamazione a suo Segretario Regionale, Angelo Montalto. ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 437  
Il Cattolicesimo è la Religione del divieto?
Uno dei principali argomenti addotti da chi rifiuta di abbracciare la fede, o di convertirsi a Gesù, è l'idea che il Cattolicesimo sia una religione di divieti e di regole asfissianti. ...
Leggi tutto

EDITORIALE  |  LETTO 2459  
Pro Loco fantasma: quando l'associazione ''c'è ma non si vede''
C’è, ma nessuno la vede. Esiste, ma non si manifesta. Parliamo della Pro Loco di Acri, quella che un tempo doveva essere il motore della promozione culturale e turistica della città, e che oggi somigl ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 988  
Con l’Accordo per la Coesione, più risorse e futuro per la Calabria. 28 milioni ad Acri per un sistema idrico moderno e sostenibile
Grazie all’impegno concreto del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del governo di centrodestra guidato da Forza Italia, la Calabria vede finalmente arrivare ...
Leggi tutto