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Padre Leonardo. Ecco l’ omelia tenuta da Padre Francesco Donato durante la liturgia esequiale. “Ci lascia una poliedrica attività sacerdotale e missionaria

Foto © Acri In Rete
Redazione
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Martedì scorso si sono tenuti i funerali di Padre Leonardo Petrone. Di seguito l’omelia di Padre Francesco Donato. Fratelli e sorelle carissimi, il Signore vi dia pace! Le sante Scritture, che abbiamo appena proclamato, ci consegnano un grande ringraziamento alla Trinità, per il bene che è presente e opera nel mondo.
San Francesco d’Assisi, dopo aver accolto la vita nuova della grazia divina, fa del suo pellegrinaggio terreno una lode continua a Dio, e un invito rivolto a tutti gli esseri creati, affinché – ciascuno secondo la propria condizione – ringrazi il Signore e divenga collaboratore della salvezza universale. Parafrasando il Salmo 8, anche noi, estasiati, possiamo lodare Dio Creatore pregando: «Quanto sei eccelso, nostro Signore! Scorgiamo la tua bellezza nelle opere create dalla tua bontà. Tutto parla di te e dell’armonia; ma è particolarmente in ogni persona umana che Tu hai impresso il sigillo della Tua presenza: la donna e l’uomo – di tutti i tempi –sono depositari delle tue cure premurose e della tua provvidenza.
Ti benediciamo, Signore nostro Dio!» La vita e la testimonianza di padre Leonardo ci consegnano un ringraziamento al Creatore, come anche il compito di custodire l’immensità del creato.
I numerosi versi, da lui composti, che ci ha lasciato in eredità, sono una esplosione di vita; di un pellegrinaggio fiducioso che attraversa il buio della croce, scorgendo già l’alba della risurrezione; della speranza in un mondo rinnovato dalla buona operosità dell’uomo, che lotta, edifica, semina, piange, sorride, gode delle piccole cose, muore e risorge. I tanti opuscoletti – scritti negli ultimi anni – portano questi titoli provocatori ed entusiasmanti: “Non fermarti all’orizzonte”, “Rompi il guscio e percorri la strada”, “Cose celesti, Perle preziose, Cosette umane”, “Cose buone e belle”, “Viaggio nella fede”, “I cento chicchi di una spiga d’oro”, “Va dove ti porta il cuore”. Essi sono un inno alla vita spesa bene; un inno alla gioia, alla pace, al desiderio dell’infinito e di Dio.
Alcune delle ultime poesie di padre Leonardo erano già profezia di questo giorno, triste per noi, ma pieno del definitivo compimento di ogni vita umana: «Luna! Non fermarti alla Terra. Accelera il passo nel tuo cielo»; «Non guastare il tuo oggi, non sai se Dio ti concede anche domani. Sono molti che non si rendono conto dell’oggi, è importante, hai molte cose da fare. Oggi è il meglio che Dio ti offre». La vita di padre Leonardo – tutta attraversata dal filo rosso della bellezza – esprime l’attività del lavoro concreto e quotidiano, ma anche la consegna di chi sa di essere figlio e creatura nelle mani del Signore. Lo ricordiamo sempre in movimento: aspettando l’alba, contemplando il migrare delle rondini verso i Paesi più caldi, coltivando le centinaia di fiori nel chiostro del convento, con la zappa in mano e il cappello in testa nell’orto, in auto verso l’aria fresca della Sila e delle montagne. Le malattie e i tanti acciacchi fisici non lo fermavano: la buona volontà di rimettersi sempre in piedi prevaleva su tutto il resto.
Padre Leonardo ci lascia una poliedrica attività: sacerdotale e missionaria, campestre e intellettuale, fraterna e pastorale. La sua amicizia e i buoni consigli hanno accompagnato tanti, specialmente negli ultimi anni presso il nostro convento di Acri: tutti hanno potuto cogliere una parola buona, un incoraggiamento, l’ascolto e il confronto costruttivo. Gli oltre 25 anni trascorsi in Congo e nel Centrafrica hanno certamente portato i propri frutti: nel segno dell’evangelizzazione, dello sviluppo sociale, delle cure sanitarie.
Tanti battezzati hanno collaborato al suo impegno in terra di missione, insieme a quello degli altri confratelli coi quali condivideva il suo lavoro.
Perciò le parole di nostro Signore che abbiamo pocanzi ascoltato dal Vangelo di Matteo trovano incarnazione nel ministero sacerdotale di padre Leonardo e riecheggiano oggi in questa basilica: “Vieni, servo buono e fedele; ricevi il premio riservato ai giusti. Perché ero povero, emarginato, affamato, assetato e mi hai servito; lontano dagli affetti familiari, in Paesi stranieri, in mezzo a varie incertezze e sofferenze, ma con il cuore colmo della disponibilità per il regno di Dio”.
Fratelli e sorelle carissimi, ringraziamo insieme il Signore per la testimonianza che in questi anni abbiamo ricevuto dalla vita e dal ministero di padre Leonardo: la forza nella malattia, la determinazione nella croce, il desiderio della ricerca e il lavoro nella buona stampa, l’infaticabile lavoro manuale, la fraternità e la cordialità, la parola saggia per tutti, l’umiltà e la semplicità di chi si è messo in gioco per Dio e per i fratelli. Carissimo padre Leonardo, San Leonardo da Porto Maurizio, di cui porti il nome, divulgatore della pratica della Via Crucis, ti conduca dalla strada della purificazione verso la beata eternità; sant’Angelo parli di te al Gesù piissimo e Gesù dolcissimo, la Vergine Addolorata interceda per te sotto la croce del Figlio. Possa tu entrare presto nell’oceano infinito dell’amore di Dio, che tanto hai scrutato nel tuo pellegrinaggio terreno e proclamato nei versi e nella prosa in lungo e in largo. Carissimo fratello Leonardo, i poveri che in vita hai servito ora e per sempre, ti spalanchino le porte della vita eterna.
Amen.

PUBBLICATO 01/07/2023 | © Riproduzione Riservata





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