Acri un paese disorientato


Francesco Pellicorio

Siamo impantanati in uno stato di immobilità e declino.Bisogna raccontare la realtà, senza retorica e pregiudizi. Non c’è voglia di reagire, di mettere un argine alla deriva.
Del resto tra i cittadini e l’amministrazione comunale non c’è comunicazione, esporre i problemi sembra non servire a nulla, il lamento lascia il tempo che trova. Quest’amministrazione non aveva e non ha idea di come si governa una città come la nostra, al massimo ci prova o ha tentato di provarci. Hanno fatto apprendistato a spese nostre ed il degrado della città è venuto fuori. È vero, le precedenti amministrazioni non avevano di certo brillato ma, attraverso la politica, conoscevano almeno la macchina amministrativa e burocratica per evitare di portare la città alle condizioni in cui si trova adesso. Il fatto più grave è che quest’amministrazione è composta anche da presuntuosi convinti di saper fare tutto, di avere in testa le idee giuste e l’effetto si vede. Dopo ben sei anni di governo cittadino, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le strade cittadine rendono pericolosa la viabilità a causa della scarsissima manutenzione ordinaria e straordinaria; il verde pubblico versa in uno stato pietoso e pericoloso; la pubblica illuminazione tante volte non funziona e lascia al buio intere frazioni; il servizio idrico spesso crea enormi disagi ai cittadini anche per lunghi periodi di tempo; interi quartieri abbandonati utilizzati solo come palcoscenico su cui salire in campagna elettorale; importanti infrastrutture incompiute come il palazzetto dello sport ; sul tema sanità abbiamo capito che ormai possiamo solo inoltrare PEC e fare vanagloria con qualche consigliere regionale; il fenomeno del randagismo in continua crescita. Mancano le politiche sociali di ogni sorta. Mancano punti di aggregazione per i nostri giovani, mancano spazi decorosi dove poter fare giocare i nostri bambini. Mancano attrattori culturali ed economici, non c'è una programmazione credibile degli eventi in città, lasciata solo alla buona volontà delle singole associazioni o di qualche gruppetto imprenditoriale. Manca tutto questo. E molto altro. Ma quel che forse è ancor più grave è che manca una visione di città e uno spirito di appartenenza che vada oltre gli interessi personali e la voglia di accomodarsi sulle poltrone ritenute più ambite. |
PUBBLICATO 17/07/2023 | © Riproduzione Riservata

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