Giustina Gencarelli, esempio di rigore morale e impegno civile


Gennaro De Cicco

Candidata calabrese alla Costituente, nasce a San Demetrio Corone il 1914. Abbracciò, inizialmente, l’ideologia comunista e fece comizi in diversi centri calabresi. Sarà lei ad accompagnare il Segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, in molte manifestazioni pubbliche in Calabria. Il padre Francesco, antifascista, collaboratore della Rivoluzione liberale di Pietro Gobetti, sostenne con tenacia la riforma agraria. Apparteneva, per parte di madre Maria Giustina de’ Coronei, a una delle locali famiglie di quella borghesia rurale umanistica, che aveva espresso significativi personaggi nel campo degli studi e delle professioni. “I Gencarelli – scrive A. D’Amico nel suo libro l’occupazione delle terre - erano ben voluti in paese e avevano avuto importanti trascorsi in politica. Giuseppe era stato anche consigliere provinciale; è ricordato come uomo probo e generoso con il popolo; le scritte che inneggiavano a lui sono rimaste sui muri del centro storico sino a qualche tempo fa. Sua figlia Giustina, militante e dirigente di spicco del Partito Comunista Italiano, all’epoca dei fatti era certamente il personaggio politico più importante del paese e tra i più importanti e influenti dell'intera provincia. Le lotte dei braccianti la interessavano e la coinvolgevano molto …”. Il contesto famigliare permise a Giustina Gencarelli di ricevere una formazione antifascista, permeata di cultura umanitaria e solidaristica. Ella fa il suo ingresso nella scena pubblica e politica del suo paese, San Demetrio Corone, ancora assai giovane, nel 1937, con le sue doti di generosità e di altruismo, in un momento di grave crisi sociale ed economica, che condannava alla miseria e alla povertà interi nuclei famigliari. Colpita da questo triste fenomeno, che era costretta a toccare con mano quotidianamente, vi reagì nel solo modo allora possibile: creare e mettere in atto un singolare ed efficace apparato di assistenza e di beneficienza, necessario all’interno dei ceti subalterni, dove le condizione di povertà erano particolarmente diffuse. Indubbiamente, la giovane Giustina aveva fatto tesoro dell’esperienza e della cultura paterna a cui essa si ispirava. Metteva in atto, perciò, gli ideali sociali che la portavano a reagire all’ingiustizia e a prodigarsi in previsione di situazioni migliori. “Pasionaria ante litteram”, la Gencarelli di estrazione borghese, ma di quella borghesia meridionale umanistica ed intellettuale, politicamente progressista, perché legata al movimento riformatore illuministico napoletano, era stata educata ai valori della cultura e agli ideali umanitari. Questa esperienza risultò fondamentale per la sua vita e anche per il suo progetto politico futuro. Nel partito dimostrò doti e capacità organizzative.
Nel 1944 prese parte a Cosenza all’Assemblea costitutiva dell’Unione donne Italiane. L’anno dopo organizzò l’8 marzo la giornata della donna, nei locali del cinema della Camera del Lavoro. Fu una strepitosa manifestazione pubblica, alla quale intervennero tra gli altri l’avvocato Benedetto Carratelli, per portare l’adesione del Comitato di Liberazione Nazionale e Filippo Martire che portò il saluto del Partito Socialista. La “fiduciaria” Gencarelli, nel suo intervento, espresse la solidarietà e il saluto delle donne calabresi alle donne del Nord, impegnate nella dura lotta della Resistenza al fascismo e al nazismo, ponendone a ragion veduta in risalto il loro eroico contributo di sangue e di sacrificio alle lotte contro il nazifascismo e sottolineando che era giunto il momento del riconoscimento dei diritti delle donne e del loro attivo impegno allo sviluppo della vita nazionale e locale, con la partecipazione agli organismi istituzionali, al fine dell’affermazione di una democrazia corretta e funzionale ai bisogni della popolazione. Dopo il 1946 si trasferì a Roma, all’attività nel partito affiancò anche quella dell’insegnamento. Venne inviata, in seguito, dal partito in Inghilterra ad approfondire le politiche del Welfare State. Una parentesi di lavoro significava per Giustina Gencarelli, che le permetteva di valorizzare ancora meglio la sua esperienza umana e sociale degli anni giovanili, traducendola in azione politica. In questa nuova veste si candida ad essere pienamente una cittadina europea, capace di proiettarsi al di là dei circuiti nazionali, facendo valere la propria esperienza politica, il tutto favorito da un’ottima conoscenza del francese e dell’inglese. Nello stesso periodo, tuttavia, i fatti di Polonia e Ungheria fecero maturare in Giustina Gencarelli e a tanti altri esponenti politici la scelta di abbandonare il Partito Comunista. Era inevitabile e naturale in una intellettuale, che aveva vissuto la politica non come un mito viscerale, ma come strumento finalizzato alla realizzazione di un’azione politica liberale riformatrice. Non abbandonò, comunque, la vita politica. La sua carriera continuerà col PSI, al quale aveva aderito dopo i fatti d’Ungheria, durante il periodo della cosiddetta "guerra fredda". Nel momento in cui erano in atto contrapposizioni frontali e totali di schieramenti politici e sociali e il mito dell' Unione Sovietica, come "patria del socialismo", si sgretola. Con l’adesione al Partito Socialista, Giustina Gencarelli farà parte della Segreteria di Pietro Nenni alla Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri e, successivamente, a quella di Francesco De Martino. Aveva scelto, coraggiosamente e senza timori reverenziali, di battersi per una politica riformista, che avrebbe dovuto far uscire il paese dall'arretratezza e dall' immobilismo. Muore a Roma il 2005. Note bibliografiche. - Domenico Antonio Cassiano, Fascismo e antifascismo nella Calabria albanese © ICSAIC 2016. - Domenico Antonio Cassiano, Giustina Gencarelli (1914-2005): una intellettuale borghese e comunista, «Il nuovo Corriere della Sibaritide », III, 6, novembre-dicembre 2018. - Giuseppe Ferraro © ICSAIC 2019 - Adriano D’Amico, L’occupazione delle terre, Calabria letteraria Editrice, 2019. - Foto, Adriano D’Amico, L’occupazione delle terre, pag. 49, Calabria letteraria Editrice, 2019.
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PUBBLICATO 07/09/2023 | © Riproduzione Riservata

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