Francisco Palau, uomo dall'animo incandescente


Angelo Girardi

Settimo dei nove figli di Giuseppe Palau Miamau e di Antonia QuerEsteve, Francisco Palau nasce il 29 dicembre 1811 ad Aytona (Lérida) in un periodo storico molto particolare per la Spagna. I genitori di Francisco vengo ricordati come cristianosviejos de limpiasangre – vecchi cristiani puro sangue – sempre fedeli alla corona spagnola ed alla Chiesa. Cresciuto in questo contesto familiare, l’indole del ragazzo era buona per intraprendere una vita tutta donata al Signore. Infatti, nel 1828, entrò come interno nel seminario di Lérida per lo studio. Tuttavia, nell’estate del 1832 decide di lasciare il seminario, con un profondo desiderio di vita interiore tanto da entrare in contatto con i Carmelitani Scalzi. Il 14 novembre, dello stesso anno, iniziò il noviziato. Lo stile di vita carmelitana, impostato sull’amistad con Dios – sull’amicizia con Dio - di Santa Teresa d’Avila, parve perfettamente adeguato al giovane Francisco. Emessa la professione solenne, dopo il noviziato, continuò gli studi teologici verso il sacerdozio. In questo periodo,la provincia di Catalogna, aveva tanto bisogno di giovani forze di qualità. Poté ricevere l'Ordinazione Sacerdotale a Barbastro nel 1836. Il clima politico, economico e sociale nel quale cresce e si forma il Palau è il periodo in cui un nuovo sistema politico si afferma, quello basato sulla sovranità popolare, sulla divisione dei poteri e sui diritti civili. L’unico “progresso” che in pratica si registra, era quello della regolamentazione fiscale e astiosa su tutta la materia religiosa. Questo è stato possibile, grazie all’affermarsi del liberalismo che si dimostrò più scorbutico,piuttosto che avanzato, sostenuto da una minoranza come la borghesia e la vecchia nobiltà, a discapito della maggioranza, ossia, le classi sociali meno abbienti. Questo portò, il 25 luglio 1835 a Barcellona, allo scoppio di una rivolta generale, con assalti di folla contro i conventi, che ebbe risvolti negativi, come la morte diversi religiosi. Padre Francisco è un personaggio del suo tempo e non sfugge ai condizionamenti di questo, che vive per la Chiesa, soffre e gioisce per essa. Francisco Palau, è uomo solitario per vocazione, si sente un apostolo, un evangelizzatore infaticabile anche verso coloro che cercano di mettere da parte Dio e farlo tacere. Nonostante queste vicende storiche risultano distanti dal nostro tempo, oggi ci suggeriscono tanto a noi che siamo immersi in un cambiamento d’epoca. Tra il 1840 ed il 1851 vive esiliato in Francia, visti i disordini politici e sociali in cui è immersa la Spagna. In questo tratto della sua vita, egli manifestò il temperamento da vero leader spirituale;uomo carismatico nel quale ritroviamo due aspetti principali: la contemplazione e l’azione pastorale, fondamento del suo essere e che successivamente le sue figlie metteranno in pratica. Nel 1851, supportato dal Vescovo di Barcellona, dà vita a un vero e proprio centro di scuola cristiana, che chiama Scuola di Virtù.Intanto, padre Francisco, contava già quarant’anni di età ed un amore straordinario per la Chiesa che esprime con queste parole: “Oh, se qualcuno potesse concedermi di alleviare le sue angustie, fosse pure a prezzo del mio stesso sangue, quanto volentieri lo verserei”. Scoppiato un vero e proprio sciopero degli operai nella capitale catalana, il governo accusa padre Palau, di fomentare, contro il potere, molta gente attraverso la sua scuola, soprattutto i poveri. Per cui, a tempo indeterminato, p. Francisco è condannato al confino ad Ibiza, nel 1854. Ogni volta che si presenta un notevole cambiamento nella sua vita, sente il bisogno di tornare alla solitudine, ma le persone che lo circondano, lo invitano ad essere per loro una guida, una guida che evidentemente godeva di un fascino straordinario, quello della santità. Il 1860 è un anno particolare per il p. Palau perché, come testimonia la sua raccolta epistolare, emerge una particolare sensibilità circa la missione a cui si stente chiamato: la predicazione. Per cui è proprio in questo periodo che trova il vero senso della sua vita: vivere al servizio della Chiesa. Infatti la sua missione si concretizza in un’evangelizzazione che riguarda ogni attività, come la predicazione, l’insegnamento, la catechesi, il giornalismo esercitato come denuncia, il tutto per aiutare a rendere cristiano l’ambiente sempre più lontano dai principi religiosi. Durante la sua attività di missionario, gode di un’esperienza di carattere mistico che riguarda il mistero della Chiesa e il posto che deve occupare. Egli diventa uno dei più infiammati cantori e apostoli della Chiesa per conto del Carmelo teresiano. Nel periodo che si particolarizza per il suo impegno di predicatore e di fondatore, nel suocuore, così sollecito alle esigenze delle Chiesa, fa spicco la necessità di spendersi come esorcista. Infatti, accoglie molti nella cappella di Santa Cruz de Vallcarca: poveri, sofferenti e tanti posseduti, che una volta sottoposti all’esorcismo secondo il Rituale Romano, ritornano a casa completamente guariti. A sessant’anni Padre Francisco sente di essere affaticato vista la sua vita movimentata per i molti impegni pastorali e lascerà questa terra per ricongiungersi con la sua Amata, la Chiesa del cielo. Nel 1872 muore da santo, dopo essersi speso fino all’ultimo giorno per i più bisognosi di Tarragona, dove era scoppiata un’epidemia.Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 24 aprile 1988. A differenza dei suoi contemporanei, è un posseduto da Dio, un uomo di profonda intimità con Cristo; è un apostolo senza calcolo e senza misure nella diffusione del Vangelo. La passione dominate, dunque, è quella per il Corpo mistico di Cristo, centro della sua vita interiore e motivo della sua attività apostolica. Vive una fruttuosa tensione tra contemplazione ed azione; tensione molto positiva da cui scaturisce il modello di religioso carmelitano e di sacerdote, che egli rappresenta.Testimoniano così le sue stesse parole mediante le quali afferma “perché una libertà che mi metta nell’occasione di scendere dalle altezze del Carmelo? Preziose per me le catene del mio esilio [Ibiza]!”. Dentro il suo cuore, Francisco, sembrerebbe divisoma, quando si rende conto che è presente qualcosa di ambiguo, non fa altro che ricorrere ai suoi superiore ed all’obbedienza alla Chiesa. Il suo apostolato, oggi è portato aventi dalle sue figlie, distinte oggi in due rami: le Carmelitane Missionarie e le Carmelitane Missionarie Teresiane, sempre più apprezzate e richieste nel mondo intero. Esse concretizzano il grande desiderio del loro fondatore, quello dell’evangelizzazione e l’amore per la Chiesa. Padre Palau era convito che occorreva istituire un gruppo che si dedicasse a quest’opera senza ridurla alle dimensioni della catechizzazione, ma allargandola alle dimensioni più ampie della presenza di una carità misericordiosa e di un soccorso ai sofferenti. Ebbene sì, ancora oggi le sue figlie vivono questa missione nella Chiesa e nel mondo. Proprio nella nostra diocesi è presente l’unica casa del mezzogiorno d’Italia, quelle delle Carmelitane Missionarie, le quali operano da circa 47 anni nella Parrocchia di San Giacomo Apostolo in San Giacomo d’Acri. Arrivate in questo territorio, il 27 settembre 1976, per volontà di Mons. Rinaldi, Vescovo di San Marco – Bisignano, colpito dalla spiritualità del Beato fondatore carmelitano scalzo di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, le scelse per questa parrocchia di periferia. Il parroco del tempo Don Mario Brunocilla, accolse con gioia questa comunità di suore, presentandole alla comunità tutta intera. L’accoglienza alle suore non fece nessun difetto, ogni casa era una porta aperta. La missione portata avanti in questa comunità cristiana, si sviluppò mediante la scuola materna, la catechesi, i gruppi di preghiera, la cura e la preparazione delle celebrazioni liturgiche, le visite alle famiglie ed agli ammalati, il servizio infermieristico e la meditazione della Parola di Dio, secondo lo stile edil carisma proprio delle suore. Tutto questo, in collaborazione con i parroci che si sono susseguiti, oggi don Espedito De Bonis, ha garantito la crescita umana e spirituale della comunità sotto lo sguardo benigno di Maria SS. del Carmine e dei Santi e Beati del Carmelo. SEM. ANGELO GIRARDI
|
PUBBLICATO 08/12/2023 | © Riproduzione Riservata

Commenta la news
Ultime Notizie
I PENSIERI DI PI GRECO | LETTO 788
Torrenti discariche ed infuriati branchi di cinghiali
Il borgo fra le montagne forse non ha mai vissuto nel totale abbandono come adesso. Un ambiente, un tempo ridente e suggestivo, trasformato dall' incuria e dall' abbandono in un luogo dove ... → Leggi tutto
Il borgo fra le montagne forse non ha mai vissuto nel totale abbandono come adesso. Un ambiente, un tempo ridente e suggestivo, trasformato dall' incuria e dall' abbandono in un luogo dove ... → Leggi tutto
OPINIONE | LETTO 2736
A vrodaglia
Oggi ero al negozio preferito di Pia, che non è Sephora, che non è Zara e che non è manco l’Ikea ma è “Tutto fido, discount per gli animali”. Avevo la lista della spesa per il cane e per i gatti che n ... → Leggi tutto
Oggi ero al negozio preferito di Pia, che non è Sephora, che non è Zara e che non è manco l’Ikea ma è “Tutto fido, discount per gli animali”. Avevo la lista della spesa per il cane e per i gatti che n ... → Leggi tutto
COMUNICATO STAMPA | LETTO 506
Sabato 14 Giugno - Passeggiata ecologica
Serra Crista a 1125 m s.l.m. è un suggestivo punto panoramico da cui la vista spazia fino al lontano Mare Ionio. Sabato 14 Giugno alle ore 8:30 i volontari di Plastic Free si riuniranno davanti al Par ... → Leggi tutto
Serra Crista a 1125 m s.l.m. è un suggestivo punto panoramico da cui la vista spazia fino al lontano Mare Ionio. Sabato 14 Giugno alle ore 8:30 i volontari di Plastic Free si riuniranno davanti al Par ... → Leggi tutto
IL FATTO DELLA SETTIMANA | LETTO 3968
Cinghiali, roditori, errore umano, incendi, furto di rame e ( grottesche ) file di auto lungo la statale 660
Oramai stiamo diventando la città del black out telefonico. Amici e familiari che vivono altrove ci irridono. Quindici ( 15 ) ore sono una cosa inaccettabile. In attesa che la Telecom ... → Leggi tutto
Oramai stiamo diventando la città del black out telefonico. Amici e familiari che vivono altrove ci irridono. Quindici ( 15 ) ore sono una cosa inaccettabile. In attesa che la Telecom ... → Leggi tutto
OPINIONE | LETTO 1102
Alla ricerca del segnale perduto
In principio fu il Pensiero, quello di Cartesio che con aria solenne disse: “Cogito ergo sum” - Penso, dunque sono! Poi arrivò un tale Siffredi (Rocco) che in modo meno profondo, ma decisamente più fi ... → Leggi tutto
In principio fu il Pensiero, quello di Cartesio che con aria solenne disse: “Cogito ergo sum” - Penso, dunque sono! Poi arrivò un tale Siffredi (Rocco) che in modo meno profondo, ma decisamente più fi ... → Leggi tutto