Predatori sulla salute


Franco Bifano

Nel folle circuito dell’informazione la velocità ormai è tutto. Le notizie infatti corrono più veloci delle Ferrari in Formula uno. Cosi, nel turbinio di gossip cronaca e politica, le notizie che dovrebbero farci indignare o almeno farci riflettere ci scivolano quasi addosso come l’olio nella padella antiaderante. Prediamo, ad esempio, quella uscita l’altro ieri da Il Sole 24 ore: secondo i dati aggiornati al 2023, elaborati da quotidiano sulla base delle schede di dimissioni ospedaliere, su 21 "super ospedali" ovvero grandi ospedali che trattano i casi più complessi e attraggono pazienti, soltanto 2 si trovano al Sud.
Una di queste è l'Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli e l’altra è la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in Puglia. Più a Sud non se ne trovano. E poi ci meravigliamo dell’aumento dei cosiddetti “viaggi della speranza”. Ogni anno le cure affettuate altrove costano alla nostra Regione 300 milioni di euro. Una follia con tanto di fatture! Così mentre le strutture arrancano i medici furbi si organizzano. Come succedeva, secondo le indagini della Guardia di Finanza e il NAS dei Carabinieri, nel reparto di oculistica Policlinico Universitario “Mater Domini” di Catanzaro nel quale si potevano saltare comodamente le liste d'attesa previo un ritocchino al portafoglio a seguito della visita privata del primario. 500 euro per un trapianto di cornea, 300 per una cataratta (Azz!). E quelli che non potevano permetterselo? Muti e in lista d’attesa per mesi. Anche così funziona la sanità dalle nostre parti. Le accuse contestate sono pesanti, tra le altre, truffa aggravata e peculato. Sembra esistesse un sistema perfettamente calibrato per arricchire chi doveva curare. In un reparto nel quale curavano la vista ma. evidentemente, l’etica era cieca, se non proprio morta. L’altra notizia che rischia di scivolare sulle onde del mare estivo, vede sempre la sanità in primo piano ed interessa l’Azienda “Renato Dulbecco” ancora di Catanzaro. Sono state emesse, sempre dalla Guardia di Finanza e dal NAS dei Carabinieri, ben 15 misure cautelari tra dirigenti medici, infermieri e dipendenti dell’ufficio Alpi. Anche in questo caso le accuse sono gravissime: associazione e delinquere, truffa aggravata, peculato e false attestazioni di servizio. Così, tanto per non farci mancare niente. Eppure, nonostante tutto, i due ospedali d’eccellenza al Sud dimostrano che per fortuna c’è ancora chi crede nella sanità pubblica e ha a cuore la salute dei cittadini e non solo quella del proprio conto in banca. Per carità, certamente non basta per consolarci. Ma forse in altre realtà questo sarebbe visto almeno come un punto dal quale ripartire. Non in Calabria però, perché la nostra è una terra bella e affascinante, ma maledettamente complicata. Con un nemico storico, tenace, ostinato e spietato: i calabresi. |
PUBBLICATO 18/07/2025 | © Riproduzione Riservata

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