I RACCONTI DI MANUEL Letto 1158  |    Stampa articolo

Le antiche botteghe di paese e la poesia perduta

Foto © Acri In Rete
Manuel Francesco Arena
condividi su Facebook


E voi li ricordate? Eravamo tra anni 90, inizio 2000 ed in ogni rione o frazione ce ne era uno.
Erano i piccoli negozietti alimentari.
In una stanza tante volte di poche decine di metri quadri gestito da colui che era cassiere e tante volte all'occorrenza anche salumiere o commesso, era stipato tutto l'essenziale.
Particolari erano il profumo di mortadella che veniva fuori dal banco, del baccalà sotto sale a Natale e del pane ancora caldo.
Lì infatti c'era tutto quello che serviva alla famiglie compreso il frigo con i gelati il quale per noi bambini quando veniva l'estate, era l'attrazione migliore che potevamo immaginare.
Per non parlare dei palloni supersantos appesi nelle reti fuori la porta! Sembravano cocomeri dalla buccia d’arancia e costavano circa duemila lire. Quei palloni erano il miglior regalo che si potesse desiderare per una generazione che amava sognare i campioni del calcio.
All'epoca si era in un mondo meno globalizzato dove si viveva meglio e questi negozietti rappresentavano un'economia per le famiglie che li gestiva.
In più erano comodità per i più anziani e per chi non aveva la macchina per raggiungere i "Supermercati" che stavano in città.
In questi piccoli magazzini che a rimembrarli ora hanno un sapore nostalgicamente romantico trovavi tanta gentilezza, familiarità ed era impossibile non sentirti a casa. Poi gli anni andarono avanti.
Dissero che stava arrivando il progresso.
Tutti iniziarono ad avere voglia di nuovo ed andare nelle botteghe diventò anacronistico. Erano arrivate le grandi catene ed anche nei piccoli paesi aprirono i grandi centri commerciali con le loro insegne illuminate pure di notte e con il volantino delle offerte della settimana. Quello per i piccoli negozietti fu la fine.
Ad uno ad uno chiusero quasi tutti saracinesca. I frigo dei gelati d'estate rimasero vuoti per sempre. I caratteristici palloni arancioni appesi non furono messi più sulle porte.
Finirono di invadere i vicoli anche i profumi della mortadella, quello del pane appena sfornato e del baccalà che arriva dalla Norvegia in dicembre.
Senza nemmeno accorgercene, finì per sempre un piccolo mondo di contrada o se preferite provinciale, e con esso tutta la poesia ci regalava.
Foto dal profilo faceobook di Antonio Biagio Serra.

PUBBLICATO 27/07/2025 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 567  
Moderati e Riformisti per Acri: Forza Italia è di fatto l’unico riferimento per i moderati e riformisti
Il movimento politico Moderati e Riformisti per Acri, lanciato da Angelo Gencarelli nel febbraio scorso in contemporanea con la fuoruscita da Azione, riconosce Forza Italia come l’unico riferimento ...
Leggi tutto

NOTA STAMPA  |  LETTO 512  
Regionali. L’impegno continua!
Il Movimento 5 Stelle e il gruppo territoriale del M5S di Acri esprimono soddisfazione per il.... ...
Leggi tutto

I PENSIERI DI PI GRECO  |  LETTO 535  
Un anno di Pi Greco
E' passato un lungo e terribile anno da quando compare Pigreco nel borgo fra le montagne. Pigreco ha cercato di raccontare, senza un ordine preciso, il passato e il presente del borgo. ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 808  
Straordinario risultato per l’assessore Gallo, un chiaro segnale di cambiamento
Desideriamo esprimere un sincero ringraziamento a tutti i cittadini che, con il loro sostegno, hanno contribuito allo straordinario risultato elettorale dell’assessore Gianluca Gallo, che ad Acri ha r ...
Leggi tutto

POLITICA  |  LETTO 1032  
Ed ora sguardo alle Comunali
Il centro sinistra destra ( Pd – Articolo Uno – Udc – Psi – Fi ) che guida il.... ...
Leggi tutto