acri e la calabria, Sud del Sud


Giacinto Le Pera

"Il silenzio, quasi sempre, rende complici". Chiudeva così l'articolo pubblicato qualche giorno fa a firma di Franco Bifano dal titolo "La voce del silenzio". Se il sindaco di Acri me lo permette glielo scrivo sulla sua macchina, e anche sulle macchine degli altri amministratori. Scherzo! Volevo fare il solito fanfarone che cerca qualcuno al quale puntare il dito contro.
Chi amministra acri (lo scrivo in minuscolo perchè è ridotta veramente male), assieme a chi amministra la calabria (vedi sopra), sono persone mute. E anche sorde. Quindi, a proposito di silenzio dico che con i mentecatti politici nostrani non vale la pena tentare di interloquire e né di leccare, in quanto non hanno nessun potere e competenza per provare a migliorare la qualità di vita della loro terra. Potremmo invece cogliere l'invito di Franco Bifano a non stare zitti e tentare di innescare quel meccanismo rivoluzionario per sensibilizzare le coscienze di ognuno. Si può fare! Voglio però non nascondere una certa preoccupazione per la tempistica. Se tutti, ma proprio tutti i calabrotti, la settimana prossima, all'unisono, cominciassero a sbraitare e denunciare ogni qualsivoglia disservizio e/o diritto ad esistere, quanto tempo necessiterebbe per far scattare quel click nelle teste di tutti che potrebbe rendere gli stessi più consapevoli, più responsabili, più civili? Secondo me troppo, almeno 30 anni. Ebbene sì, per vedere i frutti di una cosiddetta rivoluzione culturale questi sono i tempi. Questi i tempi, se si inizia settimana prossima! Vorrei fare una piccola considerazione per cercare di giustificare il mio pessimismo nei confronti di questa terra che è quella più a sud del sud: della Calabria magno greca restano le citazioni degli storici classici e niente più. È vero, abbiamo la fama storica! E che ce ne facciamo? A differenza di Sicilia, Basilicata, Campania e Puglia in Calabria non è rimasto un solo tempio in piedi. Anche questo la dice lunga... La Sicilia è un Sud a sé stante perchè isola. La Puglia è il Sud industrializzato. La Basilicata si è organizzata una fama positiva di Sud aperto. La Campania è quella ricca da sempre. La calabria, invece, è la più povera regione d’Italia. È quella periferica, oltre la quale c'è il blu del mare (inquinato), Il vuoto, il nulla. Ha prodotto però, la calabria, e continua a produrre, ’ndrangheta e fiancheggiatori: rappresentanti la parte più efficiente del/dei governo/i della regione. Che sono gli stessi che fanno la fortuna di tanti politici sordo muti, che proteggono, aiutano, puniscono, investono. La calabria è quella che porta la croce di tutti i Sud. È l’ultima. È pregna di scempi ambientali. Ha tutta una sua architettura ed urbanizzazione che ricorda parti del bombardato medio oriente con le case non finite, i piani incollati l'uno all'altro costruiti in tempi biblici e con materiali mai uniformi e/o non uguali, centri storici deturpati, rifiuti, automobili, camion, lavatrici, frigoriferi, materassi sparsi qua e là nei boschi, sulle statali, sulle provinciali. E poi c'è la rassegnazione. Quella, difficilmente offre uno scorcio speranzoso. Ah, se settimana prossima dovesse iniziare la rivoluzione, chiamatemi! |
PUBBLICATO 03/01/2016 | © Riproduzione Riservata

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