Rifiuti. Inchieste, paure, ricordi, patologie


Roberto Saporito

Quanto sta accadendo, nella vicina Bisignano, con la garve vicenda che coinvolge la Consulevo, una ditta impegnata nello smaltimento di rifiuti e liquami particolari, sta tenendo in apprensione anche gli acresi. In molti, infatti, attingono dai venditori provenienti da Bisignano, frutta e verdura ed il mercato giornaliero, situato nel centro storico, ospita anche ambulanti bisignanesi. Siamo certi di quello che abbiamo finora consumato? Da dove provengono esattamente i noti e saporiti ortaggi bisignanesi? Le falde sono state inquinate? I cittadini si interrogano ma, nello stesso tempo, la vicenda ha rievocato negli acresi quella del 1997. Era un’estate torrida. Nei pressi dell’ingresso principale del cimitero di via Seggio, alcuni passanti avvistano un tir abbandonato con a bordo materiale pericoloso. Tra gli abitanti cominciano i sospetti su chi ha portato in quel posto il mezzo e su cosa c’era dentro. Rifiuti nocivi provenienti dal nord? Semplice spazzatura da depositare in discarica? Merce illegale? A distanza di anni le suddette domande non trovano ancora risposta. Solo ipotesi, peraltro terribili dal punto di vista ambientale e sanitario, ma nulla più. Nell gennaio del 2000, la Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Massimo Scalia, si è riunita per trattare il ciclo dei rifiuti e le attività illecite ad esso connesse. Nella relazione vi è scritto, tra l’altro, che “nel comune di Acri, nell’estate 1997, è stato ritrovato un camion abbandonato che trasportava numerosi fusti contenenti rifiuti pericolosi ma, purtroppo, come in molti altri casi analoghi le indagini non hanno consentito di individuare l’esatta provenienza e la destinazione del carico.”
Ed ancora: “le forze dell’ordine hanno svelato un’attività di trasporto e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, in particolare miscele di solventi polari e di sostanze organiche ad alta concentrazione di cromo e materiale solido costituito da cuoio. I rifiuti, trasportati su un autotreno, in parte venivano scaricati su un terreno sito in località Serra Cavallo nel comune di Bisignano ed in parte smaltiti presso la discarica del comune di Acri pur in assenza delle prescritte autorizzazioni regionali.” Dopo 18 anni restano quesiti. Come c’è finito il tir in quel posto? Da dove proveniva? Cosa trasportava di preciso? Dove era diretto? Come mai né comune né partiti né associazioni hanno chiesto un’indagine più approfondita? Ma il territorio acrese non sembra immune da questi tipi di violazioni. Nel febbraio del 2010, infatti, in località San Giacomo, la Guardia di Finanza, scopre una discarica di mille metri quadri che conteneva quaranta tonnellate di materiale tossico altamente pericoloso ed altri rifiuti come carcasse di auto, ferro, pneumatici, batterie ed elettrodomestici. Non va meglio in località Varrise, nel cuore della Sila Greca a due passi dal lago Cecita, tra pini larici e abeti. Laddove sorgeva una volta la colonia, ora è presente una mega discarica a disposizione dei residenti dei centri limitrofi che lasciano di tutto. Ma sul territorio alta è anche la presenza di amianto, non solo su antichi tetti ma anche abbandonato. Il Comune e la Ditta che ha in appalto la raccolta differenziata stanno agendo attraverso continue campagne di sensibilizzazione ed opere di bonifica e chiedono la collaborazione dei cittadini al fine di evitare seri problemi. Alle inadempienze e irresponsabilità dei cittadini, gli organi preposti possono fare poco, soprattutto se le violazioni avvengono nelle ore notturne. Il territorio continua ad essere saccheggiato e utilizzato in malo modo, a discapito della salute di tutti, anche di chi viola le leggi. Se l’alta incidenza di patologie tumorali sia o meno collegata a queste vicende, non è proprio dimostrabile. Nei prossimi giorni, l’Aisa di Acri illustrerà i dati degli ultimi anni che, secondo indiscrezioni, non sono confortanti. |
PUBBLICATO 12/04/2016 | © Riproduzione Riservata

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