Quando la politica diventa farsa
Redazione
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Il termine farsa, designante originariamente l’omonimo genere teatrale è, ormai, entrato nel vocabolario quotidiano per designare situazioni, seppur realistiche, aventi come caratteristiche il grottesco e lo stravagante, non di rado il comico. Nel day after rispetto all’ultimo consiglio comunale, di una cosa siamo certi: lo spettacolo che è riuscito a dare la maggioranza è andato ben oltre la farsa.
Dimissioni irrevocabili, consiglieri sul piede di guerra che danno sfoggio dei loro diktat sulla stampa, comunicati ufficiali dell’amministrazione che paventano l’immediata rimozione di presidenti di assemblea: tutti i segnali da e per l’amministrazione comunale lasciavano facilmente intuire la scontata rimozione di Cosimo Fabbricatore dallo scranno di presidente del consiglio… e invece no. Infatti, con un tourbillon di giravolte e piroette imbarazzanti in stile Scilipoti, le posizioni e le idee (idee???) cambiano, diventano di segno totalmente opposto e così la maggioranza a sostegno del sindaco Tenuta, riconferma la fiducia al presidente già costretto alle dimissioni (che poi tanto irrevocabili non erano) con 8 voti favorevoli e, grazie al principio della prevalenza del consigliere più anziano, lo rielegge presidente dell’assemblea cittadina. L’unico a votare scheda bianca è stato proprio colui che con forza e sagacia nelle ultime settimane ne ha chiesto e ottenuto in un primo momento le forzose dimissioni: Natale Bruno. Quasi inteneriva a vederlo sprofondare nella sua preziosa seggiola mentre Fabbricatore, nel suo intervento, ne scherniva gli intenti e ne sottolineava la “leggerezza” politica all’interno della maggioranza. Nessuno, dai banchi fedeli al sindaco, ha minimamente inteso difenderne l’operato. Come se non fosse accaduto nulla e manco lo conoscessero, nemmeno quelli che ne hanno spalleggiato (e forse diretto in sordina) gli attacchi contro lo stesso Fabbricatore. Se si trattasse di uno scenario politico normale, il buon Bruno di turno starebbe già lanciando fulmini e saette contro chi, di fatto, lo ha abbandonato e politicamente ridicolizzato innanzi a tutta la città. Ma qui siamo, come ricordato, oltre la farsa. E oltre le farse si annidano le logiche più insensate. Se al lettore infatti dovesse balenare l’idea che il contrordine nell’azione punitiva verso Fabbricatore sia stato provocato da riconciliazioni o sacrifici di posizioni personali in virtù del pubblico interesse sbaglia di grosso. Diciamocela tutta, Fabbricatore voleva fortemente fare il presidente del consiglio. Tenuta voleva evitare di spaccare (e perdere) la sua maggioranza e, ormai è prassi, il resto dei consiglieri tenutiani non brilla per autonomia politica. Dunque, coniugando questi aspetti con il fatto che nessuno voleva perdere la seggiola e andare a casa, si è scelto di sacrificare il consigliere Bruno, il quale, probabilmente sta ancora cercando (come molti acresi) di capirci qualcosa. Intanto con questa ennesima pagliacciata, in cui l’amministrazione se l’è praticamente suonata e cantata da sola, il sindaco e i suoi rinunciano per l’ennesima volta ad un consiglio comunale, prezioso momento per avanzare proposte e mettere in campo idee per il bene della comunità, noncuranti del fatto che seppur rieletto, Fabricatore ha avuto gli stessi voti di Maria Mascitti, candidata delle opposizioni. Dunque la maggioranza che tiene assieme questi artisti del pastrocchio e dell’assurdo, continua a indebolirsi sempre di più proprio perché, ormai, ogni consigliere è determinante. Consigliamo al consigliere Bruno di rifletterci su! |
PUBBLICATO 17/09/2016 | © Riproduzione Riservata

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