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SS 660. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Flavio Sposato
Foto © Acri In Rete
Dò atto al sig. Angelo Trematerra di avere la correttezza democratica di dialogare con chi la pensa diversamente, la stessa correttezza non vedo in una amministrazione comunale, che ne avrebbe il dovere, e che invece ignora il dibattito con i suoi cittadini, con cui parla solo a mezzo di comunicati stampa (lo chiamano decisionismo!).
E' nella sostanza però che sono in totale disaccordo con il sig. Trematerra, tanto da invitarlo ad un pubblico confronto sulla questione; ma intanto è in questa piazza virtuale che gli voglio controbattere, confutando una ad una le sue tesi, sperando di non tediare chi ci legge.
Cominciamo col dire che alla conferenza di servizi sulla ss 660 non è stata invitata l'unica Comunità montana interessata, la nostra Destra Crati, unico Ente, oltre al Comune di Acri, interessato alla parte di tracciato in discussione, il solito caso, naturalmente.
Ma nello specifico: che le motivazioni della scelta abbiano radice nello studio di fattibilità della Spea ci sembra idea molto opinabile, anzi totalmente infondata, visto che (studio Spea alla mano) essa proponeva più soluzioni ma di queste ne suggeriva due, ambedue con galleria, e non quella ora scelta, perché considerata la meno idonea. (cfr. Presentazione studio fattibilità Spea pag. 11).
Le normative restrittive in materia di gallerie (doppia canna ecc.), valgono per le gallerie di lunghezza superiore ad un chilometro e non per quella che si propone, che sarebbe di circa 500 metri; il suo costo inoltre (dati Spea) sarebbe di 13 milioni di euro al chilometro, circa 7,5 milioni di euro quindi, meno del costo dei chilometri in più che si farebbero via Schito-Vagno. ( cfr. tabella costi tracciati Spea).
Che la galleria sarebbe geologicamente fattibile non è un'ipotesi ma lo dice la Spea, forte degli studi di Guerricchio e Sorriso-Valvo perché essa sarebbe fuori della zona in frana, dice, infatti, la Spea: "Per il tratto in galleria non si osservano particolari controindicazioni di tipo geologico-tecnico, tenuto conto delle buone proprietà fisico-meccaniche delle rocce in profondità e della distanza sufficientemente cautelativa tra l'opera e le superfici di scivolamento della frana di Serra di Buda". ( cfr. Studio di fattibilità Spea, sol. 3A pag. 31).
Il mantenere il tracciato sotto i 620 m slm è inutile quando ci si porta su di una pendice esposta a nord e quindi molto più soggetta al gelo, prova ne sia che dell'attuale tracciato il tratto maggiormente interessato dal ghiaccio sia la Cava della Zingara (compresa tra Pantano d'olmo e San Lorenzo) intorno ai 650 m ma l'unico esposto a nord.
Le curve di raggio superiore a 120 metri si avrebbero anche con l'ammodernamento del tracciato via Chianette e sarebbero molte di meno.
Fatti quindi e non parole, quando si sostiene una tesi si citano le fonti e non ci si tiene sul vago.
Forse il lupo perde il pelo ma non il vizio.

PUBBLICATO 8/3/2005

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