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Il centrosinistra interviene sulla viabilità.

Redazione
Foto © Acri In Rete
«L’amministrazione uscente di centrodestra continua a vendere fumo ed a prendere in giro gli acresi. Dopo cinque anni di gestione del Comune, della Regione e del governo nazionale continuano le promesse ed i miraggi in materia di viabilità».
Lo sostiene il coordinamento del centrosinistra che con un comunicato sottolinea come la strada statale 660 ad oggi sia nelle stesse condizioni del 1999.
«La Sibari-Sila non è neanche a livello di studio di fattibilità – è scritto nel documento - ed i fondi promessi sono scesi a soli 29 milioni di euro, briciole per l’opera che si vorrebbe realizzare.
Ma le elezioni incombono, Tenuta e Trematerra si devono inventare qualcosa per rilanciare la posta, per rendere di nuovo proponibili le loro promesse da marinaio ed ecco allora che dopo anni di silenzio l’Anas convoca una conferenza di servizi ad un mese dalle elezioni comunali e regionali».
Il coordinamento del centrosinistra acrese evidenzia come «si ripropone l’idea del tracciato già esposta nel giugno 2004, senza relazione geologica, senza previsione di spesa, senza valutazione d’impatto ambientale, senza garanzia di copertura finanziaria. In particolare, i firmatari dell’idea di tracciato propongono l’aggiramento di Serra di Buda via Schito-Vagno con un tratto di strada ex novo caratterizzato da undici viadotti per un totale di ben due chilometri di trincea e rilevato alti decine di metri e dall’ammodernamento dell’attuale tracciato fino al Mucone; l’Anas dispone per tale tratto di 17 milioni di euro, mentre 34 sono quelli per tutta la Ss660, compresi il ponte sul Crati ed il tratto di raccordo con l’autostrada».
I rappresentanti del centrosinistra sono convinti che sia impensabile realizzare questi lavori con i fondi a disposizione e perciò mancherebbe la previsione di spesa.
«Il Genio civile e la Provincia di Cosenza – si legge ancora nella nota – presenti alla conferenza dei servizi, avanzano una serie di fondate obiezioni: perché non sono state prese in considerazione altre soluzioni meno costose e traumatiche? Perché non si sono seguite le indicazioni dello studio di fattibilità della Spea, costato alla Regione oltre 500 milioni di vecchie lire?
Perché non si è considerata l’idea di ammodernare l’attuale tracciato lungo il Calamo, aggirando il solo tratto in frana? Guarda caso, all’incontro, la Comunità montana non è stata neanche invitata.
Questa amministrazione ha deciso di stravolgere il centro di Acri senza coinvolgere tecnici specialisti e senza consultare democraticamente i cittadini».

PUBBLICATO 13/3/2005

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