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L'insonnia e la memoria ...

Nicola Iaconetti
Foto © Acri In Rete
L'insonnia è una gran brutta bestia, ma se si riesce a scendere a patti fa scoprire nuovi mondi. Avevo circa tredici anni la prima volta che passai una notte in bianco; non sapevo che fare- o meglio- dopo aver espletato le tipiche attività adolescenziali, solo allora, non sapevo che fare.
La mia prof d'italiano, una cara persona che non è più, m'aveva regalato per Pasqua 1982 I viaggi di Gulliver. Fu una lettura illuminante che mi proiettò, senza che io ne avessi l'intenzione, nel mondo dei grandi. Scopersi (perdonate l'arcaismo) la forza dirompente dell'ironia, una malattia (perdonate la cacofonia) che puzza di condanna biblica. Grazie all'insonnia mi sono avvicinato ai classici della letteratura.
Con l'avvento di internet, poi, oltre ai morti, ho cominciato a leggere anche dei vivi, anche dei vivi di Acri, e quando si è nati e "crisciuti" ad Acri, puoi star lontano quanto ti pare ma sempre e Eacri si'. Attraverso questo sito ho saputo che ad Acri esiste un circolo (una volta si chiamavano sezioni, ma si sa, la lingua si evolve,) intitolato a Giorgio Almirante.
Io Almirante me lo ricordo, era uno che invocava (fra le altre cose) a piè sospinto la pena di morte, e venne anche ad Acri, una ventina, o forse più, di anni fa. Perdonate l'arzigogolo introduttivo ma ciò che mi preme ricordare in quest'ennesima notte insonne è proprio la parola ricordo. Ad Almirante, un repubblichino che si vantava del suo passato di assassino fascista, è stato dedicato anche un premio, non so bene se letterario o cosa. Un po' di tempo fa questo premio fu trasmesso in televisione e fra i premiati c'era anche Nino Benvenuti. Ebbene, là ho capito da dove mi derivava la mia innata simpatia per Carlos Monzon.
Memoria, che strana parola pronunciarla oggi. Viviamo in un mondo che fa di tutto per cancellarla. Ma io ho la sfiga di essere insonne. Dormo poco, quasi mai, la notte, il momento in cui i database si aggiornano, e quindi certe cose, nella mia mente, non si cancellano. Allora mi vengono in mente i gerarchetti di Alleanza Nazionale che subito dopo mani pulite si presentavano in parlamento con i guanti bianchi; gli stessi che oggi prestano il loro fondoschiena alle operazioni becere del tappetto di Arcore.
Potrebbe sembrare razzista da parete mia, che raggiungo il metro e novanta e che supero brillantemente il quintale grazie alla sazizza che mia madre non mi fa mai mancare, definire Berlusconi tappetto. Ma non vi viene altro termine per definire la bassezza in cui siamo caduti.
Si parla tanto di revisionismo storico. I partigiani passano per assassini, mentre i repubblichini, quelli che, giusto per intenderci, dalle fosse ardeatine a Marzabotto, collaborarono agli eccidi della popolazione inerme, assumono lo status di belligeranti con diritto di pensione di combattenti.
Le parole, il nostro mondo è fatto di parole, ma ci intendiamo sul significato? Cosa significa belligerante? Locke sosteneva che (il filosofo che cito è il padre del concetto di democrazia borghese, non lo dico io, lo dice Fukujiama che è uno degli ideologi di punta del pensiero neocon) gli errori derivano da un cattivo uso del linguaggio: si uno è fascista, fascista rimane, si uno è comunista, non è che lo è perché non gli piace la libertà, ma perché la adora (per capirci meglio su questo punto consultate il dizionario etimologico di Devoto aggiornato da Gian Franco Oli che nel 1994 fece dichiarazione di fede per Berlusconi. Se poi non siete convinti, allora leggete i Sentieri interrotti di Heidegger , che non era comunista, e neanche liberale)
La memoria, ah,la memoria.
P.S. quello che ho scritto è derivazione di flusso di coscienza, (Gita al faro), nel senso che un tiegni genio ppe' rileggere, quindi, qualora ci fossero errori grammaticali o di costrutto sintattico u 'n ccomincieti a ffeari l'acriteani.

Nicoda 'e Iaconetti

PUBBLICATO 2/4/2005

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