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Processionaria. I consigli per combatterla.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
L'allarme lanciato dalla fabbrica rendese Imbalfox, circa la diffusione sempre più preoccupante della processionaria, ha permesso di riaccendere i riflettori su questo fenomeno. Nei giorni scorsi l'Ordine provinciale degli agronomi e dei forestali ha tenuto ad Acri una riunione per fare il punto sulla questione, anche alla luce del caso Imbalfox.
Al termine dell'incontro, il presidente e il tesoriere dell'Ordine, Giovanni Perri e il dottor Domenico Cofone, hanno diramato un comunicato.
"Il fenomeno della processionaria ­ vi si legge ­ è stato sottovalutato dagli enti e dalle istituzioni competenti, che hanno disatteso il D.M. del 17 aprile del 1998, emesso dal Ministero della Sanità, circa la pericolosità di questo parassita, e con il quale veniva dichiarata la lotta obbligatoria a questo fenomeno. Per quanto riguarda il caso Imbalfox ­ continua la nota -, bisogna prestare particolare attenzione, poiché si tratta della fase di massima pericolosità dell'insetto, coincidente con l'apertura del nido. Occorre evitare accuratamente ogni contatto con le larve, altamente urticanti. La lotta a questo parassita, in questo momento, non trova metodi efficaci e può andare bene anche quella attuata dagli operai della Imbalfox, intervenendo con la massima cautela e adottando adeguate misure protettive".
Si possono utilizzare - prosegue il documento - anche mezzi complementari di lotta, quali le trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti. In questo caso, l'installazione deve precedere di poco lo sfarfallamento degli adulti e quindi, a seconda delle condizioni ambientali, va effettuata a partire dalla metà di giugno. Le trappole vanno fissate a un ramo in posizione medio-alta e sul lato sud-ovest delle piante. La lotta vera e propria si deve attuare a fine estate (indicativamente nella seconda metà di settembre): in questo periodo si devono effettuare uno o due trattamenti alla chioma con preparati microbiologici a base di Bacillus thringiensis var kurstaki. Gli interventi vanno eseguiti nelle ore serali e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme".
"Trattandosi di un prodotto biologico ­ continuano Perri e Cofone - ha una limitata azione nel tempo ed è facilmente dilavabile; pertanto, in caso di forti infestazioni o di piogge successive al trattamento, è bene eseguirlo nuovamente dopo quattro o cinque giorni. Il Bacillus thringiensis è del tutto innocuo per l'uomo, i vertebrati e gli insetti in genere. Risulta quindi particolarmente interessante per l'impiego in ambiente urbano e fortemente antropizzato, qual è, ad esempio, quello di Rende. In inverno (indicativamente tra dicembre e l'inizio di febbraio), è il periodo in cui ci si accorge della presenza dell'insetto, quando sono ben visibili, sulla chioma delle conifere interessate al fenomeno, i nidi formati dalle larve. La lotta, in questo caso, deve essere mirata alla distruzione dei nidi con il fuoco, dopo aver tagliato il ramo su cui sono presenti. Gli interventi messi in atto contro la processionaria non possono evitare il ripresentarsi in futuro di nuove infestazioni".
"Pertanto - concludono - si deve perseguire l'obiettivo di contenerne, per quanto possibile, la diffusione e, di conseguenza, l'azione dannosa, attuando la lotta con periodicità annuale".

PUBBLICATO 12/5/2005

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