Comunicato Stampa Letto 1290  |    Stampa articolo

Le posizioni di Acri Nostra.

acri.info
Foto © Acri In Rete
Ci permettiamo di copiare dal sito acri.info il seguente articolo, in quanto lo riteniamo di notevole importanza per gli equilibri politici in seno al consiglio comunale e, quindi, riteniamo opportuno darne notizia anche sul nostro sito. Penso che l’amico Saporito e l’amico Feraco non avranno da ridire per questo furto "informativo".

"Il dott. Ferraro – si legge nella nota – non ha fornito al movimento, di cui era presidente e di cui è stato candidato a sindaco al primo turno delle passate elezioni amministrative, alcuna motivazione che potesse giustificare una così importante decisione. E’ vero che il regolamento comunale non impone al consigliere dimissionario di motivare la sua decisione ma è altrettanto vero che il Ferraro, aveva l’obbligo morale non solo di motivare la sua scelta in ambito consiliare ma anche di dare spiegazioni a chi ha creduto in un progetto ed in un leader ed a chi ha fornito un contributo importante all’affermazione elettorale del movimento. Gli altri candidati a consigliere meritavano più rispetto per la scelta fatta ed ancora di più per essere rimasti fedeli e coerenti fino in fondo. La cosa che ci indispone maggiormente è come si sia potuta usare la buona fede di tutti per gli interessi di qualcuno.
Il neo consigliere Barone ha fatto e continua a fare dichiarazioni in assoluta autonomia e senza avere avuto alcn mandato dal Movimento ad assumere qualsivoglia posizione politica.
Lo stesso, sollecitato a chiarire la sua posizione, ha opposto un netto rifiuto all’osservanza dello Statuto e delle direttive politiche. Il documento di sfiducia, pretesamene illegittimo, cui ha fatto riferimento Barone, nasce dopo una discussione iniziata all’indomani del consiglio comunale al quale ha partecipato in piena autonomia e senza convocare né sentire nessuno. La discussione ed il confronto, al contrario di quello che afferma Barone, si sono susseguiti in incontri dove lo stesso ha inteso non fare proprie le determinazioni della maggioranza. Lo stesso Barone è in netta contraddizione con sé stesso pur di conservare la poltrona: da un lato afferma l’azzeramento delle cariche dall’altro dice che esiste un Presidente, Ferraro appunto, che procederà alla convocazione dell’assemblea.
Tutto ciò ci lascia attoniti anche perché il Barone ignora che esiste l’istituto della prorogatio proprio al fine di evitare che qualsiasi Ente, ivi compreso il Movimento, rimanga acefalo e paralizzato anche a fronte di defezioni e maldestri tentativi di sabotaggio di non meglio precisabile matrice e ispirazione.
Lo sparuto gruppo, - continua la nota - cui fa polemicamente riferimento è in realtà il nutrito gruppo di soci fondatori (e non solo) preesistente all’ingresso dello stesso nel Movimento cui peraltro Barone non risulta essere sottoscrittore della adesione a socio e, quindi, tesserato.
Lo sparuto gruppo è senz’altro qualcosa di più della solitaria ed egoistica storia in Acri Nostra di Barone. Assistiamo ormai da tempo al decadimento della politica, ma questo non ci impedisce di ribellarci e reagire perché il rispetto dell’altrui persona è elemento primario nei rapporti personali e politici.
La presenza in consiglio comunale di Barone è possibile solo in quanto vi sono state altre persone che con il loro fattivo contributo hanno permesso di raggiungere il quorum e, di conseguenza, di avere una rappresentanza.
Queste persone non possono essere calpestate ed usate per (se ci sono) interessi personali e/o politici.
Quantomeno dovevano essere informate delle sue intenzioni.
Barone non rappresenta nessuno se non sé stesso, non ha avuto alcun mandato da parte del movimento a fare alcuna dichiarazione e/o prendere decisione alcuna né ne avrà in futuro dopo quanto affermato in consiglio.
Al sindaco ed al consiglio diciamo di non incoraggiare i saltatori di fosso.
Cogliamo l’occasione – conclude il comunicato - per invitare Ferraro a chiarire pubblicamente la sua posizione a seguito delle dichiarazioni rese da Barone in seno al consiglio dello scorso trenta settembre e se questi era legittimato a spendere il suo nome nel pubblico consesso."

PUBBLICATO 6/10/2005

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