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Ricordando Pasolini ... davanti una stufa elettrica.

Vincenzo Barone
Foto © Acri In Rete
Al caldo di una stufetta elettrica, ricordando Pasolini. Così gli studenti del Liceo scientifico si incontrano per commemorare il trentesimo anniversario della morte del grande scrittore italiano. Sono circa settanta ragazzi della terza, quarta e quinta classe, che hanno voluto portare avanti un progetto di studio per ricordare il Pasolini poeta, narratore, scrittore, giornalista e regista.
Si riuniscono tutti il sabato pomeriggio, insieme al loro docente di storia e filosofia. Per incontrarsi e studiare insieme sono stati costretti a chiedere lo spazio dell’auditorium del Liceo Classico. Si vedono in una sala enorme, che purtroppo non è riscaldata.
Eppure da poco tempo questi stessi studenti si sono trasferiti in una nuova sede, molto spaziosa e soprattutto con i termosifoni funzionanti.
Nell’auditorium del Liceo “Julia” c’è un piccolo televisore, messo a disposizione dal loro insegnante. Davanti allo schermo, al freddo, gli studenti stanno in silenzio, osservando con attenzione le scene di “Accattone”.
Esaminano il filmato del Pasolini regista e discutono. Parlano del disagio e dello «scandalo della contraddizione». Si lamentano pure perché avrebbero voluto, dicono, che un’amministrazione «di sinistra si dimostrasse sensibile verso il trentesimo anniversario della morte di Pasolini».
Il loro docente sostiene che «Acri è ancora una realtà chiusa a varie forme di cultura. E che gli studenti del Liceo non hanno avuto alcun supporto da parte del Comune». Anzi, sono stati costretti ad un autofinanziamento per portare avanti il loro lavoro. Alcuni di loro abitano in contrade lontanissime dal centro urbano e sono costretti a duri sacrifici pur di essere presenti all’appuntamento pomeridiano.
Questi stessi alunni, in vista del 60esimo anniversario della Costituzione, sono coinvolti in un altro progetto intitolato “Il contributo di Acri alla nascita dell’Italia democratica”.
Dai loro ragionamenti si coglie uno straordinario desiderio di conoscenza. «La situazione è irreale», dicono, «e ci sentiamo abbandonati da tutti. Il valore della cultura non può essere relegato ad un modo di fare scuola che è limitante. Il fatto che ci ritroviamo in una sala riscaldata con una stufetta elettrica è deprimente. Purtroppo nella nostra città non ci sono strutture alternative agli edifici scolastici dove potersi riunire per studiare. Questo è spiacevole, ma noi continueremo a percorrere la strada dell’impegno e non ci arrenderemo». Si passa poi alla descrizione del loro progetto».
E aggiungono: «Siamo abituati a guardare oltre i nostri testi scolastici. Ora stiamo cercando di cogliere l’essenza dello scrittore, attraverso una lettura critica dei suoi componimenti».
Loro, Pasolini, lo hanno capito ancor prima di studiarlo. D'altronde sono studenti “corsari”, che vogliono fare cultura anche al di fuori degli spazi convenzionali.


PUBBLICATO 1/12/2005

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