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Crepe nel Partito Democratico. Zanfini contro gli estensori del documento di risposta al Pdl.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La risposta del Partito democratico alle polemiche sollevate dall'Udc nei giorni scorsi si è rivelato un autentico boomerang. Infatti, il consigliere provinciale del Pd Natale Zanfini chiede chi abbia potuto apporre la firma in calce a un documento la cui paternità è affidata a un partito che non è ancora organizzato nelle varie realtà territoriali. E' notorio che il nascituro Partito democratico non abbia sul territorio organismi deputati a rappresentarlo al di fuori delle istituzioni. Questo semplicemente perché si tratta di un partito dai “lavori in corso” e solo al termine di questo percorso si avranno i nuovi dirigenti legittimati a firmare un documento.
Qualcuno nei giorni scorsi lo ha fatto e allora Natale Zanfini, eletto componente dell'assemblea regionale del Pd, in occasione delle primarie dello scorso ottobre, e consigliere provinciale, chiede di andare fino in fondo a una questione sulla quale vengono adombrati troppi misteri. Nel comunicato a firma Pd è scritto, tra l'altro: “Cinque amici del centro - destra avevano già approvato, di notte e in una casa privata, un Psc in cui, guarda caso, l'unica zona di espansione prevista apparteneva, per buona par-te, alla famiglia di chi oggi emette sentenze di colpevolezza sull'attività dell'attuale amministrazione comunale. Il resto dei terreni apparteneva invece ad alcuni amici del potente di turno. Decine di migliaia di ettari di metri quadrati interessati a possibili lottizzazioni, chi ne avrebbe guadagnato?”. Sono denunce di una certa “gravità”, di cui oggi Natale Zanfini chiede pubblicamente conto.
«Al di là della legittimità con cui si scrive un simile comunicato - afferma Zanfini -, chi denuncia simili situazioni deve avere il coraggio di andare fino in fondo e soprattutto deve fare i nomi».
«Io all'epoca ero un dirigente dell'Udc, nonché consigliere provinciale di quello stesso partito - ricorda l’esponente del Partito democratico - e non ho mai preso parte a simili riunioni. Chiedo inoltre pubblicamente che chi ha firmato il comunicato del Pd faccia espressamente i nomi di chi avrebbe tentato di “mettere le mani sulla città”».
Secondo il consigliere provinciale «c'è la necessità che su questi aspetti si faccia la massima chiarezza ed è una esigenza che devono avvertire tutti, per senso di responsabilità e per correttezza politica».
«Cosi come - spiega ancora Natale Zanfini - sarebbe opportuno fare i nomi dei professionisti che si sarebbero accaparrati gli incarichi del vecchio tracciato della Strada statale 660. Dire e non dire, semplicemente per distogliere l'attenzione dai veri problemi, è una pratica che non appartiene al partito che stiamo cercando di costruire e soprattutto non appartiene alla mia storia personale e politica».

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 30-07-2008.

PUBBLICATO 30/07/2008

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