Proseguono a spron battuto le indagini su delitto di Natale Sposato, ucciso a fucilate venerdì notte, nei pressi della casa in cui abitava, in contrada Pietremarine. Non vi sono, allo stato delle cose, certezze granitiche cui aggrapparsi, ed è per questo che gli inquirenti e l'avvocato della famiglia Sposato, Angelo Altomari, confidano nel contributo di chi potrebbe portare anche il più piccolo dettaglio alla loro attenzione. Ciò che all'apparenza può sembrare del tutto insignificante, alla fine potrebbe rivelarsi decisivo.
Dopo la celebrazione delle esequie, nelle giornate di mercoledì e ieri sono proseguite le perquisizioni, nel tentativo di acquisire elementi che possano portare un barlume di chiarezza. Sono aperte tutte le ipotesi, anche quelle scartate all'inizio. Sono stati usati due tipi di munizioni e l'esame della balistica dovrà stabilire se siano partiti dalla stessa arma oppure da due. In questo secondo caso si aprirebbero scenari finora inediti. Tante finora le piste battute dagli investigatori.
Si è partiti da moventi individuati in dissidi privati, cioè da una reazione a un possibile “sgarro”, e in questo caso decisivo potrebbe essere lo stabilire i movimenti nelle ultime ore della vittima. Nella ricostruzione di quella sera mancano alcuni tasselli. E' stata vagliata anche la pista passionale, in virtù del ritrovamento, nella casa di contrada Pietremarine, di un taccuino con il nome di una donna e frasi che sono state definite “interessanti” per le indagini. Anche a tal riguardo non sono mancate le convocazioni nella caserma dei Carabinieri di Acri, ma non vi sono al momento riscontri di rilievo. Non viene a questo punto trascurata neanche la pista della criminalità organizzata, per via di tutta una serie di viaggi che Natale periodicamente faceva a Verona, ufficialmente in visita ai fratelli. Insomma, è tutto aperto e gli inquirenti hanno un bel puzzle da mettere insieme, con tessere chevengonoinserite, tolte e riposizionate.
Le indagini vengono condotte dal Pm Adriano Del Bene e dal Dott. De Maio. La città segue con apprensione il loro evolversi, mentre manca la voce di enti e istituzioni. Se si considera la radiografia del gesto, cioè di una o più individui che raggiungono l'abitazione di un ragazzo, con il deliberato proposito di ucciderlo, che mentalmente ognuno degli acresi ha ripercorso mentalmente, in una comunità in cui un delitto di simile efferatezza lo si vede solo in televisione, risulta assordante il silenzio di chi dovrebbe parlare quasi per dovere.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 03-10-2008.