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Manifestazione contro la riforma Gelmini.

I ragazzi del Liceo Classico
Foto © Acri In Rete
Ieri, 10 Ottobre 2008, non è stata una giornata come tante. Infatti già dal mattino la villetta comunale era gremita di studenti, più del solito. E non si trattava dei soliti ritardatari dell'ultimo minuto, bensì di un gruppo di persone stanche di sentirsi soffocate e con la voglia di far sentire la propria voce.
Ed eccoci, quindi, ad organizzare non uno sciopero ma un momento di confronto e riflessione su quello che il governo italiano vorrebbe che fosse la scuola all'indomani. E' stato proprio questo il tema caldo della nostra discussione: il decreto legge del ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini. Un decreto che si dice "fuori uso". Quindi, ci siamo dati da fare, abbiamo organizzato il confronto e ci siamo documentati molto più di quanto già non eravamo.
Non abbiamo avuto paura di esporre il nostro pensiero in merito all'argomento e c'è da dire che, al contrario delle aspettative, non ci siamo trovati di fronte un muro di ostilità. Anzi, il preside e il corpo docenti della nostra scuola si sono dimostrati più che disponibili e per nulla indifferenti a ciò che stavamo portando avanti con impegno. Inoltre, grazie alla disponibilità del comune, abbiamo potuto usufruire della sala cinema per tenere il nostro dibattito. Purtroppo non tutti gli studenti che hanno saltato la scuola, a detta loro "per aderire allo sciopero", si sono fatti vivi nel corso del dibattito. E forse è per questo motivo che molti, tra i cosiddetti adulti, hanno un'idea sbagliata di noi giovani studenti.
Quindi, durante la mattinata trascorsa a discutere e confrontarci su quali fossero effettivamente i pro e i contro del nuovo decreto Gelmini, sono nati momenti e spunti di riflessione, che ci hanno portati a capire, a fare luce su ciò che ancora era oscuro.
E allora abbiamo deciso.
Non ci importa se in alto non ci vogliono ascoltare, se credono che ciò che facciamo sia solo una perdita di tempo.
Perchè tra i giovani c'è ancora chi ha voglia di lottare e di far sentire la propria voce.
Perchè NOI sappiamo cosa vogliamo.

I ragazzi del Liceo Classico (o almeno una buona parte)

PUBBLICATO 11/10/2008

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